furto gasolio iiSono stati tratti in arresto per furto aggravato di gasolio. A.S., 20 anni, ed R.A., 41enne, rispettivamente residenti in provincia di Vibo e Reggio, sono stati sorpresi da una pattuglia del reparto prevenzione crimine “Calabria centrale” mentre tentavano di allontanarsi da un cantiere della Trasversale delle Serre con delle taniche di gasolio.

I due giovani, alla vista dei poliziotti della Questura di Vibo Valentia, hanno abbandonato le taniche per poi provare ad allontanarsi a piedi, ma il tentativo di fuga è stato immediatamente impedito dall’intervento delle forze dell’ordine. Il carburante era stato sottratto dal serbatoio di alcuni mezzi industriali parcheggiati in un cantiere allestito dalla ditta “Ottavio Cavalieri Spa”.

Nell'ottobre scorso, in località Montecucco, tra i comuni di Simbario e Vallelonga, altri 5 mezzi impegnati nei lavori di realizzazione di un lotto della stessa Strada statale 182, erano stati interessati da un incendio doloso.

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mini rubinettiSERRA SAN BRUNO - A distanza di ben due mesi, il primo cittadino Bruno Rosi ha disposto con effetto immediato «la revoca delle ordinanze n.12 del 25/07/2014 (per la parte in cui si vietava l'uso potabile dell'acqua, ai fini del consumo umano, proveniente dal serbatoio denominato "Castagnari") e n.13 del 07/08/2014 (per la parte in cui si vietava l'uso potabile dell'acqua, ai fini del consumo umano, proveniente dal serbatoio "Guido" e per la parte in cui si confermava il divieto dell'uso potabile dell'acqua, ai fini del consumo umano, proveniente dal serbatoio denominato "Castagnari")». 

La suddetta ordinanza è stata emessa «a seguito dei risultati delle analisi eseguite dalla Esi Lab srl per conto del Comune», dalle quali si evince la «conformità al D.Lgs. n.31/2001 e s.m.i dei parametri microbiologici dei campioni prelevati in data 25/09/2014 in uscita dai serbatoi "Castagnari" e presso il serbatoio di acqua denominato "Guido"».

 

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rubinettiAnche per quest’estate, a quanto pare, i serresi saranno costretti a porre corposi limiti alle modalità d’uso dell’acqua che ricevono nelle proprie abitazioni. Questa mattina, infatti, il sindaco Bruno Rosi ha emesso una nuova ordinanza di limitazione dell’utilizzo dell’acqua potabile (n.12/2014), realizzata in riferimento ai risultati delle analisi effettuate dalla ditta Esi Lab srl, proprio per conto del Comune di Serra San Bruno, in merito ai campionamenti eseguiti lo scorso lunedì 21 luglio sull'acqua in uscita dal serbatoio “Castagnari” e dal serbatoio comunale “Ninfo”.

Vista «l’urgente e non procrastinabile necessita di intervenire a tutela della salute pubblica» – si legge nell’ordinanza – fino a quando non sarà accertata la conformità dell’acqua erogata dai due serbatoi in questione è stato ordinato, dunque, con decorrenza immediata e fino a nuove disposizioni, «il divieto all’uso potabile dell’acqua ai fini del consumo umano». I problemi riscontrati dalle analisi in questione sarebbero di carattere microbiologico e l’acqua erogata - secondo lo stesso atto - potrà essere utilizzata comunque «per uso domestico, igiene personale, pulizia, ecc.».

Inoltre, l’atto comunale varato oggi ordina ai cittadini la limitazione dell’uso dell’acqua limitatamente alle zone che sarebbero direttamente fornite dai due serbatoi in questione, tanto che nella stessa ordinanza si legge testualmente: «l’acqua del serbatoio “Castagnari” viene erogata solo in una zona limitata del territorio comunale e precisamente località Ombrellino, via Catanzaro (nel tratto incrocio via Serra dei Monaci – aiuola statua di San Pio) e relative traverse di via Serra dei Monaci». Una ricostruzione topografica non nuova e del tutto azzardata, visto che in realtà l’acqua erogata da qualsiasi serbatoio afferente alla rete idrica locale, va poi a miscelarsi in un anello unico che serve tutto il territorio comunale. Dunque risulta quanto mai errato tentare di dare indicazioni - come già accaduto diverse volte nel recente passato - su quali siano le zone di pertinenza di ogni singolo serbatoio.

