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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Nella giornata odierna i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro hanno eseguito, su delega della Procura della Repubblica del capoluogo, misure cautelari interdittive nei confronti di un ingegnere (consulente esterno della Regione Calabria, deputato al controllo dei finanziamenti per il settore turistico) e di una società in nome collettivo proprietaria di un villaggio turistico di Ricadi, nel Vibonese.
Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, Paolo Mariotti, su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, con i sostituti procuratori Graziella Viscomi e Giulia Tramonti, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.
Si tratta di un ulteriore sviluppo delle attività investigative, nell’ambito dell’operazione denominata “È dovere” che, nell’ottobre del 2018, aveva portato all’ adozione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti dell’ex dirigente regionale Maria Gabriella Rizzo e di Laura Miceli, legale rappresentante della “Baia d’Ercole”, entrambe indagate per corruzione.
Il provvedimento eseguito oggi riguarda, in particolare, Antonio Tolomeo, professionista 40enne di Catanzaro, e la società in nome collettivo “Baia d’Ercole”, raggiunti dal provvedimento cautelare perché coinvolti nell’indagine.
Nello specifico, Tolomeo è stato sospeso dagli uffici o servizi pubblici per la durata di sei mesi, mentre la “Baia d’Ercole s.n.c.”, quale ente giuridico coinvolto nel reato di corruzione, è stata sottoposta al divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 10 mesi.
Le attività investigative, dirette dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e delegate alla Guardia di finanza, avrebbero consentito di riscontrare il concorso di Antonio Tolomeo con Maria Gabriella Rizzo nel comunicare a Laura Miceli informazioni su bandi non ancora pubblicati per il finanziamento del settore turistico calabrese, prestandosi, inoltre, a fornire a quest’ultima e alla società “Baia d’Ercole” indebite attività di consulenza ai fini della presentazione delle domande di finanziamento.
Grazie a queste condotte, Miceli e la società “Baia d’Ercole” avevano tra l’altro potuto eludere il divieto di partecipazione a un finanziamento pubblico erogato dalla Regione Calabria, in caso contrario precluso in quanto la società aveva già usufruito di un contributo da 200mila euro per il “miglioramento ed ampliamento delle strutture ricettive esistenti”.
In cambio di questi servigi, Maria Gabriella Rizzo era stata ospite delle strutture ricettive facenti capo alla famiglia di Laura Miceli, ricevendo inoltre indebite donazioni di vino e offerte di pranzi a spese dell’imprenditrice ricadese.
Il provvedimento interdittivo, eseguito oggi, giunge a ridosso della notifica del provvedimento di conclusione delle indagini preliminari, notificato nelle scorse settimane a tutti gli indagati.
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