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Direttore responsabile: Bruno Greco
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SERRA SAN BRUNO – Era il 10 marzo 2014 quando il Vizzarro, a seguito della segnalazione di un naturalista del luogo, dava notizia della pubblicazione di più bandi emessi dal Comune di Serra San Bruno, mirati al taglio e alla vendita di ben 2.603 alberi – alcuni dei quali esemplari monumentali – appartenenti al demanio comunale Archiforo, nel cuore del Parco Naturale Regionale delle Serre, sito di importanza comunitaria.
A seguito della denuncia la Regione Calabria aveva deciso di bloccare la procedura per poi chiedere la riformulazione dei tagli nei lotti boschivi interessati. Adesso, però, a distanza di oltre due anni è arrivata la segnalazione del naturalista e scrittore Francesco Bevilacqua che attraverso la sua pagina Facebook ha denunciato la messa in atto di quello che sarebbe un vero e proprio scempio ambientale. Secondo Bevilacqua, infatti, le motoseghe sarebbero in azione nei pressi della "Petra dilu Moru", «un monumento naturale» dove – spiega il naturalista – «sono stati abbattuti alcuni grandi faggi che facevano da cornice alla rupe». Ma il «martello forestale» ha «segnato anche degli abeti giganti (intagliabili secondo le prescrizioni forestali)».
Lo stesso Bevilacqua per porre ostacolo ai tagli banditi nel 2014, aveva promosso un’escursione all’Archiforo, partecipata da numerosi visitatori, tra i quali anche alcuni professori universitari, biologi, specialisti agronomi e forestali. Nel corso dell’iniziativa erano arrivate le rassicurazioni dell’allora primo cittadino Bruno Rosi rispetto al ridimensionamento del numero di piante al taglio tra le quali proprio alcune monumentali e considerate tra le più alte d’Europa. Lo stop all’iter era in realtà – come già detto – stato ordinato in seguito dal dipartimento regionale Agricoltura e forestazione, intervenuto con una sospensione immediata in via cautelare in particolare per i lotti denominati “Siettu di li chianchi-Rosarella”, “Rosarella-Liganusa” e “Agruomulara-Crifughiettu”.
A distanza di mesi, però, con alle spalle la gestione Rosi e l’avvento della nuova amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Tassone, ecco che proprio ieri Bevilacqua avrebbe ripercorso quei sentieri. «Durante un cammino dal rifugio forestale Lu Bello, passando per Pietra dell'Ammienzo e raggiungendo Pietra de Lu Moru, ci siamo accorti che le motoseghe sono strepitosamente all'opera – ha spiegato Bevilacqua –. E per di più hanno attaccato anche alberi monumentali che stavano intorno a quel vero e proprio monumento naturale che è Pietra de Lu Moru».
«Sono stati follemente abbattuti alcuni grandi faggi – ha denunciato il naturalista – che facevano da cornice alla rupe. E il martello forestale ha segnato anche degli abeti giganti (intagliabili secondo le prescrizioni forestali)». Il naturalista ha documentato il caso con delle foto e ha inoltre lanciato un appello per arrivare a far «sanzionare i selvicidi di Serra San Bruno».
«I serresi onesti e che hanno a cuore il loro territorio – ha concluso Bevilacqua – si sveglino. Senza una loro seria protesta, pian piano tutto l'Archiforo verrà distrutto».
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