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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Il Tribunale di Milano ha assolto da tutte le accuse l’ingegnere Salvatore Primerano, apprezzato professionista serrese trapiantato in Lombardia.
A sancirlo sono stati ieri i giudici della X sezione penale chiamati a esprimere il verdetto nell'ambito del processo sugli appalti pilotati alla “Infrastrutture lombarde Spa”. Il processo sulla “cupola degli appalti” all’Expo – come lo ribattezzarono le testate giornalistiche nazionali – era incentrato su una presunta «associazione per delinquere» orchestrata da Antonio Giulio Rognoni, direttore generale di Ilspa e dal responsabile dell’ufficio gare e contratti, Pier Paolo Perez, finalizzata a una sequela di turbative d’asta, truffe alla Regione Lombardia e falsi nell’assegnazione di servizi legali e ingegneristici. L’ipotesi era quella dell’esistenza di «una struttura parallela» composta sempre dagli «stessi avvocati esterni» alla quale affidare «la parte più delicata e importante dell’attività» attraverso incarichi per 8,7 milioni di euro tra il 2008 e il 2012, inerenti all’Expo di Milano. Dopo tre anni e mezzo di processo il collegio giudicante presieduto da Maria Rosa Busacca ha ridimensionato molte delle accuse, cancellando ben 50 dei 67 punti impressi nei capi di imputazione. A partire dall’associazione per delinquere per andare alla truffa ai danni dell’erario e arrivare alla maggior parte dei falsi contestati.
Rognoni è stato comunque condannato a 3 anni di carcere (l’accusa aveva chiesto 7 anni e 5 mesi di carcere) e Perez a due anni. Con loro condannati anche l'ex colonnello del Ros, Giuseppe De Donno (un anno), gli avvocati Fabrizio Magrì (un anno e sei mesi), Carmen Leo (un anno e 8 mesi). Assolti invece altri 15 imputati, considerati completamente estranei alle accuse. Tra questi dunque anche Salvatore Primerano, che in presenza della famiglia ha ascoltato la lettura del dispositivo prima di scoppiare in lacrime assieme al figlio. L'ingegnere Primerano aveva trascorso 3 mesi ai domiciliari e per lui erano stati chiesti 2 anni e 2 mesi per i reati di associazione a delinquere, truffa, falso e turbata libertà di scelta del contraente nell’ambito dell’indagine su Infrastrutture Lombarde. Accuse tutte saltate con l’assoluzione. Grande è stato il momento di commozione, per lui, ma anche per il resto dei componenti della famiglia che non ha mai smesso di supportare Primerano in questa lunga vicenda giudiziaria.
«Quando nel 2012 ho ricevuto un avviso di garanzia quasi non ci ho fatto caso, non ho nemmeno capito quasi fossero le accuse – ha raccontato a freddo Primerano –. Mi sono reso conto di quello che stava succedendo solo 2 anni dopo quando è arrivata la Guardia di Finanza nell’ufficio della società di cui ero responsabile tecnico. Da marzo ad agosto, ho trascorso 3 mesi e mezzo ai domiciliari. Sono venuti ad arrestarmi all’alba. Per me è stata una tragedia morale perché io ero venuto a Milano dalla Calabria per costruirmi un futuro da solo e sottrarmi a un certo mondo del lavoro basato sui ‘favori. Il giorno prima che scadessero i termini mi è arrivata dal pm la proposta di patteggiare una pena sotto i due anni. Stavo per accettare, ma i miei familiari mi hanno convinto a non farlo – ha aggiunto il professionista serrese –. Se l’avessi fatto, avrei tradito me stesso. Ho sempre avuto fiducia nelle istituzioni ma aspettavo questa sentenza per capire se potevo continuare ad averla. Ora voglio fare qualcosa per dare un senso a questa esperienza, ancora non so cosa, ma non passerà senza lasciare un segno».
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