Il Vizzarro.it - quotidiano online
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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Gravissimo incedente stradale a Vibo Marina, intorno alle 16.30 di oggi. Un uomo, Giuseppe Raffele di 40, commerciante del luogo, alla guida di un'autovettura, stava viaggiando verso Porto Salvo in compagnia della madre. Nell'affrontare una curva l'uomo ha perso il controllo del mezzo finendo per cappottare più volte. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco ed i medici del 118 che hanno provveduto ad estrarre, dalle lamiere contorte, l'anziana donna trasportandola presso il vicino Jazzolino, mentre per l'uomo non c'è stato niente da fare. Il corpo è stato estratto già esanime.
SIMBARIO - Il consigliere di minoranza Ovidio Romano (Pdl) continua ad attaccare duramente l’amministrazione comunale di Simbario guidata da Francesco Andreacchi (Udc). Romano torna ad esternare le sue posizioni con un nuovo manifesto affisso per le vie del paese. Dopo aver già criticato l’operato dell’amministrazione Andreacchi su più punti (nuovo Psc, servizio scuolabus, e quant’altro), questa volta, il consigliere all’opposizione punta il dito contro la cattiva gestione della raccolta differenziata.
Nel suo comunicato Romano sostiene: "Dopo aver fatto miseramente fallire la raccolta differenziata, Sindaco e Vice abbelliscono il paese a modo loro…tramutando la zona industriale, che dovrebbe essere tutt’altro che un ammasso di sporcizia, in una vera discarica a cielo aperto". Scendendo nel particolare, questa volta Romano punta il dito contro l’amministrazione per condannare la situazione di crisi della nettezza urbana. "Le strade della zona industriale - conclude il consigliere di minoranza - hanno assunto un aspetto da gigantesco cassonetto dove si può trovare di tutto: dagli scaldabagni alle poltrone, dalle brande ai materassi, dai resti di carcasse di maiale alle bottiglie vuote. Tutto questo a pochi metri di distanza dal cimitero e dal parco giochi". Pertanto, la minoranza al Comune si aspetta che siano repentini i provvedimenti per bonificare quello spazio della zona industriale adibito adesso a discarica abusiva.
Italia oggi: Super Mario Monti si affanna, sulle nostre spalle, a far capire all’Europa che conta che abbiamo fatto i compiti e che, se il primo quadrimestre è andato male, ci stiamo impegnando a risalire la china. Alla fine saremo promossi. Faremo i bravi a patto che la maestrina Merkel riponga definitivamente la bacchetta con cui ce le dà di santa ragione almeno da 3 anni. E mentre l’economia ci devasta le tasche, la telenovela “Schettino torna a bordo” ci avvelena il cuore. Simpatica l’Italia: ci vuole davvero poco per tenerla impegnata almeno per due mesi.
Premesso che Schettino è quello che abbiamo visto tutti, e di certo non gli verrà tributata la medaglia del “Capitano Coraggioso”, ancora una volta un popolo malato di gossip si ritrova le pupille, e forse anche le meningi, piene del fumo che i media gli soffiano addosso per sviare l’interesse dalle reale sostanza delle cose. Perché in nessun dibattito televisivo (porta a porta) o in nessun bar dello sport (porta a porta) ci si è impegnati a discutere dell’omertà che per anni ha tacitamente favorito l’ormai nota pratica “dell’inchino” che si effettua da tempo nella piena consapevolezza di tutti (capitaneria di porto, marina militare, ministero dei trasporti ecc.) e che metteva a repentaglio la vita di migliaia di persone solo per rendere la gita in barca più attraente? E’ forse un modo per sviare l’attenzione dalle bramose malefatte del capitalista signor Costa Crociera e del suo complice Governo Italiano? È logico che una nave paese con a bordo 5.000 clienti solchi in lungo e in largo il cuore del parco nazionale dell’arcipelago toscano o tranci di netto, ad esempio, la laguna di Venezia? I Bruno Vespa e i vari servi goverantivi ci stanno aizzando a lapidare e condannare non un sistema sazio di milioni e mazzette, ma piuttosto un uomo, codardo, ma comunque strumento della altrui ingordigia. E mentre mezza nazione rimane in apnea, inabissata come la “Concordia” e con gli occhi incollati al televisore, pronta a mandare al patibolo Schettino, in Sicilia, Sardegna e Calabria si scrive la storia di una nuova Italia: quella libera. Peccato che Bruno Vespa non trovi tempo per parlarne. Impugnate i forconi.
