Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
«Una richiesta che rappresenta per noi l’ulteriore possibilità di chiarire in maniera completa e definitiva la nostra posizione e che, comunque, ha finalmente il sapore della serenità». A dirlo è stato il sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, che interviene su quella che lui stesso definisce come «la richiesta di rinvio a giudizio, emessa il 24 settembre dal Gup del Tribunale di Vibo Valentia, in merito all’affidamento del servizio di trasporto urbano che lo vede coinvolto in prima persona insieme a quattro assessori della precedente amministrazione Comunale». In realtà, non si tratta di una richiesta, in quanto il primo cittadino e dirigente di Fratelli d'Italia è stato già rinviato a giudizio.
«Il procedimento – si legge nella nota – che va avanti ormai dal 2009, scaturisce da un bando di gara emesso dal Comune di Nardodipace, su sollecitazione della Regione Calabria, per l’assegnazione del servizio di trasporto pubblico urbano e che vede vincitrice, dopo il primo esperimento andato deserto, la ditta “Viaggi Gullì” di Chiaravalle Centrale, che si sostituisce così alla cooperativa “L’Aurora”, di Nardodipace. La Cooperativa – ha continuato Loielo – rappresentata dal presidente Luigi Franzè, decide quindi di presentare ricorso al Tar e poi appello al Consiglio di Stato, ritenendo fossero stati perpetrati degli abusi nell’assegnazione del servizio, ma entrambi gli organi di giudizio danno piena ragione al Comune di Nardodipace, attestando l’assoluta correttezza della gestione e quindi dell’esecuzione del bando di gara da parte del Comune».
Il primo cittadino aggiunge: «La questione, ritenuta da tutti i coinvolti felicemente conclusa, si riapre dopo più di tre anni con un avviso di conclusioni d’indagine da parte della Procura di Vibo Valentia. Qualche tempo dopo infatti, ma questo si è scoperto solo in seguito, in concomitanza con la conclusione del procedimento innanzi al giudice amministrativo del Tar e del Consiglio di Stato, la cooperativa “L’Aurora”, non ancora soddisfatta dalle sentenze, produce denuncia penale contro il Comune di Nardodipace, continuando a ritenere impropria la gestione della gara».
«È solo attraverso l’avviso di conclusione indagini che siamo venuti a conoscenza di questo procedimento penale che ci vedeva coinvolti – rincara Romano Loielo – portato avanti fin dall’inizio in maniera quantomeno irrituale e che, unito a un altro elemento, rende la vicenda anomala e sgradevole. La pubblicazione della notizia della richiesta di rinvio a giudizio da parte del Pm infatti viene riportata dai giornali ben 17 giorni prima della notifica della prescritta comunicazione agli interessati. In ogni caso la certezza che un tribunale collegiale esaminerà con attenzione l’intera vicenda è per noi fonte di garanzia e rappresenta l’occasione per approfondire adeguatamente tutti gli aspetti della questione, fra cui le supposte competenza della Stazione unica appaltante, erroneamente ritenuta dalla Procura ente competente allo svolgimento della procedura di gara. «In realtà – conclude – l’assegnazione del trasporto urbano è un tipo di servizio che, in quanto non rivolto esclusivamente verso l’ente ma anche in favore di terzi e sottoposto comunque al fattore rischio economico, non deve obbligatoriamente espletarsi attraverso la stazione unica appaltante, esattamente come previsto proprio dal protocollo d’intesa istitutivo della Sua».
La metropoli di vecchia concezione, simbolo della rivoluzione industriale, il luogo della produzione e del commercio, densamente abitata, diventa sempre più il simbolo del fallimento della concezione di modernità. Oggi questo concetto ha cambiato significato: prima era la cementificazione del territorio con i suoi grandi insediamenti, adesso ha significato e funzioni diverse, che si trovano nella qualità della vita che la città può offrire attraverso i suoi servizi e il connubio tra città e campagna sempre più ricercato, attraverso i parchi urbani, gli spazi verdi di quartiere, parchi fluviali, orti urbani etc.
I parchi urbani sono delle aree verdi presenti all'interno del tessuto urbano. Svolgono diverse funzioni, sono progettati utilizzando specie autoctone, facendo un notevole impiego del prato e di alcune specie arbustive ed arboree. Il verde dei parchi, se razionalmente pianificato, può assumere anche un ruolo di sostituzione del sistema agricolo e forestale, diventando un elemento di mitigazione del clima urbano: può consentire l'insediamento e la migrazione della fauna. Assume un ruolo di fondamentale importanza per il giusto equilibrio tra costruito e natura, garantendo la presenza di veri e propri "polmoni" verdi all'interno del tessuto urbano. Nella pianificazione del territorio bisogna dare grande importanza anche alle aree verdi, si tratta di piccoli spazi inseriti nel tessuto urbano che servono i singoli quartieri come luoghi d'incontro, e rappresentano una risorsa fondamentale per la sostenibilità e la qualità della vita in città. Oltre alle note funzioni estetiche e ricreative, possono avere anche funzioni didattiche, contribuiscono a mitigare l’inquinamento delle varie matrici ambientali, migliorano il microclima delle città, mantengono la biodiversità, contribuiscono al benessere dei cittadini e alla qualità estetica dei paesaggi urbani.
Il verde urbano, non può essere considerato come semplice elemento decorativo, in quanto può contribuire a garantire all'interno delle città un'elevata qualità abitativa con diverse funzioni: ecologico-ambientale, protettiva, sociale e ricreativa, culturale e didattica, estetico-architettonica.
