Martedì, 04 Settembre 2018 12:27

Ucciso perché continuava a chiedere cocaina nonostante i debiti

Scritto da Redazione
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Sono accusati di omicidio, nonché soppressione e occultamento di cadavere in concorso con l’aggravante dei futili motivi e, per questo, sono finiti in carcere Francesco Perfidio, di 58 anni ed Ezio Perfidio, di 34, rispettivamente padre e figlio, arrestati stanotte a Nicotera dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia e del R.O.S., con la collaborazione dello Squadrone Eliportato “Cacciatori” di Calabria.

L’attività investigativa - scaturita dal ritrovamento, avvenuto il 20 giugno scorso sempre a Nicotera, di un’autovettura completamente distrutta dalle fiamme con all’interno i resti di un cadavere carbonizzato, identificato poi in Stefano Piperno, 34enne, scomparso dal giorno precedente - ha consentito di risalire compiutamente all’identità degli assassini e al movente dell’atto omicidiario, causato – secondo i carabinieri - dalle pressanti richieste della vittima, finalizzate ad ottenere della cocaina, pur avendo maturato debiti pregressi con gli aggressori.

Per quanto riguarda, invece, la dinamica del delitto, gli investigatori sono riusciti ad accertare che alla base ci sarebbe stata una lite culminata con l’assassinio di Piperno con un colpo d’arma da fuoco giorno 19 giugno e che ad esplodere i colpi materialmente sarebbe stato Ezio Perfidio, il tutto alla presenza del padre, che avrebbe aiutato a caricare la vittima in auto e trasportarla nel luogo, distante circa 2 km circa dalla loro casa, dove poi è stata rinvenuta l’autovettura bruciata il giorno successivo, 20 giugno. Stando alle accuse, al tentativo di distruggere il corpo e cancellare le tracce avrebbe partecipato anche la sorella di Ezio Perfidio, per la quale il gip di Vibo non ha concesso l'arresto e che è dunque indagata a piede libero.

Gli inquirenti hanno, inoltre, ricostruito quelli che sono gli interessi nella vendita di stupefacenti che gli arrestati avrebbero nel territorio di Nicotera, soprattutto Francesco Perfidio, con numerosi precedenti specifici in materia.

Ad aggravare il quadro complessivo c’è, da un lato, il fatto che il gesto sia stato compiuto di base per una somma irrisoria di denaro di debito, dall’altro che padre e figlio abbiano da subito cercato di occultare il cadavere e qualsiasi collegamento, anche relazionale, nei confronti della vittima.

«Al momento - hanno precisato i carabinieri nel corso di una conferenza stampa che si è svolta stamattina - non ci sono elementi per collegare gli arrestati alle cosche di 'ndrangheta della zona».


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