Fornivano ai boss della 'ndrangheta falsi certificati medici per farli uscire dal carcere. Vi sarebbero anche alcuni medici, infatti, tra le persone coinvolte nell'operazione che è in corso da stamattina e che vede impegnati i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria nell'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone accusate di concorso in falsa attestazione in atti destinati all'autorità giudiziaria e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, aggravati dalle finalità mafiose. Al centro dell'indagine, denominata ''Reale-Ippocrate'', ci sono i rapporti tra la potente cosca Pelle di San Luca e alcuni medici dell'Azienda sanitaria di Locri e di una casa di cura privata calabrese. Tali rapporti sarebbero appunto finalizzati ad evitare il carcere agli affiliati alla 'ndrina.
MONGIANA – Il Prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella, ha stabilito la proroga di altri tre mesi per la Commissione d’accesso agli atti al comune di Mongiana, al fine di consentire ulteriori approfondimenti delle indagini che sarebbero di particolare complessità. La Commissione era stata inviata dall’Ufficio Territoriale del Governo nel settembre scorso ed è formata dal Capo di Gabinetto del Prefetto di Vibo Valentia Anna Aurora Colosimo, dal dirigente del Commissariato di Polizia di Serra San Bruno Domenico Avallone e dal Maggiore dei Carabinieri Vittorio Carrara. Compito dei commissari è quello di passare ulteriormente al setaccio gli atti amministrativi per accertare se esistano le presunte infiltrazioni mafiose ravvisate dalle pregresse attività info-investigative condotte dalle forze dell’ordine, e quindi per accertare eventuali forme di condizionamento che compromettano la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento dell’amministrazione comunale, nonché il regolare funzionamento dei servizi. L'attuale sindaco, Rosamaria Rullo, che si era subito detta serena e disposta a collaborare pienamente con la terna inviata dalla prefettura, è stata già primo cittadino per due mandati consecutivi. Di provenienza democristiana, attualmente nel Pdl, ha vinto alla testa di una lista di centrodestra le scorse elezioni comunali del 2009 per soli 18 voti di scarto contro l’ex primo cittadino Vito Scopacasa, che si era ricandidato alla guida del paese a capo di una compagine di centrosinistra. Continuano quindi le indagini sui comuni del vibonese: dopo Mileto, la proroga giunge anche per Mongiana, mentre proprio poche settimane fa è stato sciolto il consiglio comunale di Nardodipace, con il contestuale insediamento della Commissione ministeriale che guiderà il comune montano per i prossimi 18 mesi. A Fabrizia invece, comune già commissariato per infiltrazioni mafiose, il mese scorso i cittadini sono tornati alle urne e hanno scelto il nuovo sindaco dopo quasi due anni di commissariamento.
SERRA SAN BRUNO - 221 giorni or sono una nuova squadra, questa volta targata PDL, saliva i gradini di palazzo Tucci e, tra le molte aspettative figlie delle faraoniche promesse fatte in campagna elettorale, si apprestava a sedere sui banchi della maggioranza. Una maggioranza legittimata da 1803 preferenze, assegnate da altrettanti cittadini che hanno deciso di dar credito al tanto sbandierato vento di cambiamento ed alla tanto ostentata sinergia comune-regione. 1803 persone che, tramite il loro candidato di fiducia, hanno consegnato le chiavi della casa comunale a chi prometteva discontinuità col passato ed una nuova, trasparente ed attenta attività amministrativa. La formidabile compagine veniva presentata agli occhi degli elettori come una squadra eterogenea, fatta da un mix, a loro dire perfetto, di altisonanti amministratori regionali e provinciali con tanto di garanzie alle spalle, di giovani leve pronte con il loro entusiasmo a dare nuovi imput e di affermati imprenditori disposti a mettere la loro esperienza a disposizione dell’intera cittadinanza. Una squadra, insomma, capace di dar voce ad ogni strato sociale nella nostra comunità, vogliosa di carpire i problemi che affliggono la cittadina ed i suoi abitanti e smaniosa di risolverli.
