A denunciare l’accaduto una volontaria del luogo: «Stamattina, intorno alle 10, ho ricevuto una telefonata da parte di un conoscente, il quale mi chiedeva aiuto per una cagnolina randagia, ma presa in custodia dallo stesso, che aveva deciso di liberarla per qualche minuto affinché facesse i propri bisogni. Sicuramente, però, nella zona dove si trova l’ormai ex Comunità montana c’era del veleno e, una volta rientrato, il cane aveva tutti i sintomi di un avvelenamento. Giunta sul posto, ci siamo adoperati in modo da dare i primi soccorsi, nell'attesa di giungere a Soverato nello studio veterinario del dottor Francesco Sinopoli, il quale ha confermato l’avvelenamento. Inoltre – fa sapere la volontaria – ho scoperto che, nella giornata di ieri, sempre nella stessa zona è morto un altro cane custodito. Si tratta di persone senza scrupoli, che se la prendono sempre con i randagi indifesi invece di rivolgersi a chi di competenza, senza dimenticare che al posto del del cane, anche un bambino che si trovava in zona avrebbe potuto ingerire il veleno».

In questo momento, «il randagio è monitorato dal ragazzo che lo aveva in custodia e messo in adozione dalle volontarie di Pizzo, che ci stanno dando una mano con le adozioni».