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fontanaA soli quattro giorni di distanza dalla pubblicazione del provvedimento che di fatto ha sancito la non potabilità dell’acqua erogata dalla fontana “Scorciatina”, questa mattina il sindaco di Serra San Bruno, Bruno Rosi, ha ordinato anche la non potabilità dell’acqua fornita dal serbatoio comunale “Ninfo”. L’ordinanza – la numero 6/2014 – scaturisce da una comunicazione a mezzo fax pervenuta all'attenzione degli uffici comunali direttamente dall’Asp di Vibo Valentia. La stessa Azienda sanitaria provinciale, come si legge nell’atto, «ha proposto l’urgente adozione del provvedimento per limitare l’uso dell’acqua proveniente dal serbatoio “Ninfo” in quanto è stata riscontrata la non conformità al D. Lgs. 31/2001» di alcuni parametri microbiologici che non vengono però dettagliatamente specificati.

Le analisi in questione sono state emesse sulla base di alcuni campionamenti effettuati in data 8 aprile. Anche in questo caso si è quindi deciso di portare la cittadinanza a conoscenza del provvedimento di non potabilità mediante l’affissione dello stesso nei pubblici locali ubicati nel centro urbano e tramite la pubblicazione dell’atto sull'Albo pretorio online dell’ente.

Inoltre, secondo le indicazioni impartite dall’Asp, viene sottolineato come l’acqua erogata non possa essere utilizzata per uso alimentare, per il lavaggio e la preparazione degli alimenti, per l’igiene orale, per il lavaggio delle stoviglie o di utensili da cucina, delle apparecchiature sanitarie, degli oggetti per l’infanzia (biberon, contenitori pappe, ecc.) e, soprattutto, per l’igiene della persona.

 

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mini Documento_-ordinanza__19-2013_revoca_1.PDF-page-001Con l’ordinanza n.19 del 29 novembre 2013, pubblicata ieri sull’albo pretorio del Comune di Serra San Bruno, il sindaco Bruno Rosi ha revocato l’atto di non potabilità dell’ottobre scorso, con cui di fatto, circa un mese e mezzo fa, si dichiarava il divieto dell’uso dell’acqua erogata dal serbatoio ‘Castagnari’ ai fini del consumo umano.
 
Il provvedimento precedente, sancito con un’ordinanza di non potabilità il 18 ottobre 2013, era stato disposto in seguito alle analisi eseguite dalla ditta Esi Lab s.r.l., che avevano evidenziato la presenza, oltre i limiti massimi previsti dalla legge, di elementi microbiologici in uscita dal suddetto serbatoio comunale. 
 
La non conformità è stata, quindi, di fatto revocata ieri dopo 43 giorni, anche se al documento sottoscritto dal primo cittadino serrese non risultano allegate le tabelle dei rapporti di prova del campionamento effettuato per misurare la potabilità, né tanto meno i parametri riscontrati in quantità anomala furono pubblicati in precedenza, al momento della dichiarazione di non potabilità del 18 ottobre. Insomma, ultimamente ai cittadini viene puntualmente segnalata la bontà o meno del liquido erogato direttamente nelle loro case, ma, come al solito, rimane ancora un arcano riuscire a capire quali siano i valori anomali e soprattutto in quale quantità questi divergano dai limiti indicati dal D.Lgs del 31/2001. 
 
