mini prefettura-viboCi sono stati momenti di tensione, ieri, davanti alla Prefettura di Vibo Valentia, dove alcuni operai ex Eurocoop avevano organizzato un sit-in per chiedere certezze sul pagamento delle spettanze arretrate ma, soprattutto, per ottenere risposte sul posto di lavoro che, attualmente, sembra essere in bilico.
 
Tutto è iniziato nel primo pomeriggio, quando presso la sede della società che si occupa della raccolta dei rifiuti, si è tenuta una riunione con i custodi giudiziari dell'azienda per chiedere il pagamento delle spettanze arretrate. Riunione, questa, che però si è conclusa con un nulla di fatto.
 
In serata, poi, c'è stato un vertice in Prefettura, al quale hanno preso parte anche i rappresentanti sindacali dello Slai Cobas, Nazzareno Piperno, e quello dell'Ugl, Enrico Rottura, al termine del quale, anche in questo caso, non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva per cercare di fronteggiare il problema.
 
La situazione, dunque, stava quasi per degenerare, quando un gruppo di operai e gli agenti di polizia in tenuta antisommossa, sono arrivati vicinissimi allo scontro.
 
Visto il clima di grande tensione, il prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, ha convocato in fretta e furia il comitato per l’ordine e la sicurezza al quale hanno partecipato, oltre ai vertici delle forze dell’ordine, anche il primo cittadino di Vibo, Nicola D’Agostino, i rappresentanti dell’azienda, i sindacalisti e una delegazione di lavoratori.
 
Alla fine si è deciso per un altro rinvio a giovedì prossimo. I lavoratori, dunque, incrociano le dita, sperando che si riesca ad arrivare ad un accordo nel più breve tempo possibile.


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mini martinoceravoloUn anno. Tanto è trascorso da quel 25 ottobre 2012, quando per un errore, uno sbaglio fatale, Filippo Ceravolo ha perso la vita in un agguato nella strada che collega Pizzoni a Soriano Calabro. Da quel giorno, papà Martino e mamma Anna non riescono a darsi pace. Vogliono che sia fatta giustizia ma soprattutto pretendono che agli assassini di Filippo sia data la punizione che meritano. Non si può morire così. Soprattutto perchè stiamo parlando di giovani. Se, però, molti di essi hanno avuto qualche precedente o problemi con la giustizia, Filippo rispetto a loro rappresenta un'eccezione. Ha pagato soltanto il fatto di trovarsi nel posto sbagliato, con la persona sbagliata. In Calabria succede spesso. Così come capita frequentemente che i media nazionali non danno giusta rilevanza ad un problema che non riguarda solo la Calabria ed i calabresi. Perchè ha ragione un'amica di Filippo, intervenuta nel corso della giornata in sua memoria, organizzata dal Movimento Spontaneo Sorianese, in collaborazione con Libera: «La Calabria non è il ricco Nord, dove anche un semplice furto farebbe scalpore», ha affermato.

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mini Gioiatauro_seaportNonostante le decise e ben motivate proteste di associazioni e movimenti del territorio, il Comitato portuale stamattina ha dato il via libera alla concessione demaniale alla società che dovrà realizzare il rigassificatore di Gioia Tauro. la decisione è stata presa a maggioranza: ha votato contro il sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, che aveva chiesto un rinvio della seduta a causa della mancanza della certificazione antimafia e del Piano industriale, mentre, con una motivazione diversa, il sindaco di San Ferdinando, Domenico Madafferi, non ha partecipato al voto e si è allontanato, sostenendo che il suo Comune attende le prescrizioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici in materia di sicurezza.

