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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
«Lotterie, l’unica fede in cui sperare…». Ritorna in mente l’indignazione di Francesco Guccini in “Addio” quando si guarda ai dati della spesa che gli italiani hanno destinato al gioco nell’anno 2016.
Novantacinque miliardi di euro. È questa la cifra che il Belpaese ha depauperato in gratta e vinci, lotterie, lotto, superenalotto, scommesse sportive, totocalcio, totogol, macchinette, ippica, bingo, gioco online. I dati, riportati da Repubblica.it, parlano inoltre di una cifra impressionante che in questa specifica spesa è stata destinata alle slot machine (macchinette): ben 49 miliardi, ossia oltre il 50% dell’intero importo. Incrociando i dati di popolazione (Istat), reddito (Mef) e raccolta gioco (Aams) è stato creato un database capace di mostrare dove e quanto si gioca in oltre 7mila comuni italiani.
A comandare la classifica delle regioni che hanno speso di più è la Lombardia con giocate pro capite di 1036,30 euro. Terzultima la Calabria e ultima la Sicilia con giocate pro capite che si attestano rispettivamente a 547,40 e 397,30. Per quel che riguarda i cinque Comuni capoluogo di provincia calabresi, il primato procapite spetta alla città di Vibo Valentia dove le giocate annue per persona ammontano ad una media di 946 euro per un totale di 31,92 milioni di euro giocati. A seguire Cosenza con giocate procapite per 690 euro (46,68 milioni di euro complessivi); Reggio Calabria con 668 euro procapite di giocate (122,09 milioni di euro complessivi); Catanzaro con giocate procapite per 625euro a cittadino (56,24 milioni complessivi) e, in fine, Crotone con 393euro medi per cittadino giocati nel 2016 (24,94 milioni di euro complessivi).
Arrivando al nostro territorio è davvero mostruoso il dato che emergere per Serra San Bruno, dove nel 2016 si sono giocati ben 540 euro pro capite (la media per ogni cittadino), per complessivi 3,62 milioni di euro. La cittadina della Certosa è dunque, nelle Serre, quella con un primato di gran lunga superiore agli altri comuni limitrofi: a Soriano si sono giocati nel corso dei dodici mesi dell’anno scorso 292 euro pro capite (698,88 mila euro complessivi); a Simbario 297 euro procapite (286,97 mila euro complessivi); a Spadola 466 euro pro capite (381,16 mila euro complessivi); a Vallelonga 102 euro procapite (72,17 mila euro complessivi) a San Nicola da Crissa 279 euro procapite (371,49 mila euro complessivi) a Fabrizia 130 euro procapite di giocate (289,93 mila euro complessivi); a Mongiana 924 euro procapite (675,12 mila euro complessivi); a Gerocarne 67 euro procapite (148,81 mila complessivi); ad Acquaro 159 euro procapite (381,16 mila euro complessivi); a Dasà 423 euro procapite (500,52mila euro complessivi), a Dinami 224 euro procapite (471,22 mila euro complessivi); a Monterosso 315 euro procapite (532,50 mila euro complessivi); a Pizzoni 120 euro procapite (134,95 mila euro complessivi); ad Arena, Sorianello, Brognaturo, Vazzano e Nardodipace secondo i dati dell’Aams non ci sarebbero slot. Ma lo stesso portale, in tal caso, da la possibilità di effettuare segnalazioni.
Per quel che riguarda invece le altre città principali del Vibonese da segnalare anche i dati altissimi di Pizzo con 8,04 milioni complessi e 864 euro procapite di giocate effettuate in un anno e Tropea con giocate per 1139 euro procapite e 7.25 milioni complessivi. A Mileto invece si sono registrate giocate per 153 euro procapite e 1,03 milioni di euro complessivi; a Nicotera 233 euro procapite per 1,45milioni di euro complessivi; a Filadelfia 500 euro procapite per 2,66 milioni di euro complessivi.
Dati che fanno pensare a quanto oggi sia facile cadere nella ludopatia, tant’è che si sta cercando anche di legiferare in merito per togliere le slot da ristoranti e stabilimenti balneari e incrementare i controlli per impedire il gioco ai minori.
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