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«La domenica di Pasqua, a conclusione di riti che dal Giovedì Santo vedono impegnati domenicani, congregati e popolazione, si svolge a Soriano, la cumprunta. Verso le 9 la statua del Cristo risorto viene portata a spalla dalla chiesa di San Domenico a quella del Carmine, dove viene celebrata la messa.
I portantini della statua ne hanno acquisito il privilegio attraverso l'asta svoltasi il venerdì Santo. Alla fine della messa, la statua viene condotta, preceduta dalla banda e seguita da una notevole folla, all’inizio di via Roma. Nel frattempo, attorno alle I0.30, in maniera perfettamente sincronizzata, dalla chiesa di San Domenico escono la statua di San Giovanni, che porta un manto nero in segno di lutto e quella della Madonna del Rosario, anch’essa con il manto nero. San Giovanni viene portato in vico Ruggero che sbocca su via Roma. La Madonna si ferma a fianco della chiesa di San Domenico, fuori del municipio, fuori delle antiche rovine. I portantini di San Giovanni di recano prima del Cristo risorto, poi percorrendo via Roma, tutta gremita di gente, che guarda dai marciapiedi, dai balconi, dalle finestre, vanno a comunicare alla Madonna l’avvenuta resurrezione del Figlio. Un tempo, i viaggi di San Giovanni erano tre. La Madonna inizia, in compagnia di Giovanni, la corsa verso il Cristo risorto. Anche i portantini del Cristo cominciano a correre. L'incontro avviene al centro della piazza. Al momento cruciale perde il manto nero e rimane con il vestito azzurro della festa. Quando la cumprunta è riuscita, le statue si sono incontrate senza cadere, il manto della Vergine è disceso bene, la gente applaude, prega, si butta per terra in preda alla commozione. L'ansia e il panico, il silenzio assoluto e preoccupato, il borbottare cupo come di un terremoto, che avevano preceduto l'incontro, si trasformano in suoni di festa e in manifestazioni di gioia: si confondono voci, applausi, evviva, note della banda, scoppio dei mortaretti. Le tre statue guardano in direzione degli antichi ruderi. La Madonna del Flagello, la Madonna del Rosario, da Mater Dolorosa è diventata Mater Gloriosa».
Da “Il senso dei luoghi” di Vito Teti (Donzelli editore, 2004)
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