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mini pasqualelagambaPiazza Spogliatore non è di certo via dell’Umiltà. Soprattutto metaforicamente. Perché a Vibo Valentia i rappresentanti locali del Pdl ostentano una sicurezza al di là delle previsioni negative generali che li vedrebbero dieci punti lontani dalla vetta. Per loro, sulla scia dei proclami giornalieri di Silvio, il partito è praticamente incollato agli avversari del Pd. “Questa notizia - ha detto ieri il coordinatore e nuovo padre del pidielle locale Nazzareno Salerno durante la conferenza stampa di presentazione dell’unico candidato provinciale in lizza alla Camera per il vibonese - è l’ultimo sondaggio diramato e ci vede al 31,2 per cento”. Dunque, dal tenore e dalla distensione dei presenti, nonostante manchino ancora quattro settimane alla tornata, Pasquale La Gamba “siederà in Parlamento a rappresentare al meglio il nostro territorio”. E Mimmo Scilipoti, detto “il responsabile”, non sarà di certo la spina nel fianco dei calabresi di centro-destra, ne tanto meno del Popolo della Libertà. Anzi, per i berluscones vibonesi lui è il simbolo della gratitudine al partito. Non come Fini “il traditore”. In fondo, è forte la consapevolezza di vincere dove i giorni che separano tutto e tutti dall’atteso verdetto saranno intensi e interessanti sotto il profilo della campagna elettorale. “Scenderemo in campo - ha continuato Salerno - per ottenere un grande risultato, riappropriandoci così di quanto indegnamente ci era stato tolto a novembre 2011”. I toni, dunque, al pari dei proclami, sono anch’essi intrisi di un pensiero comune. Qui come a Roma. E il vetriolo è lo strumento preferito per mascherare defaillance evidenti, come - checchè ne dicano i presenti - Scilipoti in Calabria oppure il “fuggitivo” Cosentino in Campania, appunto perché “gli altri non hanno fatto meglio di noi”. Anzi, ha ricordato alla platea La Gamba “ci si può accusare, per merito di una legge elettorale che non condividiamo, di averne messo uno in sesta posizione al Senato, preferendo comunque meglio e prima di lui i nostri, mentre Bersani e i suoi hanno totalmente snobbato i rappresentanti calabresi calando dall’alto ben quattro personaggi “stranieri” nei primi posti”. Un mal comune mezzo gaudio, quindi, che in politica non solo è moralmente accettato, ma è pure utile per confondere o convincere elettori, indecisi e astenuti. Della serie “tanto c’è sempre qualcuno peggio”. E in questo caso non rimane che un sol uomo: Silvio Berlusconi da Arcore. Tutto come previsto, insomma. Tutto da campagna elettorale. Senza esclusioni di colpi, dietrologie non tanto dietrologiche e impresentabili presentabili. Una campagna elettorale tra le più aspre e dure di sempre, con un Pdl versione Barcellona di Cruyiff, molto aggressivo e presuntuoso, assecondato forse dalla forza dei consensi, che in Calabria - se riconfermati - saranno molti e pure decisivi. Non solo per l’assessore comunale La Gamba, comunque meritevole di un attenzione particolare per, nonostante la giovane età, l’assidua militanza e per l’esclusiva potenziale espressione vibonese al Parlamento, ma per tutto il centro-destra calabrese e nazionale, ultimamente liftato con l’inserimento di un nuovo che avanza a discapito di un vecchio che ormai ha fatto la sua storia. Come nel caso del senatore, quasi ex, Francesco Bevilacqua tagliato insieme a tanti altri big per ragioni certamente di anzianità, ma pure per questioni di prospettive e progetti a lungo termine. Che, non a caso, con Peppe Scopelliti al comando si è accentuato in tutte le sue forme, fino a sottoscrivere una nuova linea decisamente più affettiva che di puro organismo. Con il solito happy ending del “grazie per aver dato tutto al partito”.

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mini elezioni_studentiLa bacheca affissa nell’atrio dell’Istituto Superiore “Luigi Einaudi” lo dice chiaro: lo ‘school day election’ serrese sarà il prossimo 29 ottobre. Giorno in cui si eleggeranno i rappresentanti d’istituto 2012-2013 scelti  da tutti i frequentanti dei 4 indirizzi di studio. Ai nastri di partenza 2 liste, con ben 9 candidati.

La lista n.1 è composta da Mariangela Roti (Liceo), Vincenzo Iorfida (Alberghiero), Gabriella Fazzari (Ragioneria) e Davide Tucci (Geometra). Mentre per la lista n.2 concorreranno Bruno Bartone (Liceo), Cosimo Valente (Alberghiero), Domenico Figliuzzi (Ragioneria), Angelo Salerno (Geometra), e Nicola Iaconis (Alberghiero Acquaro).

