Giovedì, 11 Febbraio 2016 15:35

Serra verso le Comunali | Questo matrimonio non s'ha da fare: FI resta divisa (e cambia pelle)

Scritto da Redazione
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Niente. Né un passo in avanti, né uno indietro. La “trattativa” avviata nel corso delle scorse settimane per la riconciliazione delle due anime in cui risulta ancora scissa Forza Italia Serra San Bruno, pare essersi nuovamente arenata. A tessere i contatti con l’ala dirimpettaia, facente diretto riferimento al consigliere regionale Nazzareno Salerno, era stato di recente, in particolare, il vice coordinatore provinciale del partito, Michele Ciconte, a capo della corrente “mangialavoriana” della cittadina della Certosa.

Ma il “matrimonio” tra le due anime della compagine berlusconiana pare ancora molto distante, così distante che - con sempre maggiore probabilità - rischia di saltare definitivamente. Lo scoglio più grande sarebbe rappresentato dalla presenza “scomoda” del primo cittadino in carica Bruno Rosi, che pubblicamente, negli ultimi giorni, ha più volte confermato l’ipotesi di una sua potenziale ricandidatura per la poltrona più alta del palazzo di Piazza Tucci. «Durante gli incontri che abbiamo avuto fino ad ora, agli interlocutori è stato detto che, al momento, il candidato sono io», ha spiegato il primo cittadino già nel corso della trasmissione radiofonica On the news, di sabato scorso. 

Ma proprio l’ipotesi della conferma di Rosi (che comunque non è ancora stata ufficializzata dal dominus della locale maggioranza amministrativa, Nazzareno Salerno), non pare essere stata accolta con grande entusiasmo, sull’altra sponda del partito, dagli adepti del consigliere regionale Giuseppe Mangialavori. Ecco allora che proprio questo potrebbe essersi rivelato il vero elemento di rottura che, di fatto, ha, almeno al momento, sospeso ogni forma di dialogo dopo i primi incontri avuti fra i rappresentanti delle due correnti intestine a FI. Non poco starebbe inoltre pesando anche la contesa interna al partito regionale, divenuta ancora più infuocata negli ultimi giorni, con in particolare Salerno pronto – a suon di decine di pullman con destinazione Arcore – a chiedere le dimissioni della coordinatrice regionale di Forza Italia, Jole Santelli, che però proprio in Mangialavori trova uno dei maggiori sostenitori.

Ecco allora che i dissidi si starebbero proiettando anche sul quadro politico delle città interessate dalle amministrative, con, a Serra San Bruno, ognuna delle due Forza Italia, pronta a giocare da posizioni diverse: Ciconte e i rappresentanti del suo gruppo, a conti fatti, ci tengono davvero poco a impelagarsi in una campagna elettorale in cui, gioco forza, si troverebbero a sposare un progetto all’insegna della continuità con l’ultimo lustro amministrativo, addossandosene, nel concreto, meriti e colpe; Salerno, invece, starebbe cercando di prendere tempo in maniera da poter decidere, il più tardi possibile, quali strategie porre in atto. Perché più la sabbia nella clessidra scorre, più la fatidica data del voto si avvicina e congelare ogni scelta significa, adesso, relegare ancora nel limbo dell’incertezza i “mangialavoriani”, che avrebbero poi poco tempo per studiare una scesa in campo in solitaria.

Una fase di stallo che, di conseguenza, avrebbe spinto le due compagini a tornare a pensare di organizzarsi in proprio. In tal caso Ciconte sarebbe quindi costretto, di fatto, a relazionarsi con una mole di nomi che, in definitiva – curriculum politico alla mano – hanno avuto davvero poco a che fare con i partiti di centrodestra, quali gli ex vicesindaco Raffaele Masciari e Maria Abronzino, l’ex consigliere comunale Lucia Rachiele e – new entry dell’ultima ora – la quasi ormai ex esponente del Partito democratico serrese e consigliere comunale d’opposizione Rosanna Federico. Una lista che, insomma, si ritroverebbe farcita di parecchi nomi del locale centrosinistra, quasi tutti interessati da grossi “mutamenti epidermici”, e non certo dei veri e propri debuttanti, ciò nonostante Ciconte continui a parlare, da tempo, dell’esigenza di giungere ad un radicale rinnovamento.

Tornando alla compagine afferente al consigliere regionale Salerno, anche in tal caso si starebbero pianificando grandi manovre, perché in tanti degli amministratori in carica avrebbero già annunciato un convinto passo indietro in previsione delle prossime elezioni: la compagine in via di definizione con candidato a sindaco, ancora, Bruno Rosi, non dovrebbe infatti, con buone probabilità, contare sulla presenza in lista di Gerardo Bertucci e Raffaele Callà (alternatisi negli ultimi cinque anni al ruolo di vice sindaco) e degli assessori Cosimo Polito e Vincenzo De Caria, con quest’ultimo che già da tempo avrebbe reso nota l’intenzione di “tramandare” consensi e ruolo ad un componente del proprio nucleo familiare. Assodata è anche la defezione, insanabile, che ha portato all’allontanamento dalla maggioranza del consigliere Carmine Franzè, mentre pare che anche il capogruppo consiliare Nazzareno Salerno, possa optare per un appoggio robusto ma comunque esterno, evitando, di conseguenza, la candidatura diretta in lista. 

In definitiva, al fianco di Bruno Rosi, sindaco in cerca di conferma, resterebbero solo il presidente del consiglio comunale, Giuseppe De Raffele e l’assessore Adriano Tassone. Soltanto due elementi su otto complessivi della maggioranza in carica. Rinunce che hanno tutta l’aria della ritirata strategica. 

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