Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Spettabile redazione de Il Vizzarro,
leggo con molto stupore l’articolo apparso sul Vostro sito intitolato “Serra, bambini a scuola mentre operai imbiancano le aule. La protesta dei genitori” e scrivo con l’intenzione di puntualizzare alcune cose e rispondere alle accuse che mi vengono mosse.
Le scuole di tutta Italia sono state destinatarie del progetto “Scuole belle” da parte del governo Renzi: lavori di decoro e pulizia, imbiancatura delle aule, “regalati” a edifici che non erano sottoposti a manutenzione ordinaria a volte da decenni. Nelle scuole scelte dal Ministero, non da noi, il plesso Carchidi e il plesso Tedeschi, le aule hanno effettivamente bisogno di un’imbiancatura, sia per motivi di decoro che per motivi igienici. Tra l’altro il plesso Tedeschi, dove sono stati svolti lavori di ristrutturazione a settembre e a ottobre, era rimasto incompleto sotto questo aspetto, perché l’imbiancatura delle aule non era prevista nel progetto. Avevamo già intenzione di realizzarla e, fosse stato per noi, lo avremmo fatto in estate. Ma non abbiamo potuto scegliere: né la ditta, né il periodo, né la tempistica dei lavori. Non siamo privati, quando arrivano questi “doni” dal governo, abbiamo l’obbligo di accettarli. Si tratta di lavori di manutenzione gratuiti, e nonostante il disagio li abbiamo accettati di buon grado, convinti che fosse per il bene della comunità, dei bambini per primi. Dopo i lavori realizzati nella scuola media, è diminuito il numero di giorni di assenza dei bambini che soffrono di allergie. Di questo forse dovrebbero anche tenere conto i genitori che protestano per l’imbiancatura della scuola Carchidi.
Aggiungo che i disagi che vivendo il plesso Carchidi sono comuni a tutte le scuole italiane in cui si sta realizzando il progetto governativo.
La chiusura delle scuole di Serra per due giorni a causa della neve non ci ha consentito di avvisare nessuno dell’avvio dei lavori di imbiancatura, avremmo voluto convocare un’assemblea come abbiamo già fatto in passato. Anche noi siamo stati informati all’ultimo momento. La ditta ha imposto i tempi e pressato perché non ci fossero ulteriori ritardi. Dal Vostro articolo sembrerebbe che i bambini siano rimasti nelle aule mentre gli operai lavoravano. Non è così, sarebbe stata una follia. Sono state prese tutte le necessarie misure di sicurezza, gli operai hanno lavorato in aule vuote e i bambini sono stati ospitati nel salone, dove non sono mai venuti a contatto con gli operai. Certo c’è stato disagio, ma scrivere che non c’è stata <<l’istituzione di un piano di sicurezza atto a tutelare l’incolumità degli scolari ma anche del corpo dei docenti>> è un’accusa che considero gravissima e falsa. Del plesso Carchidi esiste un piano di sicurezza con indicazioni chiarissime per l’uscita e su cosa fare in caso di emergenza. Nel salone che ha ospitato i bambini mercoledì 11 febbraio ci sono due uscite, di cui una di emergenza, essendo il salone già predisposto per accogliere un numero di alunni superiore a quello che può normalmente stare in una sola classe. Da anni non venivano effettuate nell’Istituto comprensivo di Serra prove di evacuazione, mancanza grave a cui abbiamo posto rimedio in questi mesi. Abbiamo fatto prove di evacuazione nella scuola secondaria di primo grado Larussa, nella scuola primaria Carchidi, nella scuola dell’infanzia Barillari. Tutte precedute da incontri di formazione tra il nostro Responsabile per il Servizio di Prevenzione e Protezione ingegnere Domenico Catalano, gli alunni e il personale docente. Al più presto le faremo nel plesso Tedeschi.
Aggiungo che sono stati i genitori a chiederci di chiudere il plesso Carchidi e di far fare ai bambini il turno pomeridiano. Lo hanno fatto in due momenti diversi: mattina di mercoledì e in una successiva riunione avvenuta nella scuola primaria Tedeschi, in presenza del sindaco e di alcuni rappresentanti dei genitori il 12 febbraio. D’altra parte, di fronte alla decisione dei genitori di non mandare i figli a scuola finché sarebbero durati i lavori io non ho potuto fare altro che accettare la proposta fatta da alcuni loro rappresentanti di trasferire gli alunni nel plesso della scuola primaria Tedeschi di pomeriggio.
