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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Sono stati tratti in arresto per furto aggravato di gasolio. A.S., 20 anni, ed R.A., 41enne, rispettivamente residenti in provincia di Vibo e Reggio, sono stati sorpresi da una pattuglia del reparto prevenzione crimine “Calabria centrale” mentre tentavano di allontanarsi da un cantiere della Trasversale delle Serre con delle taniche di gasolio.
I due giovani, alla vista dei poliziotti della Questura di Vibo Valentia, hanno abbandonato le taniche per poi provare ad allontanarsi a piedi, ma il tentativo di fuga è stato immediatamente impedito dall’intervento delle forze dell’ordine. Il carburante era stato sottratto dal serbatoio di alcuni mezzi industriali parcheggiati in un cantiere allestito dalla ditta “Ottavio Cavalieri Spa”.
Nell'ottobre scorso, in località Montecucco, tra i comuni di Simbario e Vallelonga, altri 5 mezzi impegnati nei lavori di realizzazione di un lotto della stessa Strada statale 182, erano stati interessati da un incendio doloso.
Nella notte cinque mezzi di un'azienda impegnata nella costruzione di un tratto della Trasversale delle Serre sono andati completamente distrutti in un incendio di origine dolosa. Nello specifico, si tratta di una gru, una trivellatrice e tre escavatori che si trovavano proprio all'interno del cantiere allestito in località Monte Cucco, tra i comuni di Simbario e Vallelonga.
Sul posto, sono intervenuti i Vigili del Fuoco ed i Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, diretti dal capitano Stefano Esposito Vangone. Secondo una prima ricostruzione i danni ammonterebbero ad oltre un milione di euro. Considerate le dinamiche è probabile che il tutto sia da ricondurre al racket delle estorsioni, di certo un male non nuovo per un'infrastruttura che aspetta di vedere la luce da ormai oltre cinquanta anni.
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(foto di Salvatore Federico)
Non serve sfogliare le pagine di storia calabrese per comprendere che l’ex Statale 110 (ora di competenza della Provincia) sia una via di comunicazione voluta da Ferdinando II nel 1837. Salvo il manto stradale in catrame – completamente rovinato lungo il tratto Angitola-Serra San Bruno, pieno di dislivelli, grosse buche e deviazioni – la strada in questione non è per nulla cambiata rispetto a quella borbonica, anzi, è peggiorata.
Nonostante le esigenze degli abitanti dell’entroterra serrese, che per spostarsi sulla zona tirrenica sono costretti a percorrere l’ex Ss 110, nessuno da anni pare abbia preso a cuore l’idea di porre in essere anche una leggera parvenza di manutenzione stradale. E, in tal senso, non risulterebbe neanche utile rifugiarsi dietro la recente gestione della Provincia da parte del commissario Ciclosi, perché l’ex Statale 110 è sempre stata in condizioni più che pessime.
Durante tutto il periodo estivo di quest’anno, la già stretta carreggiata è notevolmente diminuita a causa delle erbacce, che in alcuni tratti coprono quasi interamente le corsie. Ogni giorno, oltre alle persone che la percorrono con le auto per raggiungere l’autostrada (svincolo di Pizzo), sul manto stradale disastrato sono costretti a passare i mezzi pesanti della grande distribuzione e quelli delle imprese addette ai lavori della celebre e chimerica “Trasversale delle Serre”.
Con la circolazione dei mezzi pesanti – che con la loro mole hanno anche creato quelle che sembrano delle gallerie nella fitta vegetazione – il traffico diventa estremamente lento, e per le auto la possibilità di superare è nulla. Non è nemmeno raro trovare grossi tir, provenienti da direzione opposta, bloccati all’altezza di San Nicola da Crissa o lungo i tornanti a pochi chilometri dal bivio Angitola.
La pericolosità della strada è estremamente evidente. Ma, a suscitare ancor di più lo scandalo è anche il fatto che, con il depotenziamento del sistema sanitario voluto dalla gestione Scopelliti, sia le autoambulanze che i malati, per far fronte alla mancanza dei servizi dell’ospedale “San Bruno” di Serra, sono costretti a raggiungere l’ospedale Jazzolino di Vibo, percorrendo la suddetta strada provinciale, o, in alternativa, il malridotto tratto che dal comune di Serra porta al comune di Sorianello, quasi impercorribile durante la stagione invernale e situato in una zona altamente franosa.
La sistemazione dell’ex Statale 110, che può definirsi di fatto un provvedimento di estrema urgenza, dovrebbe essere uno dei tanti nodi da risolvere da parte del nuovo consiglio provinciale, con a capo il presidente Niglia, eletto il 28 settembre scorso con le elezioni di secondo livello, all’interno della lista “inciucio”, che ha visto il connubio tra i renziani del Pd con esponenti di FI e FdI.
