La decisione è arrivata oggi a seguito dell'udienza tenutasi lo scorso 7 novembre. Il politico di Serra San Bruno si trovava agli arresti domiciliari presso la propria residenza serrese dal 20 giugno scorso, mentre in precedenza, a partire dal 2 febbraio, era stato condotto in carcere nell'ambito dell'operazione “Robin Hood” coordinata dalla Procura antimafia di Catanzaro.

La misura cautelare era scaturita dall’indagine che ha portato alla luce un presunto sistema illecito al vertice del quale, secondo i riscontri della Dda del capoluogo, vi sarebbe stato lo stesso Salerno. La vicenda fa riferimento alla gestione dei fondi comunitari del progetto regionale del “Credito sociale”, destinati al sostegno al reddito di nuclei familiari in condizioni di indigenza che, invece, secondo gli inquirenti sarebbero stati gestiti in maniera illecita e in alcuni casi dirottati ad aziende private.

L'inchiesta ha portato all'arresto di nove persone accusate, a vario titolo, di estorsione aggravata dal metodo mafioso, abuso d’ufficio, peculato, corruzione, turbativa d’asta e falso materiale in atto pubblico.

La decisione del Riesame, che ha portato alla conclusione del regime di detenzione domiciliare per Salerno – difeso dai legali Vincenzo Gennaro e Domenico Naccari – sarebbe scaturita dal fatto che secondo i giudici non sussistono più le esigenze cautelari.