I due centri del Vibonese, infatti, sono stati acquistati dalla “Abramo customer care” che avrebbe già manifestato l'idea di chiudere definitivamente sia il call center di Serra che quello di Stefanaconi, impegnati entrambi nella commessa Telecom outbound, perchè considerati dannosi sul piano economico dall'azienda stessa.

Ed ecco, dunque, che centinaia di giovani, padri e madri di famiglia, rischiano di trovarsi dall'oggi al domani senza un'occupazione ma, soprattutto, senza alcuna certezza lavorativa.

Quella di domani, però, potrebbe essere la giornata decisiva: mentre, infatti, i dipendenti saranno impegnati nel sit-in davanti alla Prefettura di Vibo, a Roma, nei locali del Ministero dello Sviluppo economico, si terrà un incontro al quale prenderanno parte le sigle sindacali e le due aziende (l' Abramo customer care - che si è aggiudicata la sede di Lamezia Terme, dalla quale dipendono i due centri di Serra e Stefanaconi – e la Comdata, che ha acquisito la sede di Rende). Quello che i lavoratori vorrebbero scongiurare è, appunto, la paventata chiusura dei due call center periferici che, pur non determinando di fatto il loro licenziamento, li costringerebbe però ad affrontare ulteriori spese per raggiungere la nuova sede occupazionale, nel caso in cui, ovviamente si dovesse procedere alla soppressione dei centri. E questo tutto per poche centinaia di euro.

Il futuro di quanti prestano servizio presso i call center di Serra e Stefanaconi, dunque, potrebbe dipendere molto dal tavolo tecnico convocato per domani a Roma.