Per l’ennesima estate la Calabria si ritrova letteralmente devastata dall'emergenza incendi. La nostra regione, infatti, è quella dove si sarebbe registrato, fino ad ora, il numero maggiori di roghi.
Solo nella giornata di ieri, in tutta Italia, sono stati 49 gli incendi boschivi che hanno dato non poco filo da torcere ad uomini e mezzi del Corpo forestale dello Stato. Di questi, ben 19 si sono registrati proprio in Calabria. Altra regione gravemente colpita la Campania, con 14 incendi, seguita dalla Sicilia con 7 incendi e da Puglia e Basilicata a quota 4. Le province che hanno registrato il maggior numero di roghi sono state Cosenza con 10, Salerno con 5, Napoli e Potenza con 4 roghi.
Notevole l’impiego di mezzi e personale mobilitato dalla flotta aerea di Stato, oltreché quello messo a disposizione per le emergenze da parte del Corpo forestale, che è intervenuto con due elicotteri: un Erickson S64 proveniente dalla base dell'Aquila e un AB 412 partito da Falconara Marittima. Inoltre, solo nell'arco della giornata di ieri, il Corpo forestale è stato impegnato con 420 pattuglie operative antincendio e ha effettuato 172 controlli sul territorio.
In tutti i casi i roghi sono stati domati, ma l'accensione di piccoli focolai ha richiesto ancora oggi l'intervento aereo della Forestale, tanto che proprio in questo momento altri squadroni sono in servizio per domare nuovi roghi. Al numero di emergenza ambientale 1515 (gratuito e attivo tutti i giorni, 24 ore su 24, al quale si può segnalare la presenza di incendi) sono arrivate oltre una trentina di segnalazioni.
Noi italiani non abbiamo l’eleganza dei francesi con le loro migliaia di formaggi, né il coraggio degli spagnoli. Quelli si fanno incornare perfino dai tori. O degli giapponesi-kamikaze che si immolano per la patria. Siamo un popolo utilitarista ed il termine sacrificio non è annoverabile nella nostra enciclopedia. Pensate alle bambine olandesi: fino all’adolescenza a raccogliere papaveri fra i mulini con gli zoccoli di legno ai piedi. E i fachiri indiani che riposano su scomodi materassi chiodati? Gli Italiani sono più passivi. Diciamoci la verità, siamo il popolo delle comodità. E chi ci rappresenta non può che farlo al meglio. Dopo tutto come chiedere a dei vecchi marpioni milionari di tradire la fama del Bel Paese? Perché, è vero, si la crisi c’è, ma non per questo si può chiedere a tecnici e politici di andare a piedi. Come ad esempio, nel caso dell’austera Gran Bretagna che da due anni ha deciso di mandare tutti i suoi lord a lavorare con i mezzi pubblici. In Italia no. Non è possibile.
Fragile ed abbandonato. Non ci sono altre parole per descrivere l’intero territorio delle Serre. A darne incontrovertibilmente prova, le nevicate dei giorni scorsi. A poco valgono le parole degli apprendisti funamboli che cercano di giustificare le innumerevoli vicissitudini e difficoltà, con la scusa dell’evento eccezionale. Di eccezionale c’è solo la consueta impreparazione a fronteggiare qualunque evento problematico. E’ vero, ottanta centimetri di neve non cadono tutti i giorni, ma è altrettanto vero che ottanta centimetri di neve non possono giustificare comuni isolati, strade bloccate, ospedale irraggiungibile, interruzione dell’erogazione di acqua ed energia elettrica, etc. Una situazione inammissibile, per la quale non ci possono essere attenuanti e giustificazioni, tanto più che l’allerta meteo era stata lanciata da giorni. Le immagini delle nevicate abbattutesi su gran parte del Paese che quotidianamente scorrevano sui notiziari, avrebbero dovuto indurre gli organi preposti ad attivare adeguati piani d’intervento che, purtroppo, nessuno ha visto. A ciò si aggiunga, che in una zona montana la neve non dovrebbe cogliere tutti di sorpresa come se si fosse alle Maldive. Le immani difficoltà, poi, più che dalla nevicata sono da addebitare all’impreparazione ed all’inadeguatezza dei mezzi a disposizione di molti enti. La Provincia, ad esempio, che ha la competenza sulla gran parte delle strade del circondario, ha brillato per assenza; a tal punto che gli automezzi, con a bordo i generatori di corrente destinati a riattivare gli impianti di potabilizzazione dell’Alaco, sono arrivati a destinazione con grande ritardo perché nessuno aveva provveduto a spalare la neve sul tratto di provinciale che conduce all’invaso. A ciò si aggiunga che, in sordina, negli anni passati, con il passaggio delle competenze stradali alla provincia, è