Trent’anni di carcere per Giuseppe Prostamo, 34enne di San Giovanni di Mileto, nel Vibonese, accusato di concorso in omicidio e soppressione del cadavere - avvenuti nell’ottobre del 2018 - di Francesco Vangeli, il giovane di Scaliti di Filandari sparito nel nulla e vittima di “lupara bianca”. La sentenza è stata pronunciata dal gup distrettuale Gabriella Logozzo, che ha accolto la richiesta di condanna formulata dal pm, ma ha escluso l’aggravante mafiosa del delitto. Il processo si è svolto con rito abbreviato, di conseguenza nella condanna si è tenuto conto dello sconto di pena pari a un terzo. Altre contestazioni riguardavano l’accusa di detenzione e porto illegale di una pistola che, nel 2017, secondo le indagini, Giuseppe e il fratello Antonio avrebbero affidato alla vittima affinché la conservasse per loro conto. Per i due c’è anche la contestazione della detenzione di un fucile. Per Giuseppe Prostamo, invece, è stata pronunciata l’assoluzione per il reato di percosse in merito a un fatto avvenuto il 7 gennaio 2019 quando era stato indicato, insieme ad altre persone, quale autore di un pestaggio a una persona rimasta ignota. Quest’ultimo, inoltre, è stato condannato al pagamento dei danni nei confronti delle parti civili, da liquidarsi in separata sede.

Il delitto non avrebbe solo un movente passionale - Alessia Pesce, ragazza di Vangeli anch’essa indagata, sarebbe stata contesa da Antonio Prostamo - ma anche uno relativo a un presunto debito di droga maturato dalla vittima nei confronti di Giuseppe Prostamo e alla mancata restituzione di un’arma ai due fratelli di San Giovanni di Mileto.