Sabato, 08 Settembre 2018 16:05

Onorificenze Pontificie per tre sacerdoti serresi

Scritto da Redazione
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TORRE DI RUGGIERO - Sono state dispensate stamattina, presso il Santuario diocesano della “Madonna delle Grazie” di Torre di Ruggiero, le Onorificenze Pontificie che il Santo Padre, su richiesta dell’Arcivescovo Bertolone, ha voluto dispensare a dieci presbiteri, ammessi ad essere Cappellani di Sua Santità con il titolo di “Monsignore”. Tra i preti dispensati anche i serresi don Leonardo Calabretta, don Biagio Amato e don Biagio Cutullè assieme a don Pietro Emidio Commodaro, don Giorgio Pascolo, don Francesco Isabello, don Andrea Perrelli, don Carmelo Fossella, don Francesco Munizzi, don Achille Gigliotti.
Di seguito il comunicato stampa diffuso dall'Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace.

La comunità diocesana di Catanzaro-Squillace si è ritrovata questa mattina nel Santuario diocesano “Madonna delle Grazie” di Torre di Ruggiero, per rinnovare il patto d’amore con Vergine Maria, nel ricordo della sua natività, e in occasione anche dell’anno giubilare del Santuario Mariano che celebra i 160 anni delle apparizioni. A presiedere la solenne concelebrazione eucaristica è stato l’Arcivescovo Metropolita, Mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza Episcopale Calabra. Presenti numerosi fedeli laici, presbiteri e autorità locali e nazionali. «Sono felice – queste le parole dell’Arcivescovo Bertolone – di essere con voi, in questo “nostro” Santuario diocesano, dedicato alla Madonna delle Grazie. Nella festa liturgica della Natività della beata Vergine Maria, facciamo memoria dei 160 anni di apparizione in questo luogo della Mamma di tutte le grazie: da lei è sorto il sole di giustizia, Gesù Cristo, nostro Dio, generato in mezzo agli uomini, secondo il disegno del Padre divino, per opera dello Spirito Santo! Dalla intercessione di Maria, otteniamo tutte le grazie che il Padre onnipotente vorrà concederci secondo i bisogni nostri e della nostra società!»
Il Presule, nel ricordare le stesse parole usate dal profeta Michea per Betlemme “la piccolezza del villaggio di Giuda” dove nascerà il Salvatore del mondo dalla Vergine Maria, ha evidenziato che «sentendo con le orecchie cristiane queste parole della profezia, non v’è chi non pensi, non soltanto alla piccola-grande Betlemme, ma anche alla piccola-grande Torre di Ruggiero, che custodisce e mostra al mondo intero, non soltanto calabrese, la sacra immagine: il piccolo Gesù portato come in trionfo dalla tenera Madre, che lo avvia a benedire e proteggere i suoi devoti dall’alto del bellissimo altare: guardiamo quei volti, del Figlio e della Mamma; guardiamo il bambino che doveva dare alla luce per noi; guardiamo il suo volto di Madre, che sorride a questo incantevole luogo, adagiato in una conca nella media valle dell’Ancinale, che sembra voler farsi proteggere dal massiccio delle Serre. Il profumo di castagni, querce e faggi – ha evidenziato l’Arcivescovo – inebria con la complicità di un costante alito di vento, l’intero abitato, al centro del quale c’è proprio il Santuario con la sua veneranda statua e con la sua fonte sorgiva, che continua a ricordare a tutti i devoti, sia locali che provenienti da ogni parte del mondo, la sicura mediazione della Madre di tutte le grazie». Poi il Presule ha evidenziato ai fedeli tutti come il mistero di Dio risplende anche nella comunità di Torre Ruggiero nelle cose belle: la fonte sorgiva, il Santuario e soprattutto la statua della Regina delle Grazie. «C'è bellezza nella fede, carissimi. La fede – ha detto Mons. Bertolone – perciò ha bisogno di luoghi bellissimi come questo santuario, della sua icona mariana, della sua fonte prodigiosa. A sua volta, la bellezza non può prescindere dalla fede. È come se nell'esperienza della bellezza la fede rendesse quell'esperienza più piena e più genuina. Dire che una cosa è bella è come dire: sì, questa cosa è come deve essere, è giusto che sia, è bene che sia! Alla difficoltà contemporanea di capire come si possa parlare dell’immagine di una realtà invisibile, risponde la concezione antica dell’icona cristiana, secondo cui l’immagine non è soltanto una rappresentazione funzionale di un oggetto, avvertita come tale dalla coscienza umana, ma può anche essere un’irradiazione, una manifestazione visibile dell’essenza della cosa e come tale può comportare una partecipazione sostanziale all’oggetto». Come i tanti pellegrini giunti da più parti della regione per pregare e chiedere grazie, anche l’Arcivescovo Bertolone ha concluso la sua omelia con una richiesta di preghiera alla Vergine: «Maria Santissima, Tu che da Lui hai ricevuto un cuore che si muove a pietà delle umane sventure e non può non consolare i sofferenti, muoviti a compassione dell'anima nostra e concedici le grazie che fiduciosi aspettiamo dalla Tua immensa bontà. Sussurra il nostro nome alle orecchie del Bambino che porti in braccio: e che è stato generato in te dallo Spirito Santo: ogni nostro nome è carico di richieste di intercessione e di grazie e, se tu glielo suggerirai, sarai di certo ascoltata. L’aspettiamo questa grazia, o Maria, dai tuoi occhi di grazia; l'attendiamo da quella tua bocca, che si apre solo quando deve annunciare una grazia; la desideriamo da quella fonte sorgiva, da quel tuo seno, da quelle tue mani, da quei tuoi piedi, da quel tuo benedetto e materno cuore, tutto ripieno di grazie. Amen».

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