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Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
I numeri relativi ai nuovi contagi da Coronavirus diffusi ieri dal dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria non fanno presagire nulla di buono: 414 positivi nelle ultime 24 ore, molti dei quali - ben 133 - registrati in provincia di Vibo Valentia, con diversi comuni dichiarati zona rossa a causa dell’elevato numero di contagi.
A intervenire ieri ai microfoni di Radio Serra nel corso di “Detto tra noi”, la trasmissione di informazione e approfondimento condotta da Daniela Maiolo e Sergio Pelaia con la regia di Bruno Iozzo (qui la registrazione integrale), è stato il presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì che, nei giorni scorsi, tramite un’apposita ordinanza, aveva disposto la chiusura di tutte le scuole. Numerosi genitori, però, hanno presentato ricorso al Tar contro questa decisione e il Tribunale amministrativo regionale ha dato loro ragione disponendo la riapertura delle scuole. Molti sindaci a loro volta sono andati controcorrente optando per la chiusura. Un vero e proprio “balletto” che lo stesso Spirlì avrebbe voluto «non capitasse, perché purtroppo i numeri del contagio erano già evidenti e adesso ci sono decine di primi cittadini costretti non solo ad adottare ordinanze di chiusura, ma anche - e soprattutto - a contare centinaia di contagi, tra cui molti ragazzi. Non dobbiamo aspettare di diventare zona rossa per l’elevato numero di positivi che, purtroppo, si stanno registrando anche nelle scuole, bensì sarebbe stato meglio chiudere in zona gialla, fermare la didattica in presenza, partire con le vaccinazioni dei docenti e così facendo si sarebbe posto fine a questa inutile “guerra”. Non c’è nessun braccio di ferro politico o sociopolitico - ha chiarito Spirlì - tra il sottoscritto e il mondo della scuola, al contrario vi è una lungimiranza purtroppo basata sullo studio di dati che stanno confermando quella che è stata sempre la mia convinzione. Avremmo potuto risolvere o arginare il problema che, quanto prima, prenderà a tappeto tutta la regione». Sul rischio che la Calabria possa cambiare nuovamente colore, Spirlì ha detto che si tratta «di una decisione del governo sulla base di dati precisi e di proiezioni che vengono fatte. Ripeto: il colore, in questo momento, mi preoccupa molto meno rispetto all’incidenza dei contagi sulle giovani generazioni, che si sarebbe potuta mitigare se ci fossimo fidati a vicenda». In merito ai ritardi nelle vaccinazioni in Calabria, Spirlì ha chiarito «una volta per tutte che il presidente della Regione non è il soggetto attuatore, non è il responsabile della campagna vaccinale. Ho deciso di affiancarmi al commissario ad acta proprio per non lasciarlo da solo in questa fase importante. Avrei potuto anche fare come l’ex presidente Oliverio, il quale era in conflitto continuo con il commissario ad acta, ma oggi si sta cercando di collaborare per sanare colpe e peccati del passato».
Nel corso della puntata è intervenuto anche il sindaco di San Nicola da Crissa, centro dell’entroterra vibonese in procinto di diventare zona rossa a causa dell’elevato numero di persone positive. «Il contagio - ha detto il primo cittadino - nasce all’interno della scuola materna. Come in tanti sicuramente sapranno, i bambini delle scuole materne non indossano la mascherina e questo ha fatto sì che il virus si sviluppasse più velocemente. Alla fine a risultare contagiati sono stati quasi tutti i bambini, tre insegnanti e due collaboratori scolastici. Tracciare le famiglie non è semplice, ma ci siamo riusciti perché abbiamo fatto i tamponi antigenici, dopodichè il molecolare ha confermato l’esito. Ulteriori bambini si sono positivizzati in questi giorni pur risultando negativi all’antigenico, di conseguenza siamo al lavoro per ricostruire la rete dei contatti». Condello, in chiusura, ha detto di trovarsi d’«accordo con il presidente Spirlì sul problema all’interno delle scuole».
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