Sabato, 21 Maggio 2016 14:00

Inaugurato a Serra il monumento in memoria di Mastro Bruno Pelaggi

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(Foto di Raffaele Timpano) (Foto di Raffaele Timpano)

SERRA SAN BRUNO – Quella del poeta e scalpellino Mastro Bruno Pelaggi è una figura che ha contribuito a segnare senza dubbio la storia culturale serrese dalla metà del 1800 fino agli inizi del '900.

Un personaggio dalle tante sfaccettature, dalle cui opere traspare non solo la tensione al canto e al grido di protesta (basti pensare, tanto per fare un esempio, alla poesia “A 'Mbertu Primu”) ma anche una sorta di satira e sarcasmo che fanno di Mastro Bruno un simbolo della nostra società, molto spesso dimenticato dalla politica, la stessa nei confronti della quale il poeta serrese adottava un linguaggio acuto e pungente.

A 104 anni dalla morte, stamattina è stato inaugurato presso il cimitero cittadino il monumento dedicato proprio a Mastro Bruno, realizzato dal comitato civico “Anonimo serrese” - presieduto da Giacinto Damiani - con il patrocinio del Comune.

Al termine della cerimonia, celebrata da don Leonardo Calabretta, i presenti si sono diretti presso palazzo Chimirri dove, poco dopo le 9, ha avuto inizio il convegno, moderato dal giornalista Sergio Pelaia e trasmesso in diretta radiofonica da RS98, al quale hanno preso parte – oltre alle autorità civili e militari – anche il professore Antonino Ceravolo,storico e dirigente dell'Istituto d'istruzione superiore “Luigi Einaudi”; il commissario straordinario del Comune di Serra, Sergio Raimondo; il curatore della pagina dedicata a Mastro Bruno nel dizionario biografico della Treccani, Gabriele Scalessa; il presidente di “Anonimo Serrese” e autore del libro dal titolo “??Pinsati??Manca...un piede”, Giacinto Damiani; lo scrittore Mimmo Stirparo; il direttore della rivista “Santa Maria del Bosco”, Domenico Calvetta ed il presidente del Tribunale di Vibo Valentia, Nicola Alberto Filardo. Nell'aprire i lavori, Pelaia ha voluto ringraziare Giacinto Damiani a nome di tutti i serresi «per tutto quello che ha fatto in memoria di quello che può essere considerato come un patrimonio dell'intera comunità». A seguire, l'intervento del commissario straordinario del Comune, Sergio Raimondo che, nel complimentarsi con gli organizzatori per quella che lui stesso ha definito come un'«eccellente iniziativa», ha assicurato il massimo impegno per la cittadina della Certosa fino alla scadenza del mandato. Più lungo ed articolato, invece, il contributo offerto da Ceravolo, che ha tracciato un quadro completo delle incertezze relative alle fonti e degli studiosi che se ne sono occupati, approfondendo anche il legame con i luoghi in cui nacquero i suoi versi. Il dirigente dell'Istituto “Luigi Einaudi” ha voluto incentrarsi inoltre su quello che si potrebbe definire come il “caso Pelaggi” dovuto – secondo Ceravolo – a tre fattori in particolare: «Per prima cosa – ha affermato – sembra strano che un analfabeta sia riuscito a creare delle opere letterarie; in secondo luogo, pensiamo sia giusto sapere qualcosa di più intorno alla sua figura e, per ultimo, se è vero che Mastro Bruno è considerato il “poeta della protesta”, è chiaro che travalica in un certo senso tale dimensione». Stirparo, dal canto suo, ha avvertito il bisogno e la necessità di «rivalutare gli antichi figli di Serra perché, così facendo, si recupera l'identità cittadina. Bisogna avere il coraggio di uscire dall'indifferenza che ci circonda, lavorando all'esterno e adoperarsi affinché il ricordo dei padri serresi non venga smarrito». Al termine del suo intervento, Stirparo ha voluto consegnare una targa a Damiani per quanto fatto in memoria di Mastro Bruno. Da Calvetta è arrivato, invece, un monito per i serresi ad essere più «attenti non solo nei confronti di una grande figura come Mastro Bruno, ma anche per il grande patrimonio culturale di cui la comunità può vantare». Gabriele Scalessa, romano doc, ha spiegato, invece, in che modo è venuto a conoscenza di Mastro Bruno, ripercorrendo le fasi che lo hanno portato ad occuparsene per il dizionario Treccani, mentre Giacinto Damiani ha intrattenuto il pubblico presente soffermandosi sulle «grandi ricchezze» di Serra, spesso lasciate nell'oblio, e ha letto ai presenti il suo «Messaggio di lu Zaccanu». Dopo il messaggio letto dai rappresentanti Scout Luca Tassone e Pino De Raffele, le conclusioni sono state affidate a Nicola Alberto Filardo, presidente del Tribunale di Vibo: «Mastro Bruno - ha detto Filardo - è riuscito a scrivere quello che ha vissuto grazie al suo patrimonio genetico e al fervido ambiente culturale della Serra di quel tempo».

In chiusura, lo stesso Damiani ha provveduto a consegnare ai tre candidati a sindaco per le prossime amministrative (Alfredo Barillari, Jlenia Tucci e Luigi Tassone) una sorta di memorandum per un impegno nel caso di un'eventuale vittoria alle comunali del 5 giugno prossimo.  

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