L’ordinanza di revoca della potabilità dell’acqua è stata comunque diffusa, non solo con la pubblicazione sull’albo pretorio on line dell’ente comunale, ma anche mediante affissione nei principali locali pubblici. Copia dello stesso atto è stata altresì trasmessa al Distretto sanitario di Serra San Bruno, all’Asp provinciale e all’Ufficio Territoriale del Governo di Vibo Valentia.
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mini ordinanza_acqua_non_potabileCon l’ordinanza n.15, emessa questo pomeriggio dal Comune di Serra San Bruno, è stato disposto - con decorrenza immediata e fino a nuove disposizioni - il divieto dell’uso, ai fini del consumo umano, dell’acqua erogata dal serbatoio ‘Castagnari’.
“Dai risultati delle analisi eseguite dalla ditta Esi Lab s.r.l.” – si legge nell’ordinanza sottoscritta dal sindaco Bruno Rosi – “si evince la non conformità dei parametri microbiologici del campione prelevato in data 15/10/2013 in uscita dal serbatoio ‘Castagnari’”. La non conformità interesserebbe quindi dei parametri microbiologici dell’acqua erogata da un serbatoio comunale, lo stesso in cui il 12 agosto scorso fu rilevata dai laboratori ArpaCal una massiccia presenza di Coliformi (sostanza contenuta negli escrementi umani) per un valore di ben 43 MPN/100mL, mentre il decreto legislativo 31/2001 ne indica un valore riscontrabile limite pari a 0.
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Domenica, 17 Febbraio 2013 10:22

Caso acqua, Tassone: 'Uno scandalo senza fine'

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Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Uno scandalo cui bisogna porre fine immediatamente. Non è più possibile assistere all’osceno balletto delle ordinanze che, un giorno si e l’altro pure, vietano ai cittadini di accedere ad un bene primario quale l’acqua. E’ necessario fare chiarezza e farla subito. Non si può continuare a cincischiare con la salute dei cittadini. Al di là delle ultime vicende, (vedi allarme benzene) gli utenti non possono continuare ad essere approvvigionati attraverso un invaso posto sotto sequestro. In particolare, i serresi hanno la necessità di ricevere le risposte che l’attuale amministrazione si ostina a non voler cercare. Occorre staccare la spina a Sorical ed all’Alaco. Non c’è più tempo da perdere, bisogna recuperare i pozzi, le sorgenti ed ottimizzare  tutte le risorse idriche comunali. E’ necessario tagliare ogni dipendenza da Sorical, a costo di contingentare le forniture idriche. Una elementare regola di buon senso dovrebbe far capire, infatti, che è meglio erogare acqua buona per mezza giornata, piuttosto che pompare tutto il giorno acqua putrida, insalubre e quindi inservibile. A ciò si aggiunga che, la gran parte dell’acqua proveniente dai serbatoi comunali può essere equiparata tranquillamente ad acqua minerale, mentre quella dell’Alaco, diventa potabile ( quando lo è) solamente in seguito a massicci interventi a base di cloro. Le istituzioni, a partire da quella comunale, hanno, inoltre, il dovere di ricostruire il rapporto di fiducia con i cittadini. Per farlo bisogna uscire dall’ambiguità. Non sono più tollerabili manifestazioni di superficialità o errori marchiani, ai limiti dell’incompetenza, quali quelli commessi con l’ordinanza n. 4, del 1 febbraio u.s., con la quale è stato escluso dal “ divieto all'uso potabile dell'acqua” il rione servito dal serbatoio “ denominato “Guido”, ovvero lo stesso per il quale era stata dichiarata la non potabilità con una precedente ordinanza, la n. 28 del 3 ottobre 2012. Un’ordinanza peraltro, a distanza di oltre quattro mesi, mai ritirata e pertanto, ancora, in vigore. Una situazione paradossale, assurda, come paradossale e assurdo è l’atteggiamento dell’amministrazione comunale che, durante la fase più acuta dell’allarme benzene, per giustificare il ritardo nell’emanazione dell’ordinanza ha affermato che i risultati del prelievo, effettuato il 6 dicembre 2012, erano stati comunicati solamente il 1 febbraio 2013. Una Toppa peggio del buco, dal momento che alcuni esponenti dell’amministrazione cittadina affermano, ad ogni piè sospinto, che le analisi vengono fatte con regolarità. Se così fosse, però, non ci sarebbe stata alcuna necessità che a comunicare la non potabilità fosse un organismo terzo. Mentre l’amministrazione cittadina continua a cullarsi nella sua usuale ignavia, nonostante in questi due anni non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta, continuiamo a porre quesiti ed interrogativi al fine di poter tutelare la salute dei cittadini. Il data 6 febbraio il sottoscritto ha indirizzato l’interpellanza che segue, al sindaco, al presidente del consiglio, al Prefetto ed alla commissione di accesso agli atti.
 
