Quella di Annamaria Vallelunga, ricercatrice serrese che lavora all'Università di Salerno, potrebbe essere paragonata alla storia di tanti giovani i quali, piuttosto che emigrare all'estero una volta raggiunto il traguardo della laurea, decidono di rimanere in Italia e di costruirsi un futuro nel proprio paese, nonostante le tante difficoltà esistenti, specie nel campo della ricerca. Eppure, Annamaria ha avuto sempre grande passione per la biologia, la stessa che in questi anni gli ha consentito di portare a casa svariati riconoscimenti in ambito scientifico: dallo Start Cup Campania 2015, al premio TBIZ 2015, al Phd di Salerno e, solo giovedì scorso, la giovane serrese ha ottenuto il premio per il miglior Pitch, settore Healthy alla seconda edizione della Borsa della Ricerca, tenutasi presso il campus di Fisciano, a Salerno. 

Annamaria Vallelunga, dunque – grazie alla collaborazione tra l'Università degli studi di Salerno (dipartimento di Medicina Cemand-sezione Neuroscienze, riconosciuto come centro clinico dalla Mfox Foundation) e della fondazione Ebris (nata dalla collaborazione tra la Fondazione Scuola medica salernitana ed il Mass General Hospital for Children dell' Università di Harvard) - ha sviluppato il progetto denominato PDmir Family. Il PDmir Test, in particolare, si basa su un semplice prelievo di sangue e quindi può essere eseguito in ogni centro prelievo presente su tutto il territorio nazionale. Queste caratteristiche lo rendono uno strumento potenzialmente rivoluzionario per la diagnosi precoce ed il monitoraggio della malattia di Parkinson. Lo scopo, quindi, è quello di sviluppare dei test diagnostici basati su analisi del sangue di pannelli di microRNAs per la diagnosi e il monitoraggio di una malattia come il Parkinson che, oggi, colpisce in Italia circa 230.000 persone, delle quali circa il 5% con un’età inferiore ai 50 anni. Si prevede, inoltre, che la prevalenza di tale patologia raddoppierà nel corso dei prossimi venti anni a causa del crescente invecchiamento della popolazione mondiale e nonostante la ricerca scientifica abbia fatto passi da gigante, al momento non sono ancora disponibili test diagnostici non invasivi, sensibili e specifici né per la diagnosi precoce né per il monitoraggio della progressione della MP. Attualmente, non esistono dei biomarcatori per la diagnosi e il monitoraggio della progressione della malattia. La diagnosi si basa essenzialmente sulla storia clinica del paziente e sulla combinazione tra valutazioni cliniche ed esami radiologici invasivi come RMN, PET e DAT SCAN i quali possono esclusivamente confermare la diagnosi. I test attualmente utilizzati sono di elevato costo, invasivi e rischiosi. Il PDmir Test – che sta alla base del progetto ideato proprio dalla ricercatrice serrese - diversamente da tutte le altre indagini attualmente eseguite, non è invasivo (essendo eseguito mediante un semplice prelievo di sangue) ed ha inoltre dei costi molto contenuti. Queste caratteristiche lo rendono uno strumento potenzialmente rivoluzionario per la diagnosi precoce ed il monitoraggio della malattia di Parkinson.

«Ho deciso di sviluppare la mia idea imprenditoriale al Sud – ci ha raccontato – perchè credo che, in qualsiasi campo, si possa fare davvero tanto per il nostro territorio».

Il Sud, insomma, è ancora in grado di sfornare delle vere e proprie eccellenze. E Annamaria Vallelunga non può che essere una di queste.