Le elezioni scolastiche per gli studenti rappresentano la prima vera opportunità di accostarsi alla vita democratica, oltre che una scelta matura utile a partorire i 4 delegati dalla componente alunni che sederanno al tavolo del Consiglio d’Istituto. È molto importante, proprio per questo, che i rappresentanti scelti siano ragazzi con le idee chiare, capaci con il loro contributo di portare in Consiglio le istanze degli studenti per autodeterminare al meglio il futuro della propria scuola. Di una scuola intesa non come freddo contenitore di banchi, lavagne e ragazzi incapaci di pensare anche solo un centimetro al di sopra di quello che imparano, ma piuttosto come luogo in cui, oltre che alla trasmissione del sapere, si pensi alla creazione della coscienza critica di studenti visti non come scatole passive da riempire, ma come fiaccole da accendere. Una scuola che sia il punto natale di una società futura migliore di quella che l’ha preceduta.

Le elezioni scolastiche rappresentano quindi un appuntamento importante. Perché una scuola è veramente scuola solo se nei suoi processi decisionali vengono direttamente inclusi le centinaia di ragazzi che la animano e ne motivano l’esistenza. Una scuola capace di educare alla libertà, in cui si insegni ai ragazzi che assumersi anche una sola piccola responsabilità non è l’ultima cosa da fare, e che anche da un’aula scolastica, assorti fra Dante e Socrate, ci si può affacciare alla finestra che dà sul mondo esterno, facendo sentire la propria voce su ciò che quotidianamente, oltre la scuola, si conosce, si vede, si vive. Per tanto, buona scelta. 

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mini giudicedipace
Riceviamo e pubblichiamo
 