Oggi, sette mesi dopo, alla notizia della revoca della nomina di un assessore, Bruno Zaffino, c’è chi dice “c’era d’aspettarselo”.
Se è vero, come è vero, che le urne hanno attribuito 1803 voti al PDL, è altrettanto innegabile che la maggioranza assoluta dei cittadini serresi, 2791 persone, abbia deciso di bocciare la lista dei berluscones. Durante la campagna elettorale, in molti consideravano quella del consigliere regionale Nazzareno Salerno una presenza più che ingombrante per la futura amministrazione. Si mormorava che in caso di vittoria sarebbe stato lui a gestire le fila dell’amministrazione, condizionandone l’intero operato. Le voci di corridoio non passarono in sordina e dai palchi pidiellini arrivarono le prime smentite. Tuttavia, il detto latino “vox populi vox dei” ha trovato la sua ennesima conferma già dal primo consiglio comunale, quando, in un clima di guerriglia urbana, il neo eletto capogruppo di maggioranza, dopo aver dispensato nomine e deleghe, ha preso il posto di comando per condurre la sua solitaria battaglia. Da solo ha iniziato a relazionare sull’ordine del giorno, da solo continua ad attaccare la minoranza, da solo si difende mentre il resto dei suoi rimane in silenzio, a guardare e forse sentire. Il copione non cambia, fino all’ultimo consiglio comunale, quando interviene per menar vanto degli assessori e della giunta. Intanto nel prosieguo della nuova stagione amministrativa, tra strafalcioni burocratici e presunte illegittimità, si arriva a silurare uno degli assessori, Bruno Zaffino appunto, l’imprenditore che, con i suoi 223 voti, è stato senza dubbio uno dei protagonisti della vittoria.
Un mese e mezzo fa, il nostro collaboratore Bruno Vellone, dalle colonne de “il Quotidiano”, aveva anticipato gli scenari di una possibile rottura tra gli assessori Polito e Zaffino ed il resto della maggioranza. Anche in quel caso arrivò puntuale la smentita. Il duo, dalle pagine dello stesso giornale, bollò come “insinuazioni prive di fondamento” le indiscrezioni. “Insinuazioni” divenute fatti. Fatti per i quali è lecito attendersi una spiegazione politica.
L'arresto di Giuseppe Plutino (foto), 47enne consigliere del Pdl al comune di Reggio Calabria, sta scatenando una nuova bufera sull'amministrazione di Palazzo San Giorgio. Plutino è rimasto coinvolto nell'operazione della Dda scattata stamattina contro la cosca Caridi, ed è stato arrestato insieme ad altre 6 persone tra cui il presunto reggente della cosca, Leo Caridi. Il consigliere comunale, ex assessore all'ambiente, in carica da tre mandati, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, e secondo gli inquirenti sarebbe stato il punto di riferimento politico delle cosche Caridi-Libri, che lo avrebbero appoggiato elettoralmente nelle comunali del 2011. In seguito all'operazione odierna e alle altre grane giudiziarie che hanno investito palazzo San Giorgio, le parlamentari Doris Lo Moro (Pd) e Angela Napoli (Fli) chiedono con forza l'intervento del Ministero dell'Interno sul comune di Reggio.
