SERRA SAN BRUNO - Si è rivelato un successo al di là di ogni aspettativa il lancio della campagna Slotmob, avvenuta ieri mattina, domenica 10 marzo, allo “Scrivo Lounge Bar”, situato in via Giacomo Matteotti a Serra San Bruno.

Si tratta del primo locale nel comprensorio ad aderire alla campagna “Slotmob contro il gioco d’azzardo” che ha scelto di rinunciare alle slot-machine e a tutti quei giochi che portano all’isolamento e alla dipendenza. Durante l’evento, inoltre, è stato anche inaugurato lo scaffale “Book Crossing Scrivo” – prendi un libro, lascia un libro.

L’iniziativa è stata promossa dai gestori del locale e da diverse associazioni con lo scopo di combattere il fenomeno del gioco d’azzardo che sta dilagando in Italia: secondo alcuni dati, infatti, nel nostro Paese vengono giocati più di 80 miliardi di euro, per un incasso netto da parte dello Stato di 8 miliardi. E i dati non sono meno impressionanti se si riferiscono solo a Serra San Bruno: nella città della Certosa, infatti, solo nel 2016 sono stati spesi in gioco 540 euro pro capite (la media per ogni cittadino), per complessivi 3,62 milioni di euro.

Tra le realtà promotrici dell’evento patrocinato dal Comune di Serra San Bruno, al quale hanno partecipato anche diversi cittadini, ci sono state diverse associazioni e sodalizi del territorio: le tre congreghe locali; la cooperativa sociale “Risposta”; l’Aibes; l’Aism; gli “Amici del Ciclo”; l’associazione “Nadira”; l’associazione culturale “Il Brigante”; il gruppo scout 1 di Serra San Bruno; l’associazione “libera Vibo Valentia”; l’associazione “Uomini e donne di buona volontà”; il Cps “Libertas”; l’Aval Simona Tripodi; l’associazione dei commercianti “Cartusia”; il “Lions Club”; l’associazione “San Bruno e Beato Lanuino”; l’Asd Serra nel Volley; l’associazione “Casa della cultura S. Gambino” e il Movimento dei “Focolari.

«Il mio esercizio commerciale – ha affermato Domenico Scrivo, titolare del bar – è situato nei pressi di tre istituti scolastici: le scuole superiori, quelle elementari e la scuola media. Anche per questo ho scelto di promuovere la cultura, dicendo no ad ogni tipo di gioco d’azzardo: dalle slot macchine, al Gratta & Vinci, passando per il gioco del Lotto e molti altri ancora. Il gioco a mio avviso deve essere un bene relazionale, non una patologia, perché purtroppo le persone che praticano queste attività si isolano dal mondo esterno e dalla realtà che li circonda, causando anche dei problemi all’interno della propria famiglia».

«Nel momento in cui una persona come Domenico – hanno detto, invece, altri promotori dell’iniziativa – accetta di perdere una potenziale fonte di reddito per tutelare gli interessi della comunità, vuol dire che ha fatto una scelta per il bene comune. Lo fa insieme a quei cittadini che condividono e portano avanti dei sani principi. Quella di Domenico è una scelta che va ben oltre la legalità, diventa un valore insuperabile».