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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
I finanzieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro di beni per oltre 2 milioni di euro nei confronti di un’importante società di costruzioni del Vibonese, impegnata anche nella realizzazione di appalti pubblici.
Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Vibo Valentia su richiesta della Procura della Repubblica, avanzata all’esito di indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria della Guardia di Finanza, in relazione al fallimento di una società consortile appositamente costituita per la gestione di un lotto di lavori di un importante appalto pubblico. Per la partecipazione alla gara di appalto, era stata presentata offerta da parte di un’associazione temporanea di imprese della quale secondo i finanzieri faceva parte, oltre all’imprenditore vibonese destinatario del sequestro, anche uno dei principali gruppi imprenditoriali nazionali operanti nel settore idrico (nei cui confronti, comunque, non è stata contestata alcuna ipotesi di reato). Una volta vinta la gara di appalto, tra le imprese facenti parte dell’associazione, era stata costituita una società consortile con lo scopo di assicurare la gestione in forma unitaria dell’appalto. Tuttavia, a seguito della fuoriuscita dalla consortile del soggetto economico di primaria importanza, la società consortile sarebbe stata dissanguata dall’imprenditore vibonese (che nel frattempo aveva acquisito il 100% delle quote sociali) il quale, pur continuando ad incamerare le somme erogate dall’amministrazione appaltante in base ai vari stati di avanzamento lavori, avrebbe omesso di trasferire le disponibilità nelle casse della società consortile. Il mancato ripianamento dei costi avrebbe causato il fallimento della consortile, che non era più in grado di pagare gli ingenti debiti accumulati nei confronti dei fornitori e dei lavoratori dipendenti.
Per questo motivo l’imprenditore vibonese e diversi soggetti, tra cui alcuni professionisti incaricati della procedura fallimentare, sono stati segnalati, a vario titolo, alla locale Procura della Repubblica, per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, falso in attestazioni e relazioni nell’ambito della procedura fallimentare, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e omessa denuncia di reato commessa da parte del pubblico ufficiale.
Il sequestro effettuato nei confronti dell’imprenditore vibonese ha riguardato somme di denaro per circa 2 milioni e 200mila euro, depositate su conti correnti bancari. La società dichiarata fallita era impegnata nell’esecuzione di un appalto pubblico per la realizzazione di un’infrastruttura strategica nel settore delle risorse idriche in provincia di Reggio Calabria, allo stato ancora incompiuta.
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