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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
I finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro - coordinati dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, dai procuratori aggiunti Vincenzo Luberto e Vincenzo Capomolla e dai sostituti procuratori Camillo Falvo Elio Romano e Pasquale Mandolfino - hanno dato esecuzione, con il supporto del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (S.c.i.c.o.) Di Roma, a sei distinti provvedimenti di sequestro di beni per un valore di oltre quattordici milioni di euro, emessi dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura distrettuale.
Tra i beni sottoposti a sequestro ci sono, tra gli altri, 34 fabbricati, 9 attività imprenditoriali, 16 appartamenti, 2 ville lussuose, 40 terreni e 22 veicoli.
Le misure patrimoniali hanno riguardato complessivamente sedici tra esponenti di spicco organici o soggetti contigui alle cosche di ‘ndrangheta dei Cerra-Torcasio-Gualtieri e dei Giampà di Lamezia Terme; “Gallace-Gallelli” di Guardavalle, Anello di Filadelfia e nei confronti di un soggetto di Amantea condannato per scambio elettorale politico-mafioso.
Nel mirino degli inquirenti sono finiti, dunque, anche i beni di Francesco Mallamace di Vibo e Domenico Origlia di Guardavalle. Quest’ultimo, in particolare, era stato coinvolto nell’operazione “Itaca-Freeboat”, che ha portato nel luglio scorso all’arresto di 25 persone, considerate dagli inquirenti affiliate e fiancheggiatrici del clan Gallace-Gallelli, operante nel territorio di Guardavalle, nella fascia ionica soveratese. Non solo: sempre Origlia, infatti, ha alle spalle una condanna a quasi 13 anni di reclusione da parte del Tribunale collegiale di Velletri nell’ambito dell’operazione “Mythos” per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Mallamace, invece, nel giugno del 2008 finì in manette nell'ambito delle operazioni “Domino” ed “Effetto domino” che avevano colpito il clan Anello di Filadelfia. Nel 2012, è stato poi condannato dalla Corte di Appello di Catanzaro a 4 anni e 10 mesi di reclusione perché ritenuto colpevole di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Il sequestro operato stamattina ha riguardato anche un fabbricato a Guardavalle, una ditta operante nel settore dei legnami a Sant’Onofrio e con unità locale in Val di Chiana, cinque automezzi e diversi rapporti bancari e finanziari, il tutto per un valore complessivo stimato superiore a un milione di euro.
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