Era il 19 dicembre scorso quando, in Calabria, scattava la maxi operazione “Rinascita-Scott”, che ha consentito di disarticolare tutte le organizzazioni di ‘ndrangheta operanti nel Vibonese e facenti capo alla cosca Mancuso di Limbadi. All’epoca, il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri aveva parlato della «più grande operazione dopo il maxi processo di Palermo». Un’inchiesta dai grandi numeri che, secondo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta del Sud”, potrebbero aumentare ancora di più con la conclusione delle indagini. Chiusura ormai imminente, che potrebbe coinvolgere ben 487 indagati, cioè 71 in più rispetto alle 416 persone coinvolte lo scorso dicembre, delle quali 260 raggiunte da ordinanza di custodia cautelare in carcere, 70 ai domiciliari, 4 da divieto di dimora e le rimanenti indagate a piede libero. Un aumento - si legge sulla Gazzetta del Sud - che emerge dalle parole del presidente della Corte d’Appello di Catanzaro Domenico Introcaso nel corso della conference call della commissione permanente riunitasi da remoto per l’individuazione di un’aula bunker idonea a ospitare la pletora di imputati e l’esercito di avvocati. La fissazione dell’udienza preliminare dovrebbe avvenire entro il prossimo luglio. Davanti al gup distrettuale dovranno comparire 170 imputati attualmente sottoposti a misura cautelare e 317 a piede libero. Da capire, ancora, dove si svolgerà il maxi processo: scartata l’ipotesi della riconversione in aula bunker del PalaMaiata di Vibo, tra le sedi in campo quelle di Palermo (Ucciardone), Napoli (Poggioreale) e Roma (Rebibbia).