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Pazienti «lasciati senza assistenza sanitaria», dirigenti «impotenti», medici «codardi e disertori». È la ricostruzione shock trasmessa dal Tgr Calabria sul caso della Rsa “Domus Aurea” di Chiaravalle Centrale dove, a causa dell’elevato numero di persone risultate positive al Covid-19, si è registrato un vero e proprio focolaio, che ha causato anche 28 decessi.
La telefonata è avvenuta tra il coordinatore della centrale operativa del 118 di Catanzaro, Francesco Conca, e il titolare della struttura, Domenico De Santis. Quest’ultimo, in particolare, evidenzia «l’impossibilità di garantire l’assistenza sanitaria, considerato che tutto il personale della residenza è finito in quarantena». Conca, dal canto suo, risponde così: «Vi ho mandato i medici e gli infermieri che avevamo disponibili»; «Ma non è venuto nessuno», replica De Santis il quale, subito dopo, riceve una risposta secca: «Si sono messi in malattia, che ci posso fare. Se sono dei codardi, dei disertori ancora meglio - afferma Conca - che ci possiamo fare io e lei?». Siamo al 2 aprile e alla Rsa arrivano alcune infermiere inviate per sopperire alla carenza. De Santis, dunque, chiede informazioni e una delle infermiere risponde: «Mi hanno detto “state lì se magari c’è bisogno di qualcosa»; «Ma fuori?», ribatte il titolare della “Domus Aurea”; «Né fuori, né dentro», risponde l’infermiera. Quindi l’invito: «Allora entrate o no?», e una nuova risposta secca: «Aspettiamo il 118 ed entriamo con loro».
Il medico che avrebbe dovuto prestare servizio fino alle 14, arriva alle 13.40 e dice: «Non vale la pena che mi infetto pure io, vale la pena per dieci minuti?». Quindi va via senza visitare i pazienti: «No…e che visito, ormai, vale la pena? Ormai…». Considerata la mancata assistenza nei confronti dei pazienti richiusi nella Rsa, il titolare richiama Conca: «Mi ha detto che pomeriggio arriva un altro medico», ma il dirigente del 118 replica: «Vi comunico già che si è messo in malattia».
I toni della conversazione tra Conca e De Santis si fanno drammatici: «Noi qui - sostiene il titolare della struttura - siamo senza medico, per stasera non ho nemmeno una persona», ma la risposta di Conca non lascia margini di manovra: «Io tutto il personale che avevo nella possibilità di mandare, l’ho mandato con una disposizione di servizio. Se questi poi non vengono e sono tutelati da varie forme di leggi, perché chi è invalido, chi ha la 104, chi ha questo e chi ha quello, io che posso farci?».
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