Sabato, 03 Luglio 2021 10:16

"FiladelfiaAttiva" lancia una petizione popolare per il «miglioramento della sanità di base»

Scritto da Redazione
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Il movimento civico “FiladelfiaAttiva” ha lanciato una petizione popolare sulla piattaforma Change.org per il miglioramento della sanità di base. L’iniziativa è supportata dal Partito democratico locale.

«La crisi pandemica che sta segnando pesantemente i cittadini di tutto il pianeta - scrivono i rappresentanti del movimento - ha evidenziato le gravi carenze sanitarie presenti su tutto il territorio nazionale, ma in particolar modo nella nostra regione che, da oltre un decennio, è sottoposta a un inefficace piano di rientro dal debito, se raffrontato al notevole abbassamento della qualità dei servizi socioassistenziali attivi sul territorio. Ciò è anche emerso da un confronto con i cittadini ed i medici di base locali, i quali hanno denunciato le criticità presenti nel nostro comprensorio e, in particolar modo, nell’ambulatorio di Filadelfia. Nello specifico, si rileva l’assenza di servizi ambulatoriali di base quali: Ortopedia, Dermatologia, Odontoiatria, nonché la mancanza di un punto di primo soccorso dotato di tutta quella strumentazione necessaria per interventi di emergenza. Si precisa che, ad oggi, i servizi esistenti da potenziare sono: Cardiologia, Diabetologia, Neurologia, Angiologia, Otorinolaringoiatria».

Inoltre, secondo i rappresentanti di “FiladelfiaAttiva”, «i cittadini lamentano il depotenziamento dei pochi servizi presenti, e cioè: la riduzione del servizio di laboratorio analisi a un solo giorno a settimana, rispetto ai due giorni in cui si effettuavano i prelievi; l’inadeguatezza della postazione di continuità assistenziale, carente strutturalmente e di presidi medici. Considerando che il nostro paese è il più distante dal capoluogo di provincia, oltretutto con un comprensorio a notevole dispersione urbanistica e un bacino d’utenza che supera gli 8000 abitanti, non può essere ulteriormente penalizzato con un paradossale depotenziamento dei servizi sanitari di base. Da tempo si sottolineano le politiche inappropriate e la sofferenza delle frange sociali più deboli, le quali spesso rinunciano a curarsi, soprattutto se l’alternativa è quella di affrontare le spese insostenibili delle strutture private». Per i componenti del gruppo, «certamente un’emergenza sanitaria di tale portata mette impietosamente a nudo la cruda realtà. E anche se l’ondata emotiva ha prodotto un’abbondanza di analisi e progetti risolutivi di ogni sorta, le buone intenzioni sono rimaste tali, mentre non si intravede ancora un piano emergenziale capace di invertire la tendenza al peggioramento della qualità della vita dei cittadini calabresi che, giorno dopo giorno, sono privati del loro diritto alla salute. È quello che sta accadendo nel nostro territorio. Occorre precisare che le richieste avanzate in questa petizione, si inseriscono nel più ampio piano di riforma della medicina territoriale che vede le AFT e le UCCP come lo stadio intermedio tra paziente e Ospedale. Nel nostro territorio è stata istituita la prima AFT Provinciale, che vede coinvolti tutti i medici di famiglia del comprensorio, i quali con il loro operato hanno avviato uno straordinario processo di riforma».

Pertanto, gli ideatori della petizione chiedono l’«attuazione immediata della progettazione sanitaria come stabilito dagli accordi nazionali. Nonostante l’accordo firmato con ACM per potenziare i servizi di Elettrocardiogramma, Spirometria, Eco Doppler, ecc., i finanziamenti sono rimasti nei cassetti della Regione. È del tutto ovvio poi il superamento del servizio poliambulatoriale che andrebbe inserito nella più amplia riforma nazionale sui servizi territoriali che prevede la creazione degli “Ospedali di comunità” e “Case della Salute”. Nello specifico, considerata l’analisi dei bisogni sanitari come su esposti, chiediamo la realizzazione nel nostro territorio di una Casa della Salute. Infatti, le linee guida del Ministero definiscono la Casa della Salute come una struttura polivalente e funzionale in grado di erogare un insieme di cure primarie per garantire la continuità assistenziale e le attività di prevenzione in un bacino territoriale di 5000/10000 abitanti. L’idea base è di concentrare in un'unica struttura la gran parte dei servizi extra-ospedalieri del territorio di riferimento. La Casa della Salute dovrebbe quindi costituire una rete capillare di presidi sanitari con minireparti e servizi di assistenza (visite, esami, servizi ambulatoriali, cure domiciliari), sotto le sigle di AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) e di UCCP (Unità Complesse Cure Primarie). Nel quadro di una nuova prospettiva di rilancio dei territori più deboli, chiediamo che finalmente anche il nostro venga inserito in un programma di servizi integrati sul modello della locale AFT. Tali interventi produrrebbero un miglioramento sanitario immediato senza alcun aggravio di spese».

I sottoscrittori del documento confidano, inoltre, nella «sensibilità del commissario dell’Asp di Vibo Valentia che in questi mesi ha dimostrato attenzione per questo comprensorio, a partire dalla creazione del Centro vaccinale. In definitiva, intendiamo interpretare i bisogni essenziali della cittadinanza sostenendo una iniziativa che si tradurrà in una petizione popolare, le cui istanze e problematiche saranno sottoposte alle amministrazioni comunali di Filadelfia, Francavilla Angitola e Polia, al commissario straordinario alla sanità regionale calabrese e al commissario dell’Asp di Vibo Valentia».

La petizione è raggiungibile cliccando qui

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