Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Riceviamo e pubblichiamo
Speriamo solo che la lezione sia servita e che il Comune di Serra San Bruno ne faccia tesoro, decidendo per il futuro di tenere una linea di comportamento più rispettosa del ruolo e delle prerogative dello Slai-Cobas e dei suoi rappresentanti.
Se non altro per favorire il dialogo, ci si augura sereno e costruttivo, senza trincerarsi dietro manifestazioni di arroganza e dimostrazioni di forza destinate prima o poi ad essere smentite ed a lasciare il tempo che trovano. Perché fino a prova contraria viviamo in uno Stato di diritto e la giustizia spesso riesce a mettere le cose a posto. Questi i fatti che vedevano, all’epoca, il Comune guidato dalla Giunta Lo Iacono.
Con sentenza n. 368 del 12 marzo 2014, notificata al Comune il 28 aprile 2014, il Giudice del Lavoro di Vibo Valentia, in persona della dott.ssa Annalisa Gualtieri, ha dichiarato l’illegittimità di un provvedimento disciplinare con cui il Comune di Serra San Bruno aveva a suo tempo sanzionato un proprio dipendente LSU/LPU per non aver ottemperato ad un ordine di servizio con cui il Comune, con l’evidente scopo di impedirgli di partecipare allo sciopero indetto per la giornata del 9 maggio 2008 dallo Slai-Cobas, aveva tentato di imporgli lo svolgimento di un servizio.
Comportamento questo che già di per sé estremamente grave nei confronti di un semplice lavoratore diventava aberrante ove diretto come nel caso di specie nei confronti di un lavoratore, che ricopriva anche la carica di rappresentante sindacale.
Angelo Carchidi - questo il nome del nostro rappresentante - legittimamente rifiutava di ottemperare ad un ordine di servizio chiaramente illegittimo e connotato da evidenti caratteri di antisindacalità, partecipando allo sciopero. Da qui la reazione del Comune che apriva un procedimento disciplinare sanzionando il lavoratore con una multa.
Sanzione questa oggi annullata dal Giudice del Lavoro di Vibo Valentia che, in totale accoglimento delle argomentazioni difensive presentate dal legale dello Slai-Cobas, ha accertato l’illegittimità del comportamento tenuto dal Comune riconoscendo esplicitamente il diritto del lavoratore /rappresentante sindacale a partecipare allo sciopero attesa la non riconducibilità del servizio richiesto all’interno dei servizi pubblici essenziali e riconoscendo espressamente la rappresentatività sindacale dello Slai-Cobas ed il conseguente diritto dell’organizzazione di nominare ed individuare “delegati in seno agli enti ed organismi locali, tra cui appunto il Comune di Serra San Bruno” (pag. 2 sentenza).
Diritto questo esplicitamente negato dall’Amministrazione e che rappresentava, di fatto, il fine ultimo della condotta messa in atto da questa. Paventando la necessità di un inesistente servizio pubblico essenziale, infatti, il Comune di Serra San Bruno di fatto mirava a screditare la scrivente organizzazione nei confronti dei propri iscritti impedendo al suo rappresentante di partecipare allo sciopero indetto dalla stessa organizzazione sindacale cui apparteneva ed appartiene. Per la serie: non esistete, non avete diritti e non vi riconosciamo.
Invece, purtroppo per il Comune, lo Slai-Cobas esiste eccome, opera, rivendica diritti e tutela i propri iscritti. E’ questa è la verità, piaccia o meno al Comune di Serra San Bruno. Speriamo solo, si ripete, che la lezione sia servita.
Noi, come sempre, continueremo a lavorare ed svolgere il nostro ruolo che, ci rendiamo conto, per qualcuno possa risultare scomodo e dare fastidio. Ma questo non è un nostro problema e, detto francamente, non ci spaventa. Tutt’altro. Ed i fatti lo dimostrano.
Slai – Cobas Serre Calabre
Con un breve e conciso comunicato - diramato pochi minuti fa - il titolare dell'agriturismo 'Fondo dei Baroni', Domenico De Paola, in protesta assieme a due dei suoi dipendenti - Immacolata Timpano e Domenico Randò - ha reso esplicità la ferma intenzione di continuare nell'azione di contestazione che vede i tre incatenati nel corridoio del Municipio di Serra San Bruno dalle 9.30 di questa mattina, per reclamare il pagamento dei servizi prestati dall'azienda ricettiva nell'ambito del Progetto 'Pitagora Mundus'.
