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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Sono trascorsi quasi 11 anni dalla morte di Giuseppe Demasi, l’ultimo a perdere la vita dei sette operaio coinvolti nel tragico rogo all’acciaieria ThyssenKrupp di Torino. Giuseppe, al momento dell’incidente 26enne, era originario di Fabrizia e tornava spesso in Calabria, in particolar modo nel corso del periodo estivo. Anche lui nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 era al lavoro sulla maledetta linea 5 dello stabilimento torinese di proprietà dell’azienda tedesca, la più importante d’Europa nel settore siderurgico. Improvvisamente, poco dopo l’una, divampò un rogo all’interno dello stabile colpendo gravemente sette operai. Alcuni di loro morirono dopo poche ore, per altri trascorsero dei giorni, mentre Giuseppe si arrese per ultimo: il 30 dicembre 2007, dopo reiterati e vani tentativi di mantenerlo in vita.
In sua memoria, a Madonna di Campagna, il quartiere torinese dove il ragazzo è cresciuto, nell’estate del 2010, quindi tre anni dopo la morte, è stata installata un targa voluta dalla Circoscrizione municipale 5 della città di Torino. Ma ieri, nella notte tra giovedì 13 e venerdì 14 settembre, l’insegna commemorativa conservata all’interno del giardino di via Ponderano 20 è stata vandalizzata con delle scritte nere. «È un fatto vergognoso – ha detto il presidente Donato Villani, alla guida di un’associazione che ogni anno promuove un torneo di calcetto per ricordare Giuseppe Demasi –, spero che gli autori si mettano di buona volontà per cancellare tutto, altrimenti, non appena sapremo chi sono faremo partire delle denunce». Le frasi, goliardiche e volgari, con cui è stata imbrattata la targa non hanno nessun legame con la morte di Giuseppe, e si tratta chiaramente di una semplice bravata di un gruppo di adolescenti che probabilmente ignorano anche la storia del ragazzo vittima del rogo Thyssen. Una bravata però di certo pessima, alla quale si dovrà al più presto porre rimedio.
Dura anche la condanna della Circoscrizione 5, che ha preso subito dei provvedimenti: «È un atto inqualificabile senza possibilità di scuse – ha detto il presidente di Circoscrzione Marco Novello –. Abbiamo chiesto alla Polizia di intervenire per rintracciare gli autori. Bisognerà immediatamente mettere a nuovo la targa». Sul fatto si è espresso anche l’ex operaio e collega Antonio Boccuzzi, l’unico superstite del rogo alla fabbrica: «I nostri genitori ci hanno donato educazione e rispetto. I vostri sono stati avari e non vi hanno dato ne l’una né l’altro. Come avete fatto questo scempio ora siete pregati di pulirlo, di notte dove si nascondono i codardi». Boccuzzi ha chiuso con un appello: «Se qualcuno avesse visto qualcosa può contattarmi in privato perché vengano presi provvedimenti nei confronti di questi piccoli idioti che pensano tutto sia legittimo e concesso».
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