Se ne potrebbe trarre un telefilm, o meglio una soap-opera dalla trama intricata. Con inganni, patimenti, dubbi, tormenti, amore ed odio. Il soggiorno complicato di Don Alessandro Iannuzzi – da quasi due anni parroco della passionale Brognaturo – è ormai volto al termine, così come la sua esperienza di prete in una comunità, evidentemente, ancora troppo legata alla figura del compianto Don Francesco Timpano.
Se il Bambinello non va dai fedeli: Sono state tante le vicende che hanno messo pepe a quella che in tutti i modi può definirsi “l’avventura amara di Don Alessandro a Brognaturo”, approdato nel piccolo centro montano vibonese proprio per sostituire Don Francesco, prematuramente scomparso nell’agosto di due anni fa. Erano bastati pochi giorni per intuire che quello tra il neo parroco e la cittadinanza brognaturese sarebbe stato un matrimonio difficile, anzi impossibile.
Lo si era capito dal fatto che la comunità aveva mal digerito le novità introdotte dal prete, come quella della notte di capodanno, quando - contravvenendo ad una tradizione secolare – il sacerdote si era rifiutato di accompagnare il simulacro del bambinello in giro per le case del paese. Il fatto aveva suscitato dure polemiche che sarebbero state il preludio di enormi contrasti.
Rincorso dai fedeli: Il primo vero evento tragicomico risale al gennaio 2012, quando Don Alessandro fu costretto ad abbandonare la Chiesa assediato da alcuni credenti. Inseguito dai fedeli in tumulto come “un arbitro di terza categoria rincorso da tifosi esagitati”. I dissidi erano sorti da lamentele del parroco per la scarsa propensione dei fedeli a partecipare economicamente alla gestione del Santuario della Madonna della Consolazione, tanto che – aveva riferito – in quella settimana le offerte non avrebbero superato le 20 euro. Da qui era sorta l’impossibilità materiale di addobbare adeguatamente la chiesa in occasione delle celebrazioni in onore della Santa Vergine, fino a che una signora - devota alla Madonna della Consolazione - si era detta disponibile a finanziare personalmente gli addobbi per la Chiesa. Il parroco si era dimostrato ancora restio ed, addirittura, inspiegabilmente era arrivato a negare la comunione alla stessa fedele. Il sacerdote si sarebbe rivolto alla signora in questione, dicendole: “per questa volta te la faccio, la prossima non ti darò la comunione”. Da qui la reazione scontata della donna, che rifiutata la particola, a fine della messa, era andata a chiedere spiegazioni al prete sul suo gesto. A questo punto, la rabbia a lungo covata, contagia un numero crescente di fedeli che insceneranno una protesta contro l’atteggiamento poco conciliante del sacerdote che sarà costretto, chiuso all’interno della sagrestia, a contattare col proprio cellulare carabinieri e polizia. Il giorno successivo nessuno si presenterà a celebrare la messa.
Lo sciopero della messa: un mese dopo, il 18 febbraio 2012, molti fedeli brognaturesi decidono di disertare i banchi del Santuario dove intanto era stato inviato come sacerdote pro tempore, Don Steven (parroco della dirimpettaia Simbario), ad avvicendamento di Don Alessandro allontanato temporaneamente da Brognaturo. Alcuni devoti avevano chiesto a Don Steven di pregare ma senza eseguire il rito religioso. Il prete non aveva acconsentito ed aveva pertanto iniziato a celebrare la messa. La cosa aveva scaturito la “rivolta” di molti dei presenti che – una volta abbandonata la Chiesa – avevano improvvisato un sit-in in Piazza del Popolo, la principale del paese, per chiedere al Vescovo la riabilitazione di Don Alessandro e la benedizione del Santuario, che sarebbe stato sconsacrato perché “al suo interno sono state proferite parole poco edificanti per la comunità”.
Si erano, quindi, ormai create due frange definite ed opposte, come si trattasse di due schieramenti politici avversi: una a favore di Don Alessandro Iannuzzi, una contro. Il prete verrà ricollocato dalla Curia a Brognaturo.
Le dimissioni: nonostante il reintegro di Don Alessandro a guida spirituale della comunità brognaturese, per molti i dissidi rimangono. Tanto che pochi giorni fa si è arrivati all’incredibile atto finale, con il prete che interrompe la celebrazione della messa in lacrime e – incitato da alcuni fedeli – si convince a dichiarare ufficialmente di aver fatto domanda di trasferimento al Vescovo in altra sede, causa continui dissidi ed incomprensioni con parte dei fedeli. Il parroco avrebbe rese note le sue motivazioni in seguito, rimandando – per maggiori chiarimenti - “amici e nemici” ad un incontro pubblico tenutosi martedì scorso.
L’incontro si è tenuto quindi il 20 agosto, ad ha visto tra gli intervenuti anche il sindaco di Amaroni, Arturo Bova, dove Don Alessandro aveva esercitato prima dell’approdo a Brognaturo. Il primo cittadino amaronese è stato chiamato sull’altare per smentire alcune voci che da tempo circolavano in paese secondo le quali Don Alessandro sarebbe giunto a Brognaturo dopo essere stato picchiato e malamente allontanato da Amaroni. Alcuni avevano addirittura fantasticato sul fatto che al prete sarebbe stata prima bruciata l’auto e poi indotta una dura punizione a colpi di schiaffi e pugni mentre era legato ad una sedia, ciò per comprovare il suo carattere poco propenso alla concordia con i fedeli.
Il sindaco di Amaroni ha chiaramente smentito i pettegolezzi, ribadendo che Don Alessandro era ed è tuttora amato e benvoluto da tutta Amaroni. Lo stesso sindaco amaronese avrebbe riferito pubblicamente una confessione del sacerdote, secondo cui il parroco sarebbe stato bersagliato da minacce per mezzo di lettere e telefonate minatorie. Tra i fedeli presenti alcuni hanno gridato a Don Alessandro “ci devi dire chi ti ha costretto a lasciare il Santuario”, ma i numerosi appelli dei sostenitori non sono riusciti a fargli cambiare idea e Don Alessandro ha quindi deciso di lasciare Brognaturo definitivamente perché “non sussistono le condizioni per poter continuare”. Il tutto a pochi giorni dall’inizio del novenario per la festa della Madonna della Consolazione. Il grottesco epilogo quindi di una storia più che singolare.