Il presente documento rappresenta un formale atto di protesta di tutta la categoria Forense Serrese e dell’intero Circondario contro la chiusura dell’Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno. Sono preoccupanti, infatti, le notizie che in questi giorni appaiono sugli Organi di Stampa e che trovano pieno riscontro in atti ufficiali del Ministero della Giustizia. Secondo le modifiche apportate alle tabelle allegate allo Schema di Decreto Legislativo sul riordino della geografia giudiziaria, scaturente dalla Delega avuta dal Parlamento con la Legge n. 148/2011, l’Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno risulterebbe soppresso e ciò nonostante il Comune di Serra San Bruno, nei tempi e nelle modalità indicate nello stesso Schema di Decreto, abbia espresso la propria disponibilità a far fronte alle spese di mantenimento dell’Ufficio, attraverso la Delibera di Giunta Comunale n. 36/2012 attesa la lettera dell’ art. 2 del citato Schema di Decreto il quale prevede che “…entro sessanta giorni dalla pubblicazione di cui al comma 1 gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, possono richiedere il mantenimento degli uffici del giudice di pace, con competenza sui rispettivi territori, di cui è proposta la soppressione, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione dagli enti medesimi…”
È opportuno premettere che Serra San Bruno si trova in una posizione geografica estremamente delicata, il territorio di riferimento, infatti, è facilmente soggetto a fenomeni di isolamento dovuti non solo alla particolare conformazione geomorfologica ma anche alla mancanza di infrastrutture viarie e alla totale assenza di collegamenti con mezzi pubblici al capoluogo di provincia.
La Città di Vibo Valentia, dista da Serra San Bruno circa 40 Km, le “strade” (leggasi: mulattiere di epoca borbonica, caratterizzate da infinite curve a stretto raggio) di collegamento sono insufficienti, prive di presidi di sicurezza e totalmente inadeguate ad un elevato traffico veicolare.
Se si pensa che, un abitante di Nardodipace, Comune ricadente nella competenza territoriale del Giudice di Pace di Serra San Bruno, impiega circa un’ora e mezza per raggiungere il Capoluogo, ci si rende immediatamente conto come, la soppressione dell’unico presidio di Giustizia e Legalità presente nel territorio montano della Provincia, rappresenti un’intollerabile violazione del diritto di accesso alla giustizia del Cittadino.
Il Giudice di Pace rappresenta, sin dalla propria istituzione, il primo destinatario delle istanze dell’Utente che, subendo la violazione di un proprio diritto, ha bisogno di tutela in tempi rapidi e con efficacia reale.
L’indiscriminato accentramento del contenzioso civile e penale attualmente pendente presso l’Ufficio di Serra San Bruno a favore di quello di Vibo Valentia non farebbe altro che “annullare” tutti i più elementari diritti ad oggi acquisiti dal Cittadino che, in poco tempo può trovare risposta ai propri problemi in un tempestivo intervento giudiziale.
Fatte le opportune premesse,  segnaliamo che nella riunione tenutasi il 27 giugno u.s., i rappresentanti degli Avvocati del luogo hanno esaminato la preoccupante situazione, evidenziando gravi discrepanze tra gli obiettivi dettati dalla Legge Delega 148/2011 e quello che in realtà sta accadendo nei fatti.
Incomprensibili sono i parametri utilizzati per decretare la soppressione di un così importante Ufficio, in realtà, dalla lettera della Delega conferita al Governo, il Parlamento, massima espressione della rappresentatività popolare, pare stabilire alcuni “paletti”  da tenere presenti nella redazione della nuova geografia giudiziaria ed in particolare, pone infatti, l’accento sul dovere del Potere Esecutivo:
a)    di tenere conto nel decidere il mantenimento degli Uffici del Giudice di Pace   dell’estensione territoriale, avendo riguardo alla competenza dell’Ufficio;
Oltre al territorio del Comune di Serra San Bruno (850 m s.l.m.), ricadono nella competenza dell’Ufficio di Serra i Comuni di Spadola (820 m s.l.m.), Brognaturo (820 m s.l.m.), Simbario (820 m s.l.m.), Vallelonga (646 m s.l.m.), S. Nicola da Crissa (646 m s.l.m.), Mongiana (922 m s.l.m.), Fabrizia (947 m s.l.m.), Nardodipace (1080 m s.l.m.), tutti territori caratterizzati da una conformazione di tipo “montano” e che nei mesi invernali risentono di pesanti problemi di mobilità dovuti alla violenza dei fenomeni atmosferici, a titolo esemplificativo basta richiamare la nevicata del febbraio scorso, con il manto nevoso che ha raggiunto i 120 cm di altezza, determinando l’attivazione del C.O.M. di Serra San Bruno e che ha richiesto l’intervento dell’Esercito, proprio per ripristinare le condizioni minime di vivibilità dei Paesi sopra indicati.
