Alla fine la montagna ha partorito il topolino. Anzi, avrebbe. Il condizionale è d’obbligo visto che finora la notizia è filtrata solo in maniera ufficiosa. Sul sito web istituzionale della Regione e sul Burc non ce n’è ancora traccia ma, a quanto pare, Giovanni Aramini, dirigente della Regione Calabria, sarebbe il nuovo commissario del Parco naturale regionale delle Serre. Aramini succede a Giuseppe Pellegrino, che era stato nominato alla guida dell’ente di tutela ambientale il 25 luglio 2018 dalla precedente giunta regionale. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, visto lo stato di incertezza che aleggiava intorno all’ente, ormai senza una guida da diverso tempo: il mandato di Pellegrino era scaduto nel febbraio scorso e, a distanza di cinque mesi, la Giunta regionale non si era ancora pronunciata sul nominativo del suo successore.

Una nomina alquanto inconsueta, quella di Aramini, specie per il modo “silenzioso” in cui è arrivata, ma non solo. Nella corsa alla poltrona più alta dell’ente di via Santa Rosellina, infatti, stando a quanto si mormorava nel sottobosco della politica, c’erano almeno tre nominativi, tutti di diretta espressione del centrodestra. Alla fine, però, tra i partiti che sostengono la Giunta Santelli non si è arrivati a un accordo e, a quanto pare, ai piani alti della Cittadella c’è stato anche chi ha avanzato più di una perplessità sui nomi in lizza. Lo stallo, alla fine, è stato superato con la proposta del “Capitano Ultimo”, l’assessore all’ambiente Sergio De Caprio, che ha avuto l’ok dei colleghi di Giunta sull’opzione Aramini.

La nomina però, se da un lato serve a mettere una toppa all’immobilismo che, inevitabilmente, ha avuto ripercussioni sulle attività e sui vari progetti che erano bloccati (ne abbiamo scritto qui), dall’altro pone un problema che non è di poco conto. Aramini, infatti, è - a quanto si legge ancora oggi sul sito della Regione - dirigente del settore “Parchi ed Aree Naturali Protette” del dipartimento regionale Ambiente, è dunque palese come in questo caso assegnargli il ruolo di commissario straordinario di un Parco regionale equivalga a far coincidere nella stessa persona il controllore e il controllato. Forse alla Cittadella non se ne fanno un problema, ma non è certo il massimo che ci si potesse aspettare per un ente che, fin dalla nascita, è stato sempre ostaggio degli interessi della politica e che, ora, rischia di essere vittima dell’incapacità della politica di mettersi d’accordo.