Venerdì, 01 Gennaio 2021 12:29

“Ramoscello d’Ulivo per Fabrizia” all’attacco: «Amministrazione superficiale nella gestione del Covid-19»

Scritto da Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo:

Solo amministratori sprovveduti e irresponsabili come quelli di Fabrizia potevano contribuire, con i loro comportamenti avventati, ad alimentare prima i focolai di contagio da Covid-19 e poi richiedere, in forma riparatoria, alla Regione Calabria, l’istituzione della “zona rossa” fino al 6 gennaio 2021. Tutto ciò non è non accaduto per uno strano caso del destino o per una coincidenza fortuita, ma per precise responsabilità del sindaco, nella qualità di autorità sanitaria locale e di alcuni suoi consiglieri di maggioranza venuti meno a fondamentali doveri istituzionali e specifici compiti di vigilanza pubblica ad essi attribuiti dalla legge nell’esercizio delle proprie funzioni. 

I focolai epidemici sviluppatisi negli ultimi giorni, che destano particolare preoccupazione nella cittadinanza, sono stati ritenuti così gravi dalla Regione Calabria a tal punto da prorogare i provvedimenti restrittivi di “zona rossa” imposti nel territorio comunale di Fabrizia. Essi sono stati alimentati da riunioni e assembramenti favoriti dagli amministratori comunali, le cui modalità di svolgimento non hanno impedito il diffondersi dei contagi in modo allarmante, con le inevitabili conseguenti limitazioni agli spostamenti e alle libertà individuali dei cittadini durante tutte le festività. Tutto poteva e doveva essere prevenuto ed evitato semplicemente se l’amministrazione comunale si fosse limitata ad applicare le direttive governative e regionali emanate in materia di contrasto alla diffusione della pandemia. Ma, anziché inibire riunioni e assembramenti in luoghi pubblici, municipio compreso, esercitare la necessaria vigilanza, effettuare e far eseguire i dovuti controlli a chi ne è preposto, ha consentito e favorito che le iniziative si svolgessero in assenza delle benché minime condizioni di sicurezza, disattendendo, platealmente, l’applicazione delle direttive di prevenzione emanate dalle autorità governative. 

L’operato del sindaco e dell’amministrazione comunale è da censurare senza mezzi termini, perché aggravato da superficialità e leggerezza sotto tutti i punti di vista: sia per il mancato e dovuto rispetto verso tutti i cittadini fabriziesi riguardosi delle leggi, e sia per aver sottovalutato la drammatica evoluzione dei contagi in costante aumento. A tutti i cittadini che in questo momento soffrono per tale condizione, esprimiamo vicinanza e solidarietà. Esortiamo l’Asp di Vibo Valentia e le altre autorità sanitarie preposte ad adottare provvedimenti immediati di loro specifica competenza per favorire e accelerare la fuoriuscita prima possibile della situazione nella quale Fabrizia, suo malgrado, si è venuta a trovare. A questo punto è più che legittimo sospettare che i report informativi, quotidianamente diramati dal sindaco sull’evoluzione della pandemia, abbiano più lo scopo di spargere disinformazione fuorviante per giustificare tutti i limiti del suo operato nettamente in contrasto con le direttive sulle misure di prevenzione, e non invece quello di informare, oggettivamente, i cittadini sulla diffusione del contagio per tranquillizzarli. Appare paradossale come il sindaco di Fabrizia, cioè colui che per primo deve osservare le leggi e farle osservare ai cittadini, sia stato il primo a violarle in modo evidente. Probabilmente, ritenendosi al disopra delle leggi, avrà pensato bene fare suo il vecchio detto popolare: “Fate come dico io ma non fate come faccio io”. È comunque auspicabile che la Prefettura di Vibo Valentia, fermo restando gli accertamenti che riterrà opportuno disporre in ordine ad eventuali responsabilità della pubblica amministrazione, dopo aver ordinato nell’immediatezza della dichiarazione di “zona rossa” i controlli necessari da parte delle forze dell’ordine, renderà costante ogni attività di monitoraggio della situazione determinatasi a Fabrizia, fino a quando la grave crisi sanitaria non sia superata nel migliore dei modi possibili a tutela dei cittadini e della pubblica incolumità.

Antonio Carè
Portavoce del gruppo “Ramoscello d’Ulivo per Fabrizia”

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