mini prefettura_viboIl ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri è intervenuta per chiarire la questione dei tagli di prefetture e questure nelle province soppresse, un provvedimento che nei prossimi giorni, sottoforma di regolamento attuativo alla legge di luglio, sarà al vaglio del Cdm. Non manca nelle sue parole un riferimento alla Calabria, dunque a Vibo e a Crotone. "Solo 18 sedi minori rimarranno 'scoperte' - ha dichiarato ai microfoni di Radio 1 - nelle altre province rimarranno presidi con un prefetto e un questore, come peraltro avveniva 5-6 anni fa, perché parliamo di alcune sedi che sono di nuovissima istituzione

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mini municipio_serraSERRA SAN BRUNO - Come previsto nei giorni scorsi, dopo l'arresto dell'ex assessore Bruno Zaffino nell'ambito della operazione "Saggezza" condotta dalla Dda di Reggio, il prefetto di Vibo Michele Di Bari ha disposto l'accesso antimafia al comune di Serra. Il massimo rappresentante del governo sul territorio ha ufficialmente nominato, ai sensi dell’art. 143 del Tuel, la commissione d'indagine che dovrà passare al setaccio gli atti prodotti dall'amministrazione comunale, che sarà composta dalla dott.ssa Emanuela Greco (Viceprefetto in servizio presso la Prefettura di Vibo Valentia), dal dott. Giovanni Gigliotti (Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato, in servizio presso la Questura di Vibo Valentia), dal Capitano Stefano Esposito Vangone (Comandante della Compagnia Carabinieri di Serra San Bruno).

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mini barranca_vittorioBeni per un valore di 1 milione di euro sono stati confiscati dal personale del Commissariato di P.S. di Siderno a Vittorio Barranca (foto), 54 anni, attualmente detenuto, ritenuto un elemento di spicco della 'ndrangheta di Caulonia. A Barranca e' stato notificato un provvedimento di sorveglianza speciale per tre anni. Tra i beni confiscati dalla Polizia vi sono un villino a Siderno, intestato alla moglie di Barranca; la societa' "Allen Caffe'' di cui e' socio accomandatario la donna; la società "Mimosa Fiori" di cui e' socio il figlio di Barranca, Nicola; la società "Oliver gest", con sede ad Anghiari (Arezzo), di cui e' socio lo stesso Nicola Barranca, che gestisce un albergo con centro congressi, bar, ristorante e pizzeria nella localita' toscana; la societa' 'Alen Cafe' della figlia di Barranca, Alessandra.

Vittorio Barranca era stato sottoposto a fermo, poi trasformato in un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, il 10 luglio 2010 dalla Dda di Reggio Calabria nell'ambito della maxioperazione denominata "Crimine", condotta tra Calabria e Lombardia con l'arresto di oltre 300 persone. A distanza di alcuni mesi dall'esecuzione del fermo, il 20 ottobre 2010, il questore di Reggio Calabria, Carmelo Casabona, ha presentato proposta di sequestro beni a carico di alcune delle persone coinvolte nell'operazione Crimine, tra le quali lo stesso Barranca. Il Tribunale-Sezione misure di prevenzione di Reggio Calabria, il 10 novembre 2010 ha emesso un decreto di sequestro beni valutati, complessivamente, oltre 200 milioni di euro. Con il provvedimento eseguito oggi, il Tribunale, accogliendo le richieste del Questore, ha riconosciuto sia la pericolosità sociale di Barranca, sia la sproporzione tra redditi dichiarati e beni effettivamente in suo possesso.

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