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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Appena i Comuni avranno ultimato la distribuzione di alcuni milioni di mascherine a tutti i cittadini, l’uso della mascherina fuori casa sarà obbligatorio. È quanto ha stabilito un’ordinanza firmata nei giorni scorsi dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, il quale ha dato un tempo massimo di 7 giorni per la distribuzione. Il provvedimento della Regione Toscana, analogo a quello adottato anche da altre Regioni, entra dunque in vigore solo nel momento in cui il sindaco a cui è stato affidato il compito di distribuire la mascherina, casa per casa, renderà nota l’avvenuta la consegna.
In Calabria invece la presidente Jole Santelli ha disposto l’obbligatorietà circa l’utilizzo delle mascherine senza aver avviato alcun tipo di distribuzione gratuita. Attraverso l’ordinanza del 13 aprile, infatti, la governatrice ha stabilito che «è fatto obbligo a tutte le persone che si spostino o giungano all’interno del territorio regionale per attività consentite e autocertificate, di utilizzare la mascherina o, in alternativa, qualunque altro indumento a copertura di naso e bocca. Tale prescrizione comportamentale, unitamente a quanto previsto negli allegati 4 e 5 al dpcm 10 aprile 2020, devono essere messe in atto con particolare riferimento alla presenza fisica presso le attività commerciali consentite e aperte al pubblico; gli uffici pubblici e privati, ove non sia stata adottata per esigenze di pubblica utilità la modalità del lavoro agile; gli isolamenti e le quarantene domiciliari posti in essere dai dipartimenti di Prevenzione, con la collaborazione dei medici di Medicina generale e pediatri di libera scelta e dei sindaci». Al fine di assicurare il contenimento della possibile diffusione del Coronavirus, inoltre, è disposta «fino al 26 aprile 2020 la sospensione di tutte le attività ambulatoriali erogate dalle Aziende sanitarie e ospedaliere, incluse le strutture private accreditate e private autorizzate. Vanno fatte salve - si legge nell’ordinanza - le prestazioni ambulatoriali recanti motivazioni d’urgenza, nonché quelle di dialisi, di radioterapia e quelle oncologiche-chemioterapiche, le prestazioni relative alla gravidanza a rischio». In merito, invece, alle «attività̀ programmate da considerare clinicamente differibili secondo una valutazione del rapporto rischio-beneficio», sono «escluse quelle riportate in allegato 1». Le sedute di vaccinazione, inoltre, dovranno essere «garantite con le adeguate precauzioni e contingentazioni». Sono «sospese inoltre le attività intramoenia e, fino al 26 aprile 2020, i ricoveri in elezione e quindi differibili, sia di area medica, che di area chirurgica». Le strutture pubbliche private accreditate e private autorizzate, sempre secondo quanto si legge nell’ordinanza, procederanno alla riprogrammazione delle attività ambulatoriali e di ricovero sospese ai sensi del provvedimento. La sospensione non riguarda le prestazioni di ricovero per riabilitazione ospedaliera ed extraospedaliera acuta, post acuta ed estensiva, in quanto il processo riabilitativo non può̀ essere posticipato nelle sue fasi, al fine di evitare/ridurre eventuali esiti invalidanti.
Per quel che riguarda gli altri provvedimenti - relativi, in particolare, ai Comuni interessati dall’ordinanza di “chiusura”, nei quali rientrano anche Serra San Bruno, Fabrizia e Chiaravalle - in relazione alla «particolare situazione epidemiologica», sono state fissate ulteriori misure restrittive. Tra queste, la «prescrizione dell’isolamento obbligatorio presso una struttura all’uopo dedicata, dei cittadini positivi al SARS-Cov-2, qualora l’isolamento domiciliare non sia possibile per le caratteristiche del domicilio o per il numero dei coabitanti, ovvero si sia dimostrato inefficace. La disposizione dovrà essere valutata e attuata a cura del dipartimento di Prevenzione dell’Asp competente per territorio e la struttura potrà essere identificata d’intesa con il sindaco e previa verifica della sua adeguatezza allo scopo». Il dipartimento di Prevenzione, inoltre, assicura il «rafforzamento e l’ampliamento degli screening sanitari, dando priorità alla popolazione del Comune oggetto dell’ordinanza rispetto a quelle di altri Comuni».
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