 
INTERPELLANZA A RISPOSTA SCRITTA
 
POTABILITÀ DELL'ACQUA
 
 
OGGETTO: Potabilità dell’acqua
 
 
Il sottoscritto consigliere 
 
Premesso che
 
- da alcuni anni i cittadini residente nel comune di Serra San Bruno sono costretti a subire gravi disagi a causa della non potabilità dell’acqua;
- nel mese di Maggio 2012 è stato posto sotto sequestro l’invaso Alaco che rifornisce la gran parte delle utenze cittadine;
- in data venerdì 1 febbraio 2013, è stata emanata l’ordinanza n. 4 con la quale è stato disposto “il divieto all’uso potabile dell’acqua in tutto il territorio comunale ad esclusione delle località servite dai serbatoi  comunali (Serbatoio denominato “Guido”, serbatoio denominato “Ninfo”, serbatoio denominato “Castagnari”);
- che nell’ordinanza n. 4/2013 il divieto all’uso dell’acqua potabile non veniva esteso alle “località servite dai serbatoi comunali (Serbatoio denominato “Guido”, serbatoio denominato “Ninfo”, serbatoio denominato “Castagnari”)”;
- in data 3 febbraio 2013 con ordinanza n. 5 è stata disposta la revocato dell’ordinanza n. 4/2013;
- da notizie apprese dagli organi di stampa, l’Arpacal avrebbe consegnato al prefetto di Vibo Valentia, dott. Michele di Bari, una relazione dalla quale risulterebbe che sul campione di acqua prelevato “dall’impianto dell’Alaco”, è stata “individuata una serie di componenti che, nella materia delle analisi per le acque potabili, non sono codificati dalla legislazione vigente: sono i cosiddetti “composti aromatici alogenati derivanti dal benzene espressi come benzene”
 
 
Considerato che
 
- da notizie apprese dagli organi di stampa, il prelievo che avrebbe individuato la presenza di Cloriti oltre i limiti previsti dal D. Lgs. 31/01 e s.m.i. risalirebbe al 6 dicembre 2012:
- l'ordinanza di non potabilità, con grave ritardo, è stata pubblicata solamente l'1 febbraio u.s.;
- con ordinanza n. 28 del 3 ottobre 2012 era stato disposto il divieto all’uso dell’acqua potabile per le località servite dal serbatoio denominato “Guido”;
- nel corso degli ultimi anni sono state emanate numerose ordinanze di non potabilità dell’acqua;
- le continue ordinanze hanno generato paura e sfiducia nei cittadini;
- le continue ordinanze oltre ad produrre apprensione danneggiano gravemente l’immagine della cittadina;
 
 
Interpella il Sindaco per conoscere
 
- se e quando è stata revocata l’ordinanza n. 28/2013
- se nel corso di questi mesi, dalla data del suo insediamento, l’attuale Amministrazione abbia effettuato una ricognizione conoscitiva, al fine di individuare le cause dei ripetuti episodi di non potabilità dell’acqua verificatasi negli ultimi anni e negli ultimi mesi;
- quali siano gli agenti inquinanti presenti nell’acqua;
- se oltre alle analisi batteriologiche sono state effettuate, a cura dell’Amministrazione comunale, analisi approfondite al fine di individuare l’eventuali presenza di agenti inquinanti di altra natura;
- con riferimento al menzionato prelievo effettuato dall’Arpacal, in data 6 dicembre 2012, l’arco temporale durante il quale l’acqua erogata nelle abitazioni dei cittadini non è stata potabile;
- quali possono essere i rischi derivanti per la salute dei cittadini a causa del prolungato uso di acqua inquinata da “cloriti” e “composti aromatici alogenati derivanti dal benzene”; 
- le ragioni per le quali i risultati dei prelievi effettuati il 6 dicembre 2012 siano stati comunicati solamente il 1 febbraio u.s.
- quali azioni, anche di carattere legale, codesta Amministrazione abbia intrapreso o stia per intraprendere nei confronti dei responsabili dell’omessa o tardiva comunicazione relativa ai risultati delle analisi del campione prelevato lo scorso 6 dicembre 2012;
- quali azioni, anche di carattere legale, codesta Amministrazione abbia intrapreso o stia per intraprendere nei confronti della società che gestisce l’invaso dell’ Alaco;
- quali siano stati i provvedimenti intrapresi da codesta Amministrazione per risolvere, in maniera definitiva, l’increscioso problema dell’acqua non potabile; 
- quali progetti codesta Amministrazione abbia allo studio al fine di interrompere la dipendenza idrica dalle forniture provenienti dall’Alaco;
- quanti e quali pozzi comunali in disuso siano stati riattivati per alleggerire la dipendenza dalle forniture provenienti dall’invaso dell’Alaco;
 