"Apprendiamo dalle agenzie - ha dichiarato la Lo Moro - che è in corso un'operazione della Polizia di Stato per l'esecuzione a Reggio Calabria di sette ordinanze di custodia cautelare in carcere contro altrettanti presunti affiliati alla cosca Caridi, con cui si contesta l'associazione per delinquere finalizzata ad estorsione e danneggiamenti. Apprendiamo, in particolare, che tra gli arrestati vi e' Giuseppe Plutino, consigliere comunale di Reggio Calabria del Pdl in carica da tre mandati. Mi chiedo e chiedero' oggi al Ministro dell'Interno, nel corso dell'audizione prevista presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, cos'altro deve succedere perche' si proceda ad una seria verifica di quanto succede a Reggio Calabria''.
Di tenore ancora più deciso è l'intervento della Napoli, componente della Commissione Parlamentare Antimafia: "L’arresto odierno del consigliere comunale Giuseppe Plutino, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, nell’ambito dell’operazione contro la cosca Caridi della ‘ndrangheta reggina - scrive la deputata - credo non possa più esimere il ministro dell’Interno dall’avviare adeguate procedure per lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria per infiltrazione mafiosa. Già nello scorso mese di novembre 2011 dalle indagini che avevano portato all’operazione 'Sistema' contro alcuni presunti affiliati alla cosca Crucitti della ‘ndrangheta reggina, è emerso che per infiltrarsi nel Comune di Reggio Calabria, il capo della cosca, Santo Crucitti, aveva fatto convogliare i propri voti e quelli dei suoi gregari su Pasquale Morisani, attuale Assessore ai lavori pubblici presso il Comune della Città. Sempre nello stesso mese di novembre 2011 l’operazione 'Astrea' ha evidenziato il controllo della cosca Tegano sulla società mista Multiservizi, società municipalizzata, dove il Comune di Reggio Calabria detiene ben il 51% delle quote, e che fino allo scorso anno ha avuto, quale suo consulente, il commercialista Demetrio Arena, attuale Sindaco di Reggio Calabria. Per non parlare di quanto è fin ora emerso dall’ inchiesta 'Meta', con il coinvolgimento di ex consiglieri comunali, di imprenditori affidatari di incarichi e di assunzioni varie da parte del Comune di Reggio Calabria.
Né credo si possa pensare che quanto si nasconde dietro il suicidio della dirigente comunale Orsola Fallara continui ad essere coperto dalle dichiarazioni 'compiacenti di alcuni indagati'.
Ritengo che la misura sia davvero colma e nessuno possa più continuare ne a chiudere gli occhi ne a coprire, omettendo gli adeguati interventi, su quanto sta accadendo a Reggio Calabria".
Il Natale è alle porte e, mentre le famiglie italiane preparano il consueto alberello luminoso, c’è chi pensa ai regali da farci trovare sotto. SuperMario, il nostro nuovo Presidente del Consiglio, ieri ha incassato il sì della camera ed ora aspetta il via libera del Senato, previsto per il 23 dicembre, giusto in tempo per consegnare i doni a Babbo Natale che provvederà ad ottemperare alla più classica delle tradizioni.
Di seguito un breve compendio in modo che ci si possa render conto dell’"equità" della manovra, di quanto realmente vada ad intaccare quella che ormai è solo l’illusione dei nostri risparmi e di quanto invece possa pesare sui tesoretti di chi di questa crisi ne è la causa.
