Secondo Demasi, dunque, esiste «un oggettivo pericolo anche nel caso di utilizzo di petardi in libera vendita, trattandosi pur sempre di materiali esplodenti che, in quanto tali, sono in grado di provocare danni fisici sia a chi li maneggia sia a chi ne venisse fortuitamente colpito». Un pericolo – sempre secondo quanto riportato nell’ordinanza del sindaco – che «sia pure in misura minore, sussiste anche per quei prodotti che si limitano a produrre un effetto luminoso, senza dare luogo a detonazione quanto gli stessi sono utilizzati in luoghi affollati e con la presenza di bambini». Inoltre, «l’accessione ed il lancio di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi e di razzi, lo scoppio di bombolette e mortaretti sono anche causa di disagio e lamentele da parte di molti cittadini, soprattutto per l’uso incontrollato da parte di persone che spesso non rispettano le precauzioni minime di utilizzo e non si avvedono della presenza di bambini».

Tutto ciò premesso, il sindaco Antonio Demasi, ritenendo comunque «insufficiente e inadeguato il ricorso ai soli strumenti coercitivi», si è appellato al «senso di responsabilità individuale e alla sensibilità della collettività, affinché ciascuno sia pienamente consapevole delle conseguenze» che l’utilizzo di petardi, fuochi d’artificio e botti «può avere sulla sicurezza propria e per quella degli altri», anche e soprattutto perché «per le strade del centro cittadino, delle frazioni e delle contrade sono in programma diverse iniziative che sicuramente richiameranno numerose persone di tutte le età» e perché la collocazione geografica del paese di Nardodipace «non consente un rapido accesso ai centri sanitari in caso di lesioni derivanti dall’accensione e sparo dei botti».

A tal fine, a decorre da oggi, giovedì 28 dicembre, e fino al successivo 6 gennaio, sul territorio cittadino è stato vietato l’utilizzo di fuochi pirotecnici, così come è da considerarne impedita la vendita. Chiunque intenderà violare la prescrizione imposta dall’ordinanza potrà ricevere una sanzione da un minimo di 25 euro fino ad un massimo di 500 euro. L’atto è stato trasmesso alla Prefettura, alla Procura della Repubblica e alla Questura di Vibo Valentia. Mentre il compito di far rispettare il provvedimento è stato demandato alla polizia municipale e alle altre forze dell’ordine.