 
Il consigliere comunale
 
Mirko Tassone
 
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mini imagesCAGWIJ8GSPADOLA - La crisi idrica che sta attanagliando il territorio delle Serre sembra non voler conoscere la parola fine. Ma l’emergenza che si sta registrando in questi giorni a Spadola ha davvero poco a che fare con l’annosa questione  “acqua sporca” che recentemente ha portato al sequestro dell’invaso Alaco. Infatti il comune di Spadola gestisce l’acqua in perfetta autonomia e non dipende quindi dal lago in mano a Sorical ormai dal 2006, ma si tratta comunque dell’ennesimo capitolo giallo di un romanzo idrico sempre più bizzarro e misterioso.

Il 16 ottobre scorso, il Sindaco Giuseppe Barbara ha emesso un’ordinanza di non potabilità sulla base di una nota trasmessa dall’ASP di Vibo Valentia (prot. 823/IP), tramite cui il Dipartimento Prevenzione della stessa Azienda Sanitaria comunicava che i risultati delle analisi di routine microbiologiche, effettuate su un campione d’acqua prelevato in uscita del serbatoio comunale sito in località ‘Corvo’, non rientrerebbero nei limiti di potabilità previsti dal Dlgs 31/2001. Provvedimento che, già 13 giorni fa, ha quindi vietato “l’uso dell’acqua potabile ai fini del consumo umano, nelle zone della rete idrica alimentate dal serbatoio in località Corvo”.

Ma la disposizione di semplice non potabilità, che indirizza la cittadinanza al non utilizzo dell’acqua, è stata insolitamente seguita da un totale black-out idrico. Un allarmante stato di disagio dettato dalla completa sospensione dell’erogazione dell’acqua nella quasi totalità del territorio spadolese.

Ormai da ore gli uffici comunali sono inondati da telefonate da parte dei numerosi cittadini legittimamente infastiditi dalle difficoltà legate all’essere completamente privi di acqua corrente nelle proprie abitazioni, tanto che per i servizi igienici o per la doccia molti hanno dovuto rivolgersi a parenti ed amici residenti nelle vicine Brognaturo e Simbario.

Al di là della non potabilità ormai acclarata da quasi due settimane, la completa assenza di acqua potrebbe essere connessa ad un difetto tecnico alla rete idrica comunale. Infatti a lasciare a secco i cittadini di Spadola potrebbe essere stato un guasto tecnico a una delle condotte principali del serbatoio centrale da cui poi l’acqua viene ripartita nelle case del centro abitato. 

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mini municipio_serra

Il valzer delle ordinanze di non potabilità, inscenato ormai da mesi dall’amministrazione comunale serrese, sembra non volersi arrestare. Mentre ancora sussiste l’ordinanza di non potabilità per l’acqua erogata dal serbatoio ‘Castagnari’, con l’ordinanza n.28/2012 del 3 ottobre, viene dichiarata non potabile anche l’acqua del serbatoio ‘Guido’ che rifornisce Via Nicolas Green e zone limitrofe. La non conformità pare si riferisca a dei parametri microbiologici di campioni prelevati venerdì 28settembre dalle fontane pubbliche di Guido, Scorciatina, Santa Maria e piazza Mons. Barillari.
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mini _DSC1340SERRA SAN BRUNO - La replica al nostro articolo del 4 settembre dal titolo 'Serra, sorgente danneggiata da mesi e mai riparata. E il Comune invita a ridurre gli sprechi' (https://www.ilvizzarro.it/serra-sorgente-danneggiata-da-mesi-e-mai-riparata-e-il-comune-invita-a-ridurre-gli-sprechi.html) con cui abbiamo denunciato le condizioni in cui si trova una delle sorgenti che serve il serbatoio comunale 'Castagnari', lascia perplessi non tanto per l'italiano a tratti oscuro, quanto per il contenuto.

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