PENSIONI: Attenuata la penalizzazione per chi decide di andare in pensione con meno di 42 anni e un mese di servizio (41 per le donne) che scende all’1% ma per il resto son dolori. L’obiettivo è quello di annullare completamente la pensione di anzianità, finora regolata dalle quote (la somma dell’età anagrafica a quella dell’anzianità contributiva) per dar spazio al solo metodo contributivo già a partire dal 1° gennaio 2012. Si tenderà ad equiparare la soglia di vecchiaia tra uomini e donne che col nuovo anno salirà a 66 anni per gli uomini e 62 anni per le donne che comunque raggiungeranno graduatamente quota 66 entro il 2018. Per chi dovesse maturare, sulla base delle regole in vigore finora, il diritto di pensione entro il 2012 ci sarebbero un paio di scappatoie per andare in pensione all’età di 64 anni e quindi una mezza consolazione per i futuri aspiranti pensionandi. Come se non bastasse è previsto un aumento delle aliquote contributive per i lavoratori autonomi che dovranno toccare quota 24% entro il 2018. Udite, udite: c’è anche un ritocco di 5 punti percentuali per le pensioni d’oro sul contributo di solidarietà, che passa dal 10 al 15% per gli assegni superiori ai 200mila euro annui. Le pensioni al di sotto dei 1000 € continueranno a ricevere la rivalutazione del 100% dell’ISTAT in base all’inflazione, come spiegò a suo tempo “l’affranta” ministro Fornero. In poche parole per i pochi “fortunati” che riescono a pensionarsi entro la fine di quest’anno le penalizzazioni sono relativamente basse, mentre tutti gli altri dovremo, come guerrieri kamikaze, immolarci per la causa e rimanere ben saldi sul posto di lavoro fino alla veneranda età di 66 anni, prostata permettendo.
CASA: E’ il capitolo che più di tutti, proporzionalmente, pagherà il peso dell’imposizione. La novità più grossa è l’introduzione dell’IMU (imposta municipale propria). Dal prossimo anno questa nuova tassa prenderà il posto dell’ICI e riguarderà anche la prima casa e le pertinenze della stessa. Qualche sgravio lo potranno avere le famiglie con figli entro i 26 anni alle quali sarà riconosciuto uno sconto di 50 euro per ogni figlio (fino ad un massimo di 400€) decurtabile dalle tasse sulla prima casa. Ieri in aula non sono passati gli odg di IDV e Lega che chiedevano che la tassazione fosse estesa anche alla Chiesa, se va bene tasseranno gli edifici ad uso commerciale, almeno quelli. Naturalmente non è tutto. Lo Stato metterà le mani anche sulle proprietà all’estero e verranno modificati i moltiplicatori utilizzati per la rivalutazione delle rendite catastali, che saliranno al 160%.
ACCISE E IVA: Le aliquote attualmente fissate al 21% e al 10% verranno incrementate di due punti percentuali a partire dall’ottobre del 2012, mentre per quel che riguarda le accise sui carburanti i rincari si stanno già facendo sentire sin da subito.
PAGAMENTI E CONTI CORRENTI: Viene abbassata ulteriormente la soglia per i pagamenti in contanti che passa dai 2500€, stabiliti non più di 4 mesi fa, ai 1000 euro previsti dalla misura anti-evasione presente nella manovra. Per quel che riguarda i conti correnti, viene eliminata l’imposta di bollo per i conti a giacenza media annua inferiore a 5000 euro mentre c’è un aumento di oltre il 25% per il tributo che le imprese andranno a pagare, passando così da 74€ a 100€.
FISCO: Sempre in materia di anti-evasione viene prorogato il termine per ottenere la rateizzazione dei tributi e per chi deciderà di farlo non ci sarà più l’obbligo della fideiussione. Prevista una riduzione del cuneo fiscale per le aziende che assumono lavoratrici e giovani under 35 a tempo indeterminato.
Fin qui i pro e contro principali che la manovra salva-Italia riserverà a noi comuni mortali, ora proviamo ad analizzare i provvedimenti che dovrebbero andare a scomodare chi ha qualche pensiero in meno per arrivare a fine mese.