La struttura aveva ospitato, per diversi mesi, 26 dei 53 ragazzi egiziani arrivati in città per effettuare un percorso didattico-formativo di 5 anni, presso l'Istituto Superiore di Serra. Ma il pagamento dei servizi prestati - se non per una minima parte - non è mai di fatto stato effettuato dal Comune. Si legge nella nota: «Nonostante i vari disagi, il freddo e la stanchezza la nostra protesta continua. Le proposte che ci sono state fatte vanno bene e le abbiamo accettate, ma noi - continuano i dipendenti del 'Fondo dei Baroni' - non andiamo via dal comune e faremo lo sciopero della fame fino a quando l'amministrazione comunale non avrà svolto tutte le pratiche necessarie per l'erogazione delle somme dovute. Solo dopo che tutto l'iter burocratico sarà completato potremo andare via e tornare a casa dalle nostre famiglie e al nostro lavoro. Non bastano più le parole. E' da un anno che fanno parole. Un grazie a tutti per la solidarietà dimostrata».
La vincenda - che sta guadagnandosi l'attenzione mediatica regionale - sembrava potersi risolvere entro la giornata di oggi, soprattutto in seguito ai contatti avuti tra il legale di De Paola e gli esponenti dell'amministrazione locale, pronti - si diceva - a sottoscrivere immediatamente un accordo per giungere ad una risoluzione positiva dei fatti. Secondo quando trapelato, il sindaco avrebbe espresso la volontà di coprire il debito con le disponibilità del bilancio comunale, riconoscendo quindi esplicitamente le responsabilità dell'ente, ma - inspiegabilmente - nel pomeriggio si è registrata l'ennesima fase di stallo, tanto che la Giunta comunale non si è riunita per deliberare alcuna decisioni in merito. Domani dovrebbe giungere a Serra un referente dell'agenzia regionale Iscapi, soggetto attuatore del progetto. Intanto i tre passeranno la notte all'interno del comune, ancora in sciopero della fame.
VIBO VALENTIA - Erano entrati in sciopero perché non percepivano lo stipendio e, nonostante il cambio di proprietà, la loro situazione si era ulteriormente aggravata, ma come se ciò non bastasse oggi sono stati licenziati in tronco dall'editore, perché avrebbero "danneggiato l'immagine dell'azienda". E' quanto sta succedendo all'emittente televisiva locale Rete Kalabria, acquisita mesi fa dal gruppo Pubbliemme, di proprietà di Domenico Maduli. Oggi il direttore della rete, dopo aver inviato le lettere di licenziamento, ha letteralmente cacciato via i giornalisti
“Non è tutto oro quello che luccica. A Rete Kalabria i giornalisti non ricevono lo stipendio da otto mesi e, nonostante le reiterate promesse, il Gruppo Pubbliemme, che ha acquisito l’emittente televisiva di Vibo Valentia nel settembre scorso, non ha neppure provveduto a saldare le mensilità correnti”.
Carlo Parisi, vicesegretario nazionale della Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, denuncia la drammatica situazione in cui versano i cinque giornalisti dell’emittente vibonese che, nonostante il passaggio di proprietà, non hanno visto modificare la loro situazione creditoria nei confronti dell’azienda che, anzi, risulta aggravata dalla mancata corresponsione delle due ultime mensilità.
FABRIZIA - Aveva deciso di intraprendere lo sciopero della fame e della sete contro quelli che lui stesso ha definito come degli ‘inspiegabili ritardi’, causati dalla burocrazia. Nei suoi confronti, infatti, erano già stati deliberati dei fondi antiusura. Fondi che, però, non ha mai ricevuto. Dopo tre giorni di protesta, il testimone di giustizia Giuseppe Iennarella ha sospeso lo sciopero della fame e della sete, in quanto lunedì prossimo sarà ricevuto in Prefettura da neo capo dell’ Utg, Giovanni Bruno. L’ imprenditore serrese è il testimone chiave del processo 'Business Cars’, che ha messo alla sbarra diverse persone accusate a vario titolo di usura ed estorsione. L’operazione, scattata nel novembre del 2011, è stata portata a termine dai Carabinieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia.
FABRIZIA - Giuseppe Iennarella e Laura Mamone sono testimoni chiave del processo ‘Business Cars’che, nel novembre del 2011, ha messo alla sbarra diversi soggetti tra Catanzaro, Lamezia, Ardore, Soriano, San Costantino Calabro e Serra San Bruno. Le accuse sollevate nei loro confronti andavano dall’usura aggravata, all’abusiva intermediazione finanziaria, passando per l’estorsione. Da oggi, però, Giuseppe Iennarella ha deciso di avviare lo sciopero della fame e della sete.
