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MONGIANA – “L’inganno della mafia, quando i criminali diventano eroi”.
È questo il titolo dell’ultimo libro scritto dal procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri – uno dei magistrati più esposti nella lotta alla ‘ndrangheta – e dal suo insostituibile compagno di penna Antonio Nicaso, pubblicato da Rai-Eri.
Un libro che affronta il problema della mafia e, come del resto si legge nella recensione, è «un bene che se ne parli». A volte, però, lo si fa in «modo sbagliato» e «questo è un male. Molti libri, film e fiction di successo restituiscono un'immagine romanzata delle mafie, frutto in parte di luoghi comuni e vecchie leggende. Dal "Padrino" a "Gomorra", da "Quei bravi ragazzi" a "Romanzo criminale", il rischio che il boss diventi un eroe e l'illegalità una "carriera" è favorito spesso da una narrazione che mette in primo piano i protagonisti di camorra o 'ndrangheta, omettendo come possono essere combattuti o dimenticando chi lotta con coraggio per affermare la giustizia».
Di questo e altro Gratteri ha parlato ieri pomeriggio a Mongiana all’interno della sala multimediale del Mufar, il museo delle Reali Ferriere Borboniche, alla presenza, tra gli altri, del sindaco Bruno Iorfida; del dirigente dell’Istituto comprensivo di Fabrizia, Renato Daniele; della professoressa Carmen Aloi e di numerose autorità civili e militari. Un appuntamento importante, quello organizzato dallo stesso Istituto, nel corso del quale Gratteri ha dato vita ad un confronto assieme ai tanti alunni presenti in sala. «Per comprendere il presente – ha esordito il magistrato reggino – bisogna cercare di capire la storia, perché essa ci aiuta a correggere gli errori. È importante parlare ai ragazzi e raccontare loro la verità. Non bisogna cercare di manipolarli. Le future generazioni non possono trovare e riconoscere un mito chi magari si è reso autore di centinaia di omicidi. I giovani devono aprire gli occhi e rendersi conto dello sfascio provocato dalle mafie e un’arma importantissima è rappresentata dallo studio. Non accontentatevi mai di un “6” in pagella, cercate sempre di studiare dando il meglio di voi stessi. La mafia si può sconfiggere? Ritengo non ci sia invincibilità nelle mafie. Certo, i corrotti e gli infedeli ci sono ovunque, cambiano solo le percentuali. Le organizzazioni criminali nel corso degli anni si sono evolute. Oggi i boss si comportano come degli imprenditori. Immaginate – ha aggiunto Gratteri rivolgendosi sempre ai ragazzi – un imprenditore che produce. Per incrementare le vendite ha bisogno di pubblicità. E così fa un capo mafia, anche a loro serve la pubblicità, perché all’esterno devono apparire come i “salvatori del popolo”, anche se poi fanno affari sporchi alle nostre spalle». Fenomeni di questo tipo, insomma, «possono essere combattuti solo con un'alleanza culturale che includa tutti gli italiani partendo dall'educazione alla legalità, al senso civico, alla difesa della nostra convivenza».
«Nel 2018 – ha concluso Gratteri – faremo grandi cose per la provincia di Vibo».
Dopo aver firmato diversi libri e ricevuto dei doni, il procuratore di Catanzaro si è recato in visita alle Fonderie di Mongiana, accompagnato dal primo cittadino che, per l’occasione, ha fatto anche da guida turistica, illustrando la storia del piccolo centro del Vibonese.
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