COSTI DELLA POLITICA E SUPERSTIPENDI: Non potendo abolire le province con una legge ordinaria si è pensato di eliminare le giunte provinciali prevedendo che entro il 30 novembre 2012 si passerà dalle 45 unità che formano attualmente una giunta a soli 10 elementi. I dipendenti in esubero saranno trasferiti alle regioni e ai comuni e alle province rimarrà quindi solo il compito di coordinamento delle attività dei Comuni. Per tutte quelle cariche elettive non previste dalla Costituzione e che oggi affollano gli uffici di competenza provinciale (vedi comunità montane) è stato stabilito che percepiranno il solo gettone di presenza e non lo stipendio com’è oggi. I ministri saranno obbligati a dichiarare ogni titolo di stato, obbligazione e fondo posseduto oltre a non poter percepire doppio stipendio. Fissato un tetto massimo anche per gli esosi compendi percepiti dai manager assunti dalla pubblica amministrazione che non potranno mai essere superiore a quello del primo presidente della Corte di Cassazione.
LUSSO: Per tutti i proprietari di aerei, barche oltre i 10 metri e auto con potenza superiore a 185kw sarà introdotta una tassa ad hoc, una specie di superbollo.
LO SCUDO FISCALE: Prevede un’imposta di bollo del 10 per mille per il 2012 che salirà fino al 13,5 per mille nell’anno successivo per poi stabilizzarsi al 4 per mille dal 2014.
Questo in breve quello che ci spetterà per il prossimo futuro. Una cosa è certa: la politica ha trovato il modo di presentarci il conto dei suoi privilegi senza dover subire il linciaggio, ampiamente meritato, della gente. Così il nostro SuperMario, come il baffuto idraulico virtuale, affronterà mille pericoli e peripezie cercando di arrivare alla fine e salvare le amate lobbies, che nel frattempo si crogiolano al sicuro, barricate all’interno dei loro castelli che di virtuale hanno ben poco.
…e da parte mia… un saluto al tavolo.
"Questa di Marinella è una storia vera / che scivolò nel fiume a priavera / ma il vento che la vide così bella / dal fiume la portò sopra una stella". Chi non ricorda la prima splendida strofa della Canzone di Marinella del cantautore genovese Fabrizio De Andrè, giustamente considerato uno dei massimi poeti italiani del secolo scorso? In molti si saranno chiesti chi fosse e che origini avesse la Marinella amata dal "re senza corona e senza scorta". Ora grazie al volume "Il libro del mondo" di Walter Pistarini, in cui è ricostruita la vicenda, è possibile dare un nome alla protagonista dell'episodio di cronaca realmente accaduto, cantata nella canzone che determinò la sorte artistica del cantautore genovese. "Se una voce miracolosa - disse il cantautore - non avesse interpretato nel 1967 La canzone di Marinella, con tutta probabilità avrei terminato gli studi in legge per dedicarmi all'avvocatura. Ringrazio Mina per aver truccato le carte a mio favore e soprattutto a vantaggio dei miei virtuali assistiti". Lo stesso Fabrizio De Andrè raccontava di essersi ispirato ad una notizia di cronaca nera che aveva letto quando era ragazzo e che lo aveva particolarmente colpito. La ricostruzione nel libro di Walter Pistarini si basa su una ricerca condotta dallo psicologo Roberto Argenta - che aveva pubblicato un primo resoconto su "La Stampa" (nella pagine di Asti) del 13 gennaio 2007 - fatta di ore di lavoro in biblioteca. Dalla tenacia del ricercatore era emerso un primo indizio sul fatto di sangue a cui il celebre cantautore si era ispirato per la sua canzone. Si tratta della storia di Maria Boccuzzi, una prostituta di 33 anni che venne ritrovata morta nel 1953 nell'Olona, alla periferia di Milano. La notizia portava il seguente titolo: "Carica di vistosi gioielli all'appuntamento con la morte", ma fin qui la fonte era frammentaria e narrava di una prostituta che dopo aver tentato la carriera di ballerina con il nome d'arte Mary Pirimpò, si era innamorata di un personaggio equivoco ed aveva cominciato a prostituirsi. Questa storia ha trovato successivamente un riscontro certo in un articolo de "La Nuova Stampa" del 30 gennaio 1953 - giorno successivo a quello del ritrovamento del corpo - intitolato "La mondana trovata uccisa nell'Olona", che narra la vicenda così: "Quella di Maria Boccuzzi...