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È stata ridimensionata la condanna per Alfonsino Ciancio. La Corte d'Assise d'appello di Catanzaro ha condannato a 14 anni di reclusione il 29enne di Acquaro, accusato di avere partecipato all'omicidio dell'ex candidato a sindaco di Dinami, Giuseppe Damiano Cricrì, 48 anni, trovato carbonizzato nella sua auto il 21 ottobre 2013. Secondo quanto riportato dall’Ansa, la Corte, nel rideterminare la pena, ha escluso l'aggravante della premeditazione che era stata riconosciuta invece in primo grado dal gup di Vibo Valentia che aveva già condannato Ciancio a 30 anni di reclusione.
L'aggravante è stata esclusa, nel corso della requisitoria, anche dal sostituto procuratore generale Luigi Maffia che aveva chiesto per Ciancio una pena a 18 anni di reclusione. Secondo l'accusa, ad uccidere Cricrì, con un colpo al volto, sarebbe stata la sua ex amante, Liberata Gallace, di 52 anni, madre di Ciancio, che avrebbe poi cercato di far sparire il corpo con l'aiuto del figlio e del nuovo compagno, Fiore D'Elia, di 64 anni. Un movente passionale, secondo gli inquirenti, quello che avrebbe portato la donna, che insieme a D'Elia è imputata in primo grado davanti alla Corte d'Assise di Catanzaro, a uccidere Giuseppe Damiano Cricrì, reo di averla lasciata. Alfonsino Ciancio è difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Bruno Ganino.
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