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I nomi dei candidati sono stati resi noti da tempo e la campagna elettorale per le Politiche 2018 è ormai ufficialmente entrata nel vivo. Sono giorni di dibattiti senza esclusione di colpi e come per ogni tornata elettorale che si rispetti, da qui fino al quindicesimo giorno antecedente al voto, fioccheranno cifre, dati e statistiche sulle intenzioni di voto degli italiani.
Tra questi, sta attirando l’attenzione dei media nazionali la simulazione pubblicata oggi da Repubblica e realizzata da Salvatore Vassallo (ordinario di Scienze politiche all'Università di Bologna) che si basa su una «elaborazione, svolta sulla base di una molteplicità di fonti, tra cui anche i dati di due rilevazioni campionarie messe a disposizione da SWG, da cui è stata ricavata una “matrice dei flussi”, cioè degli spostamenti dell'elettorato da un partito all'altro, differenziati per macro-aree, applicate ai risultati elettorali del 2013 in ciascun collegio». Vassallo, per la definizione del suo modello, avrebbe inoltre preso in considerazione «la media dei sondaggi sulle intenzioni di voto pubblicati nelle ultime due settimane».
«Naturalmente – ha spiegato il docente dell’Ateneo bolognese –, non è affatto detto che il 4 marzo gli italiani voteranno così. E cambiamenti di pochi punti percentuali, dentro il normale margine di errore statistico, possono produrre variazioni importanti nella ripartizione dei seggi. Presumo però che anche altri analisti o istituti abbiano usato una tecnica simile e che quindi i risultati della mia analisi non siano tanto distanti da quelli presi a riferimento dai dirigenti di partito per compilare le liste».
Dall’elaborazione emergerebbe un dato largamente favorevole alla coalizione di centrodestra, l’unica che «può ottenere la maggioranza». L’asse Berlusconi-Salvini-Meloni-“quarta gamba” si aggiudicherebbe infatti 115 collegi uninominali (il riferimento è quello del voto potenzialmente espresso per la Camera). Molto distaccato, per l’analisi di Vassallo, il centrosinistra che potrebbe contare sull’aggiudicazione “sicura” di 24 collegi, mentre al M5S vengono attribuiti solo 4 collegi sicuri. I restanti 88 collegi sono invece indicati come “collegi in bilico”, dove la partita sarebbe ancora aperta.
Tra questi però, sempre secondo l’elaborato pubblicato da Repubblica, non c’è il collegio Vibo (che oltre a tutti i paesi della provincia vibonese, include anche i paesi del Soveratese) che viene indicato come “collegio sicuro per il centrodestra”. L’elaborato rende addirittura le percentuali dei principali candidati in lizza all’uninominale per la Camera che riferiscono di una sorprendente e larga vittoria della candidata azzurra Wanda Ferro capace di conquistare il 36,95% degli elettori, seguita dalla grillina Dalila Nesci al 30,11% e da Bruno Censore del Partito democratico indicato al 24,31%. Resterebbe un 8,63% da spartire tra tutti gli altri candidati all’uninominale.
Non bisogna dimenticare che nei collegi uninominali si assegna solo il 37% dei seggi. Per l'assegnazione di tutti gli altri, su base proporzionale, vale la percentuale di voti presa da ciascun partito e l'ordine di presentazione dei candidati nelle liste dei collegi plurinominali. La stessa persona può essere candidata contemporaneamente in un collegio uninominale e in cinque collegi plurinominali, dunque alcuni dei candidati che appaiono senza speranze nell'uninominale hanno in realtà già in tasca il biglietto per i palazzi romani grazie alla posizione in lista, come ad esempio Dalila Nesci e Wanda Ferro che sono state inserite anche nei listini proporzionali. «Naturalmente – sottolinea Repubblica –, si tratta di stime approssimative e, al netto del normale margine di errore statistico, gli elettori possono riservare sorprese».
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