MONGIANA - «Le ragioni dello sciopero dei forestali calabresi stanno tutte nell’incoerenza tra il contenuto del piano per la forestazione è la sua effettiva realizzazione». Di interventi strutturali, di messa in sicurezza del territorio, di come avviare progetti di forestazione biogenetici e coinvolgere i forestali calabresi nel sistema di protezione civile per valorizzare le zone interne e montane con particolare riferimento al dissesto idrogeologico, si è parlato nel corso dell’assemblea dei lavoratori forestali, avvenuta nel paese delle Reali Ferriere, che anticipa la prossima astensione collettiva dal lavoro. Per queste e tantissime altre ragioni il settore forestale calabrese effettuerà lo sciopero generale il 27 aprile con una grande manifestazione a Catanzaro. All’incontro con la folta platea di lavoratori c’erano le sigle sindacali maggiormente rappresentative, Cgil, Cisl e Uil, ad indicare che quando l’interesse è comune l’unità sindacale, se cercata, viene sempre raggiunta. Ad introdurre gli interventi è stato P. Barbalaco, segretario provinciale Uila-Uil che ha spiegato, insieme a B. Lafortuna, segr. prov. Fai-Cisl di Vibo Valentia, le ragioni dello sciopero. «Dall’ultimo incontro con Scopelliti e Trematerra – ha detto Bruno Costa, segretario regionale della Flai-Cgil – avevamo riscontrato delle aperture, per questo avevamo revocato lo sciopero, ma a sei mesi da quell’incontro le cose non son o mutate. Il settore si è degradato e per la prima volta c’è stata la cassa integrazione». Smorzando le polemiche sul ruolo sindacale della Cgil ha sottolineato come «noi siano anche il sindacato della proposta, non soltanto quello della protesta. Il nostro obbiettivo, attraverso lo sciopero – ha proseguito il sindacalista – è costruire un tavolo di confronto per risolvere i problemi dei lavoratori forestali e per questo è necessario un interlocutore politico serio». Secondo il segretario provinciale Cgil di Vibo Valentia Luigi De Nardo «l’unità sindacale è fondamentale e lo sciopero generale del 27 aprile è un segnale importante». De Nardo ha voluto ribadire che il sindacato non è storia passata del 20° secolo ma «deve guardare al futuro perché non corso del 21° secolo si presenteranno nuove battaglie, per questo non può andare in sordina». Per Franco Mamone della Fai-Cisl «non è uno sciopero politico, si è reso necessario perché cosi non possiamo più andare avanti» e dopo le critiche all’assessore regionale alla forestazione Trematerra «la nostra è anche una questione sociale». Di uno sciopero che avviene in un contesto difficile ha parlato il segretario gen. Flai-Cgil di Vibo Valentia Battista Platì che ha ribadito come per la sopravvivenza del comparto forestale è necessario che si torni «alle origini, bisogna fare forestazione e renderla produttiva attraverso la protezione idrogeologica delle zone interne, da questo sciopero abbiamo grandi aspettative». A conclusione, il segretario regionale Fai-Cisl Pino Gualtieri ha sottolineato come la legge calabrese sulla forestazione è stata una legge che ha fatto da apripista per le altre regioni d’Italia alla quale si sono rifatte. «Noi ci aspettiamo e vogliamo – ha detto – programmazione, progettazione e piani attuativi, questo è quello di cui vogliamo parlare».
Di seguito nota stampa di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila-Uil:
Le ragioni dello sciopero dei forestali calabresi stanno tutte nell’incoerenza tra il contenuto del piano per la forestazione è la sua effettiva realizzazione. Per la forestazione calabrese servono interventi strutturali non “Scoop Mediatici”. Mettere in sicurezza il territorio, avviare progetti di forestazione biogenetici, coinvolgere i forestali calabresi nel sistema di protezione civile, valorizzare le zone interne e montane con particolare riferimento al dissesto idrogeologico. Un grande progetto, dunque, per il quale bisogna ripristinare le risorse economiche tagliate dalla Regione Calabria. Per i segretari generali di categoria Battista Platì per la FLAI-CGIL, Bruno Lafortuna per la Fai-Cisl e Pasquale Barbalaco per la Uila-Uil, un tema importante come quello della forestazione non può essere affrontato in chiave scandalistica, come hanno fatto alcune testate nazionaliIl Vizzarro.it - quotidiano online
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