L’ex parroco di Zungri, inoltre, è già stato condannato nel 2017 per prostituzione minorile. La nuova accusa, invece, secondo quanto riportato dall’Ansa, si riferisce a 132 immagini pedopornografiche trovate sul suo telefonino sequestrato il 16 novembre 2016 nell'ambito dell'indagine "Settimo Cerchio" che portò in carcere il sacerdote ed altre due persone. Oltre al prete 43enne di San Calogero, da poco tornato in libertà, sono indagati nella nuova inchiesta Miroslaev Iliev (30enne), bulgaro, residente a Vibo (già condannato a 5 anni e 6 mesi sempre nell'operazione "Settimo Cerchio") ed attualmente detenuto; Mariano Mamone (55enne), di Parghelia e Luciano Restuccia (53enne), di San Calogero ma domiciliato a Mileto.

Iliev è accusato di prostituzione minorile aggravata per aver reclutato, favorito, sfruttato ed organizzato la prostituzione di un 16enne dietro la corresponsione di somme di denaro. Con tali comportamenti, secondo l'accusa, avrebbe avviato il ragazzo alla prostituzione consentendo a Mamone di consumare con il minore rapporti sessuali in cambio di denaro dai 25 sino a 50 euro. I fatti sarebbero avvenuti dall'estate del 2015 sino all'estate del 2016 a Zungri ed a Parghelia. La stessa accusa è rivolta anche a Restuccia. Mamone è poi accusato anche di aver tentato di compiere atti sessuali su altri due minorenni stranieri che però lo avrebbero respinto.