è la storia di una vita torbida troppo presto conclusasi. Venuta a Milano con i genitori dal piccolo centro calabrese di Radicena, dov'era nata l'8 ottobre 1920, Maria Boccuzzi abbandonava la famiglia e il modesto lavoro di operaia alla nostra Manifattura tabacchi, per inseguire la chimera dell'arte scenica. Ma cadde sempre più in basso, fino ad essere fermata una notte dalla squadra buoncostume". Altri dettagli sull'omicidio raccontano: "sei ferite d'arma da fuoco inducono a ritenere che l'assassino anche abbia infierito sulla disgraziata e, deciso a rendere quanto più perfetto il delitto, abbia provveduto a cancellare ogni possibile traccia del suo crimine...s'impadronì di tutti i suoi documenti, tra cui doveva esserci...una polizza di assicurazione sulla vita che garantiva un capitale di 300.000 lire a beneficio degli eredi eventuali". Dalle notizie emerse dalle indagini fatte all'epoca pare che la donna avesse manifestato al suo amante, un ballerino sospettato dell'omicidio, di voler abbandonare quella vita disordinata. Il giovane De Andrè all'epoca dei fatti aveva 13 anni e sicuramente aveva letto queste notizie proprio sulla stampa locale. Radicena è la frazione calabrese dalla cui unione col villaggio di San Martino e Jatrinoli è nato nel 1926 il comune di Taurianova. A proposito di questa storia, in una intervista a Vincenzo Mollica Fabrizio De Andrè disse che l'ispirazione per La Canzone di Marinella gliela aveva fornita "un fatto di cronaca nera che aveva letto a quindici anni su un giornale di provincia. La storia di quella ragazza mi aveva talmente emozionato che ho cercato di reinventarle una vita e di addolcirle la morte".
NARDODIPACE – Su proposta del Ministro dell’interno, Anna Maria Cancellieri, ed “in considerazione dei gravi condizionamenti da parte della criminalità organizzata riscontrati nelle istituzioni locali”, il Governo ha sciolto il Consiglio comunale di Nardodipace. La notizia si è diffusa ieri sera, quando al termine della riunione del Consiglio dei Ministri è stato diramato il comunicato stampa in cui, tra le altre cose, si annunciava lo scioglimento del Comune montano e, per gli stessi fini, la proroga dello scioglimento del Consiglio comunale di Nicotera. A pochi mesi dalle elezioni, dunque, si conclude anticipatamente la consiliatura che ha visto governare per più di 4 anni il giovane sindaco Romano Loielo, uscito vincente dalle elezioni del 2007.
Sono stati quattro anni burrascosi, non tanto per la fisiologica dialettica politica tra maggioranza e opposizione, quanto, appunto, per le ombre che sono state gettate sull’amministrazione Loielo con l’invio di due Commissioni d’accesso agli atti che hanno passato al setaccio la vita amministrativa dell’ente. L’ex prefetto Ennio Mario Sodano, infatti, aveva già nominato nel settembre 2008 una commissione d’accesso per verificare eventuali condizionamenti di tipo mafioso sull’attività dell’ente. I lavori di questa prima commissione si conclusero dopo l’insediamento dell’attuale prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella, che in base ai riscontri della Commissione chiese al Viminale il commissariamento dell’ente. La pratica però rimase sospesa a Roma per un po’ di tempo, finché non arrivò l’archiviazione del procedimento da parte dell’allora ministro dell’Interno Maroni. Gli esiti della maxioperazione “Crimine”, però, che hanno fatto luce sulla presenza della ‘ndrangheta anche a Nardodipace, hanno prodotto, nell’aprile di quest’anno, il ritorno al Comune dell’organismo ispettivo. Ieri la conclusione, con lo scioglimento del Consiglio comunale. Ora, per avere l’ufficialità del provvedimento, c’è da attendere solo la controfirma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
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