Non si può sorvolare sul fatto che Serra San Bruno rappresenta uno dei Comuni più grandi della provincia vibonese e il più grande in assoluto della zona montana.
Prima dell’istituzione della provincia di Vibo Valentia, avvenuta all’inizio degli a anni ’90, Serra San Bruno rappresentava, in termini di presenza di servizi al cittadino, un importante riferimento per tutta la zona montana catanzarese, essendo sede, fino a quella data, di numerosi Uffici e della più importante Pretura della zona.
Da sempre le bellezze architettoniche, storiche e le tradizioni culturali serresi richiamano centinaia di turisti, facendo della Cittadina uno dei luoghi più visitati della Calabria e sede di una delle due Certose rimaste nel mondo (meta della visita ufficiale del Santo Padre nell’ottobre 2011).
b)    del carico di lavoro;
Nell’anno 2011 presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno:
sono state iscritte 1398 cause civili;
erano pendenti 41 processi penali;
sono stati emessi 1382 decreti ingiuntivi.
Per l’anno 2012 risultano, al 30 giugno 2012:
633 cause civili iscritte a ruolo;
80 processi penali;
sono stati emessi 37 decreti ingiuntivi.
c)    dell’incidenza della criminalità organizzata sul territorio.
Anche il rispetto di questo ulteriore parametro è deducibile dall’analisi delle statistiche di riferimento, orbene, una consultazione, anche superficiale dei dati, fa emergere chiaramente come Serra San Bruno sia uno di quei territori particolarmente “attenzionato” dallo Stato, a conferma di ciò vi è il fatto che trovano sede in tale comune un Commissariato di P.S., un Comando Compagnia, Comando Stazione e il Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri, nonché il Comando Stazione del C.F.S..
La delicata situazione afferente l’incidenza criminale si evince, inoltre, dal tenore delle numerose relazioni della Commissione Parlamentare per i fenomeni mafiosi.
Non si deve sottovalutare, infine, il fatto che negli ultimi tempi sono in crescita esponenziale i fenomeni c.d. di “microcriminalità”.
Alla luce di ciò, pare veramente incomprensibile il tenore della modifica delle citate tabelle, è oggettivo che, il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno risponde, in maniera pienamente aderente ai parametri stabiliti dal Parlamento e che, il Governo ha l’obbligo di rispettare onde evitare di incorrere pericolosamente nella violazione dell’art. 77 della Costituzione, commettendo così un eccesso di delega, atteggiamento questo che deve necessariamente essere oggetto di veemente censura nelle competenti Commissioni Parlamentari.
La violazione degli obiettivi indicati nella Legge Delega è ancora più evidente laddove si consideri che gli uffici “superstiti” di Mileto, Nicotera, Pizzo e Tropea, si trovano racchiusi tutti in un lembo di territorio che ha un’estensione di soli 15 Km2 , hanno una competenza limitata sul territorio e distano pochissimi chilometri dal Capoluogo di provincia che, a differenza della situazione rinvenibile su Serra San Bruno, può essere facilmente raggiunto dai Comuni sede degli Uffici “superstiti”, essendo questi caratterizzati da situazioni geograficamente favorevoli ed avendo, in particolare nel caso di Mileto, rapido accesso all’ autostrada.
Le forti preoccupazioni, emerse durante la riunione, sono amplificate dal fatto che è ancora troppo scottante il colpo subito dal territorio per la spoliazione di servizi essenziali e per la soppressione di una florida Pretura che, anziché lasciare il posto, come sarebbe stato naturale per un territorio come Serra San Bruno caratterizzato da una invidiabile Storia, alla Sezione staccata del Tribunale, per colpa di scelte scellerate e dettate da logiche incomprensibili, ha lasciato il territorio sempre più povero e privo di opportunità lavorative, oltre che accrescere i già forti disagi incontrati giornalmente dai Cittadini per l’accesso alla Giustizia.
Gli Avvocati del luogo, i Praticanti, gli Operatori del settore e la società civile tutta, rappresentata dai Sindaci del territorio, chiedono, per bocca dei firmatari, rappresentanti della categoria, un intervento teso alla rivisitazione delle tabelle, rese pubbliche qualche giorno fa, essendo sussistenti tutti i requisiti per il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace, chiedono altresì un urgente incontro con l’On.le Ministro della Giustizia, al fine di ripristinare un’equità sociale e sostanziale, in ottemperanza ai principi fondamentali che sorreggono un ordinamento civile e democratico.
Fiduciosi che tale evidente ingiustizia possa essere sanata nelle Sedi parlamentari opportune, si palesa che, in caso contrario, saranno intraprese proteste eclatanti,  poiché, non può continuare a tollerarsi una spoliazione indiscriminata del territorio. Serve un intervento deciso.

