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Direttore responsabile: Bruno Greco
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Resta un valico importante verso la ionica catanzarese ma la condizione di degrado che da anni ormai ne caratterizza il manto stradale l’ha resa nel tempo, in molti tratti, al limite della percorribilità. Tuttavia sono ancora molti gli automobilisti, ma anche gli autotrasportatori di mezzi pensanti, costretti ad attraversare, mettendo quotidianamente a rischio la proprio incolumità, quella che è stata ribattezza la “strada della vergogna”.
La provinciale 43 “Brognaturo – Acqua del Sorcio” dovrebbe rappresentare una soluzione di transito strategica, capace in poche decine di minuti e di chilometri di collegare le montagne delle Serre ai territori di Santa Caterina dello Ionio, Badolato, San Sostene, Sant’Andrea e Guardavalle. Ma le voragini e i cedimenti presenti sul manto stradale che attraversa l’amena vallata della Lacina l’hanno trasformata nella strada più pericolosa delle Serre. Ecco perché, in un quadro politico già reso caldo dal via alla raccolta firme per il cambio di giurisdizione provinciale, fanno ancora più eco le determinazioni adottate di recente dall’amministrazione comunale di Brognaturo, nel cui territorio si origina la strada, che per bocca del primo cittadino Cosmo Tassone si dice pronta a riprendersi le responsabilità gestionali del tratto vibonese della provinciale 43.
Un provvedimento, questo, che condurrebbe quindi il Comune di Brognaturo ad assumersi oneri finanziari non propri, visto che la strada è di piena competenza della Provincia di Vibo Valentia. La questione, rimasta nel tempo comunque sempre aperta, si è riaccesa anche a seguito dei solleciti di cui si sarebbero resi autori i Comuni di Santa Caterina dello Ionio, Badolato, San Sostene e Guardavalle che, a più riprese, avrebbero invitato anche il Comune di Brognaturo ad intervenire per rendere la strada transitabile.
Per affrontare il caso, alcuni giorni fa, l’amministrazione che ha in mano le redini dell’ente di piazza del Popolo aveva convocato un consiglio comunale ad hoc, includendo tra gli argomenti all’ordine del giorno anche la discussione inerente alla provinciale 43. «La strada necessità di un intervento urgente che la renda accessibile» – aveva spiegato il primo cittadino Tassone, convinto che non si possa più tergiversare sulla vicenda anche alla luce degli «incidenti mortali verificatisi in passato». Un pericolo costante, dunque, per il quale il sindaco starebbe da tempo pensando ad una soluzione adeguata: «Troveremo i fondi con altri comuni o con i privati? Con ditte boschive? Di certo bisogna ripararla in qualche modo, sia per l’incolumità di chi la percorre, sia perché pervengono continue richieste di risarcimento danni per sinistri stradali». Il nodo della questione, anche a parere di Tassone, sarebbe legato però all’atteggiamento assunto dalla Provincia di Vibo Valentia, responsabile della manutenzione della strada, che sorda sarebbe rimasta rispetto alle numerose denunce dei cittadini, alle richieste dei Comuni, ai richiami della stampa. «Il presidente della Provincia di Vibo – aveva spiegato nel corso della seduta di consiglio comunale Tassone – sostiene che la strada è transitabile. Probabilmente perché non la conosce. La Provincia – aveva aggiunto il sindaco – può “sprovincializzare” la strada, bisogna difendersi di fronte al pericolo pubblico anche con un’ordinanza di riacquisizione della “Brognaturo – Acqua del Sorcio”».
In definitiva, la proposta aveva ricevuto anche il placet esplicito dell’opposizione e, all’unanimità, l’assise si era dimostrata favorevole rispetto all’opportunità di delegare il primo cittadino Tassone a compiere tutti i provvedimenti necessari per rendere transitabile la strada, arrivando dunque a “riprendersela”. Al momento, nessun atto consecutivo pare sia stato ancora posto in essere, anche perché solo nella prossima seduta consiliare, predisponendo le apposite variazioni di bilancio, si potrebbe arrivare a reperire le disponibilità finanziarie per coprire l’intervento ed arrivare dunque a rendere pienamente transitabile la strada. Un atto, questo, che in tempi di ventata “secessionista”, in pieno tumulto popolare per il ritorno delle Serre sotto la giurisdizione della Provincia di Catanzaro, potrebbe destare non poco scalpore.
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