Dunque Vi chiedo: con quali genitori avete parlato? Di sicuro non erano gli stessi che sono venuti da me e che mi hanno ringraziato per la massima disponibilità che, come mia abitudine, ho dimostrato anche questa volta. La quadratura del cerchio non arte a me nota: se i lavori si devono fare ci sono solo due alternative: o si fanno con i bambini a scuola o si trasferiscono i bambini in altra sede.
In una scuola è necessario prendere decisioni, magari impopolari, ma sicuramente per il bene di tutti. Qualcuno rimarrà sempre scontento. Se non avessimo accettato e avessimo lasciato le aule sporche, i genitori sarebbero stati felici?
Preciso inoltre che non sono la dirigente della scuola Carchidi, ma dell’Istituto comprensivo Larussa di cui il plesso Carchidi fa parte. E Vi prego, cortesemente: la prossima volta verificate l’attendibilità delle fonti. E’ un dovere assoluto per dei giornalisti.
Cordiali saluti
La dirigente dell’Istituto comprensivo Larussa
Dott.ssa Maria Viscone
Ringraziamo la dott.ssa Maria Viscone, che non è solo la dirigente della scuola Carchidi ma, piuttosto, dell’intero Istituto comprensivo Larussa di cui il plesso Carchidi fa parte. In merito alla veridicità di quanto da noi sollevato – a seguito delle segnalazioni arrivate dai genitori degli scolari – ci sentiamo, per ulteriore chiarimento, di entrare nel merito di alcuni particolari che garbatamente la dott.ssa Viscone contesta rispetto all’articolo di ieri. Sappiamo che la dirigente non ha il potere di snaturare le decisioni del Ministero, soprattutto in merito alla destinazione di fondi che da queste parti, purtroppo, assumono l’entità dell’oro colato, ma Viscone e gli altri dirigenti a capo delle scuole vibonesi interessate dall’intervento, incontrandosi e discutendone, avrebbero potuto sollevare il loro disappunto spingendo per il rinvio dei lavori. Sono stati fatti tentativi in tal senso? Anche perché, per quello che apprendiamo, non esiste alcuna urgenza dettata dal timore di poter perdere i fondi in questione. Ci chiediamo, rispetto a tutto questo, quale possa essere la forza di negoziazione riconosciuta alla scuola, e quale invece alla ditta che compie i lavori, visto che è la dirigente stessa a precisare che «la ditta ha imposto i tempi».
E ancora, abbiamo incrociato il parere di decine di genitori. Ci hanno confermato che solo due classi sono state spostate nel salone sito allo stesso piano, il primo, in cui si effettuavano i lavori. Altre due classi sono rimaste a fare lezione in aule limitrofe e a stretto contatto con gli ambienti in cui si stava imbiancando. È questo uno strumento di salvaguardia per i bambini che soffrono di allergie? I lavori di imbiancatura vengono effettuati, chiaramente, con le finestre dell’edificio completamente spalancate per permettere l’areazione dei locali e velocizzare l’essiccazione della vernice sulle pareti. Sarebbe stato lecito prolungare questo stato di cose per gli ulteriori dieci giorni successivi? E in un periodo dell’anno in cui, soprattutto, nelle prime ore del mattino, a Serra San Bruno le temperature si attestano attorno allo zero? Allo stesso tempo, non si fa chiaramente riferimento nell’articolo di ieri ad un piano di sicurezza legato all’evacuazione dell’Istituto, che tutte le scuole devono avere per norma, ma piuttosto alla compresenza di operai e scolari, perché i disagi si sarebbero accentuati quando i lavori si sarebbero spostati ai corridoi, con i bambini allora, immaginiamo ancora, costretti magari a fare la gincana tra scale e fusti di vernice prima di poter raggiungere i servizi igienici.
La chiusura della scuola per due giorni, causa neve, non ha consentito di avvisare nessuno dell’avvio dei lavori. Lo avrebbe potuto fare, forse, il primo cittadino utilizzando strumenti di ordinaria diffusione degli avvisi pubblici quali l’albo pretorio comunale, l’affissione di manifesti, eccetera, oppure la stessa dott.ssa Viscone, magari adoperando proprio lo strumento che ha utilizzato questa mattina per inoltrare la sua smentita.
Salvatore Albanese
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