Distinti Saluti

I rappresentanti della Categoria Forense                        

Il Sindaco di Serra San Bruno

Il Presidente della Comunità Montana delle Serre
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mini manifestazione_24_marzoSERRA SAN BRUNO - Gli attivisti del Comitato Pro-Serre stanno ancora portando avanti l'occupazione del palazzo municipale. Accampati con mezzi di fortuna, una ventina di militanti hanno trascorso la nottata nell'atrio del Municipio, occupato ieri pomeriggio al culmine dell'imponente manifestazione che ieri mattina ha attraversato la cittadina bruniana. Le ragioni della protesta, com'è noto, riguardano il pesante ridimensionamento inflitto con i tagli della sanità all'ospedale "San Bruno", ridotto ai minimi storici con solo 20 posti letto di medicina. Da ieri sera la casa comunale è un viavai di gente che va a dare sostegno agli occupanti. In un clima di collaborazione con i serresi e con le forze dell'ordine, gli attivisti hanno incassato la solidarietà di tanti concittadini molto sensibili alla questione ospedale.

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mini incendio_donna_morta_sul_braciereSERRA SAN BRUNO - E' una morte atroce quella a cui è andata incontro Rosa Tassone, 80enne serrese che viveva da sola a due passi da corso Umberto I. L'anziana donna, oggi pomeriggio, è stata trovata morta riversa sul braciere che usava per riscaldarsi, mentre la sua casa andava a fuoco. Ad accorgersi del fumo che fuoriusciva dalle finestre sono stati i vicini di casa, che hanno forzato la porta d'ingresso ma che non sono riusciti ad entrare a causa del divampare delle fiamme. L'incendio è stato domato dai Vigili del fuoco del distaccamento di Serra San Bruno, subito intervenuti, ma purtroppo per la donna non c'era più nulla da fare. Secondo una prima ricostruzione, Rosa Tassone potrebbe aver accusato un malore a causa delle esalazioni del braciere, e potrebbe aver perso conoscenza cadendo sulle braci, che l'hanno uccisa. Una morte tremenda che ha lasciato sgomenti parenti e vicini di casa della donna, una delle ultime rappresentanti di quella civiltà contadina che va ormai sparendo e che ha costituito la spina dorsale della società serrese. Una parente di Rosa Tassone che si occupava di lei, recentemente le aveva chiesto di utilizzare una stufa elettrica, ma lei ha insistito per tenersi il suo braciere, compagno forse unico di tante serate solitarie diventato, purtroppo, lo strumento di un destino crudele.

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mini trematerra"Abbiamo confermato la volonta' di mettere in pista il Terzo Polo in Calabria. Abbiamo dato mandato ai segretari provinciali di avviare da subito dei tavoli per fare una prima scrematura in vista delle amministrative di primavera. Poi riferiranno alle segreterie regionali e vedremo come armonizzare la prossima campagna elettorale''. E' quanto ha dichiarato il coordinatore regionale dell'Udc, Gino Trematerra (foto), al termine dell'incontro con i responsabili delle altre forze del Terzo Polo. All'incontro, convocato dalla coordinatrice di Fli Angela Napoli, hanno partecipato anche Bianca Rende, per l'Mpa, e Sarino Conforti, per l'Api, oltre ai rappresentanti provinciali delle quattro forze politiche. Trematerra ha confermato che per il suo partito le ''alleanze con il Pdl alla Regione ed in altre Amministrazioni restano, comunque, forti e salde", ma ha anche aggiunto: "Fin quando amministriamo bene le cose vanno bene così, se domani succede il '48 è una cosa diversa".

Sulle scelte del Terzo Polo in vista delle ormai prossime elezioni amministrative di Catanzaro, Trematerra ha spiegato che ''per il momento non si e' parlato di candidature, ma di armonizzare il Terzo Polo che poi puo' andare da solo come puo' trovare alleati. Anche su scala nazionale il quadro politico non e' quello di ieri. Il governo tecnico un po' scombussola tutti gli orientamenti che c'erano. Nel frattempo facciamo questa ricognizione per vedere come si puo' armonizzare un discorso unitario ed allo stesso tempo aspettiamo il mese di gennaio per vedere anche a livello nazionale come ci si muove. L'indicazione del partito nazionale e' di armonizzare un Terzo Polo che possa scendere in campo insieme nell'interesse dei nostri amministrati''.

"Quello di oggi - ha aggiunto il coordinatore regionale dell'Udc - e' stato un incontro proficuo perche' intanto abbiamo cominciato a parlare tra noi ed a schiarirci le idee sul tipo di programma che vogliamo fare. Molto spesso si parla di sottogoverno, di assessori ma e' un metodo ormai sorpassato. Dobbiamo vedere cosa ci puo' unire sulla base di un programma e delle esigenze di una comunita', specialmente adesso che i Comuni vivono un momento tragico per cui se non c'e' la massima convergenza, se non ci sforziamo tutti insieme a dare una mano, i Comuni possono fare poco. Rispetto a prima, adesso ci sono le segreterie provinciali di Api e Fli e quindi c'e' un interlocutore con cui possiamo interfacciarsi. I nostri rappresentanti provinciali cominceranno a discutere sul territorio sulle prospettive e poi, come regionali, noi daremo il nostro contributo. Di candidature parleremo piu' avanti. Adesso dobbiamo parlare di cosa vogliamo fare. Su Catanzaro, per esempio, dobbiamo vedere cosa vogliamo fare per la citta' e sulla base di questo cercare anche un candidato che possa realizzare il progetto politico''. Sulle alleanze con il Pdl, Trematerra ha sostenuto che ''fin quando le cose vanno bene, amministriamo bene e diamo risposte ai cittadini va bene cosi'. Se domani succede il 48 e' una cosa diversa, ma per il momento l'alleanza e' salda, sia a livello regionale che nelle Province e nei Comuni dove abbiamo raggiunto l'intesa".

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