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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Niente messe in tutto il territorio nazionale. Nessuna celebrazione religiosa, civile e nemmeno funebre, neanche rispettando la distanza tra le persone prevista dalla legge. Tutto questo fino al prossimo 3 aprile. A renderlo noto, in un comunicato, è la Cei (Conferenza episcopale italiana).
«La Chiesa che vive in Italia e, attraverso le Diocesi e le parrocchie - riporta la nota - si rende prossima a ogni uomo, condivide la comune preoccupazione, di fronte all’emergenza sanitaria che sta interessando il Paese. Rispetto a tale situazione, la Cei - all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione - in queste settimane ha fatto proprie, rilanciandole, le misure attraverso le quali il governo è impegnato a contrastare la diffusione del “coronavirus”. Il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, entrato in vigore quest’oggi, sospende a livello preventivo, fino a venerdì 3 aprile, sull’intero territorio nazionale “le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”. L’interpretazione fornita dal governo include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le “cerimonie religiose”. Si tratta di un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica».
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