E’ però necessaria una valutazione attenta di alcune delle sue caratteristiche al fine di migliorare la sua funzione e di favorire le modalità della sua gestione, oltre che per consentire una razionale pianificazione degli interventi di estensione delle aree verdi. Per questo sarebbe auspicabile che nel maggior numero possibile di Comuni (e non solo in quelli di maggiori dimensioni) al piano urbanistico comunale fosse affiancato funzionalmente anche il piano del verde urbano, un documento progettuale oggi poco utilizzato, la cui assenza produce un rilevante spreco di denaro pubblico e rende di fatto meno fruibile il verde per i cittadini. Oggi di fronte agli attuali squilibri ambientali della città contemporanea sta prendendo corpo l' idea di una "green city", ovvero di una rinaturalizzazione della città attraverso l'integrazione del verde con l'ambiente costruito: orti urbani, aree boschive, habitat per la fauna, specchi d' acqua o zone umide.
Il verde urbano deve essere progettato. Non solo, deve essere progettato in maniera responsabile, perché deve rimanere tale per anni, deve richiedere la minor manutenzione possibile, portare molti benefici al cittadino, deve poter essere vissuto dal cittadino, deve contribuire a migliorare il microclima, l’aria, la vivibilità della città. Particolare attenzione va data ai materiali e le tecniche che si utilizzano per la realizzazione della pavimentazione, ai colori utilizzati nell'area giochi destinata ai bambini, alle sedute, ai contenitori per la raccolta differenziata. Il benessere dei cittadini può essere perseguito non solo attraverso l’erogazione attiva di servizi sempre più efficaci, ma anche attraverso la realizzazione di aree verdi, di nature e tipologie differenti che consentano alle persone di rigenerarsi e di vivere il proprio tempo in maniera indipendente e serena. Non è solo parchi e aiuole, ma anche orti sociali, itinerari naturalistici, percorsi lungo il fiume, alberi isolati, boschi urbani.
Il verde è parte integrante della progettazione sia del singolo manufatto che di quella del territorio a grande scala, ci permette di trovare il giusto equilibrio tra passato e futuro, tra costruito e spazio vuoto, tra i cattivi odori dello smog e quelli piacevoli delle essenze vegetali, garantendoci il giusto equilibrio tra città e natura.
Arch. Raimondo De Raffele
«Quann'era picciliddro, una volta sò patre, per babbiarlo, gli aveva contato che la luna 'n cielu era fatta di carta. E lui ci aviva criduto». 250 pagine da scorrere tutte d’un fiato. Leggero quanto un racconto, torbido come un romanzo. La luna di carta di Camilleri parte proprio da una surreale rivelazione che da bambino il commissario Montalbano ascoltò dalla bocca di suo padre, che per babbiarlo (prenderlo in giro) gli disse che la luna è fatta di carta. Montalbano naturalmente ci aveva creduto.
Questo è più o meno quanto accaduto a Serra San Bruno nel corso dell’ultima campagna elettorale, quando per accaparrarsi il consenso degli elettori serresi, i PdL boys fecero venir giù dal pulpito promesse a valanga. Ed allora via con campi da golf, piste di go-kart, ospedali del futuro, diurni in ogni dove, strade asfaltate entro un mese dall’insediamento della nuova giunta, finanziamenti per il sostegno alle giovani coppie e a chi volesse edificare una nuova casa, piscina comunale adeguata alle esigenze dei giovani disabili (con tanto di nome e cognome degli stessi ragazzi sparati in piazza direttamente dai palchi), un nuovo ciclo per la raccolta differenziata dei rifiuti, soluzione del problema acqua (non)potabile ed ultimo, ma non meno importante, l’immancabile cavallo di battaglia dei 100 posti al Parco delle Serre (fra l’altro finanziati tramite il Fondo Sollievo esaurito più di 4 anni fa). Strette di mano, pacche sulle spalle e frottole come se piovesse. I serresi ci credettero.
Sono passati i primi 6 mesi e Serra San Bruno è ancora dominata dal marciume figlio della poco oculata gestione di una squadra divisa che ci governò fino al novembre 2010. Non tanto, o non solo, per colpa dell’ex sindaco Lo Iacono, trovatosi solitario ad amministrare un intero comune, ma del resto dei componenti di una maggioranza presente a singhiozzo. In comune assessori e consiglieri ci andavano ogni 2-3 mesi per fare sfoggio del vestito della domenica ed alzare ogni tanto la mano durante le votazioni nei consigli comunali. Non esistono ricette assolute per la felicità di un piccolo centro urbano del meridione, soprattutto in un periodo così magro, ma urge per il prossimo futuro avviare la formazione di una classe amministrativa caratterizzata dalla presenza di uomini e donne, non per forza giovani, ma necessariamente capaci e liberi. Affinché finalmente si definisca un’inversione di tendenza che allontani la città dal binario morto che ancora adesso sta percorrendo e che ha visto come protagonisti, non solo oggi, decine di professionisti “navigati” con uffici privati colmi di lavoro e poco tempo da dedicare alla vita amministrativa di Serra, ed una manciata di ragazzi a cui è stata sistemata addosso l’armatura scintillante della gioventù forgiata da tanti voti (perché appartenenti a famiglie numerose) ma da poca, pochissima qualità amministrativa. Solo così si potrà scardinare il meccanismo creato da chi si è permesso il lusso di promettere tutto, anche l’impossibile, e non mantenere nulla. E trascurante della grave crisi che ci attraversa, nell’arco di questi 6 mesi ha ben pensato di far adottare aiuole ai commercianti ed inscenare tragicomiche giostre medievali fra rioni. Ci manca solo, per l’appunto, la luna di carta.
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