stato, praticamente, smantellato il centro compartimentale Anas di Serra San Bruno nel quale stazionavano permanentemente molti mezzi necessari ad affrontare anche situazioni di emergenza. Smantellato il centro Anas, sul territorio non è rimasto praticamente nulla. Nel riflettere sulle cose che mancano, come ad esempio, una postazione di protezione civile dotata di uomini e mezzi, viene da pensare alla superficialità ed all’approssimazione di molti sindaci ed amministratori comunali, troppo attenti a gestire il presente per pensare anche al futuro. Un fatto per il quale risulta emblematico il caso del mezzo polivalente rimasto chiuso in un garage della Comunità montana delle Serre per il rifiuto dei comuni a spendere mille euro all’anno, ovvero meno di tre euro al giorno. Risultato, un veicolo che sarebbe potuto risultare utile all’intero territorio, producendo anche un risparmio sugli interventi che dovranno essere pagare ai privati, è rimasto inutilizzato in un garage. Infine, non si può non constatare come sull’intero territorio l’unico intervento, talvolta caotico, si sia manifestato ex post. In altri termini, quel che in generale è mancato e manca è la programmazione della gestione delle emergenze, anche attraverso l’acquisizione di protocolli standard, da impiegare in caso di necessità. Come da copione, invece, tutto si è svolto, ancora una volta, in maniera confusionaria, a volte addirittura schizofrenica, con la conseguenza che il risultato raggiunto, il più delle volte, non è stato proporzionale agli sforzi profusi. Passata la buriana, rimane un interrogativo inquietante: se anziché una ”semplice” nevicata sul territorio si fosse abbattuto un evento calamitoso ben più grave, come, ad esempio, un terremoto? Bè, sarebbe il caso di pensarci!
Non ci si fa mancare nulla, a Serra. Si perde sempre tanto tempo a prendersi troppo sul serio, e poi finisce che si dimenticano le cose davvero serie. La nevicata record, la “macchina dei soccorsi”, le polemiche, le strumentalizzazioni, i comunicati stampa, le conferenze stampa, i controcomunicati, e poi gente sempre pronta ad incatenarsi, a maledire ‘li previti l’avaru e lu guviernu’, ma anche ad autoincensarsi, a lodarsi e ad imbrodarsi, ad autocomplimentarsi per il gran lavoro fatto. Ridicolo. Il risultato è ridicolo, solo che non c’è niente da ridere. Ormai è una settimana che è scoppiata l’emergenza neve. Qualcuno dice che è finita, che è ormai storia: speriamo, ma vale la pena liberalizzare ogni tipo di scongiuro, perché il cielo si presenta ancora minaccioso. E comunque: il Vizzarro.it in questi giorni ha fornito aggiornamenti costanti sulla zona delle Serre, dando rilevanza alle emergenze e alle criticità, dando voce alle popolazioni dei paesi dell’interno, aggiornando continuamente il quadro di notizie che abbiamo raccolto su un territorio ferito e abbandonato. Abbiamo dato conto, però, anche dello squallido balletto della politica locale che litiga sulle responsabilità in piena emergenza. Balletto che si è riprodotto su facebook con liti inenarrabili tra sostenitori delle opposte fazioni, pubblici scambi di idee di una bassezza tale da far provare vergogna al peggior Borghezio. Da una parte alcuni militanti del Pd locale e il consigliere comunale Mirko Tassone (‘Al lavoro per il cambiamento’) hanno criticato aspramente l’amministrazione comunale per la gestione dell’emergenza, ma per farlo non hanno atteso che l’emergenza terminasse. E giù comunicati stampa facendo la gara a chi arriva per primo. Dall’altra il sindaco Rosi, l’amministrazione, il Pdl, hanno subito risposto con, in ordine cronologico: un comunicato del sindaco, un comunicato del coordinatore cittadino del Pdl, una conferenza stampa del sindaco. Il tutto in piena emergenza, per dire che cosa? Che il comune ha gestito tutto al meglio, che tutto è andato bene madama la marchesa, e che chi lo ha messo in dubbio dovrebbe andare a spalare la neve invece di scrivere comunicati stampa. Appunto. Un paradosso che si ripropone anche su fb con parallelismi disarmanti: “Invece di criticare e di scrivere su facebook, andate a spalare la neve, come me”. Si fa il comunicato per attaccare chi passa il tempo a fare comunicati; si scrive su fb per attaccare chi scrive su fb. Ma il problema è sempre lo stesso: la politica ridotta a discorso da bar, a lotta tra tifoserie, ad insulto personale. Tutto il resto è una conseguenza.
Anche con la neve dunque, il bar Serra è stato frequentatissimo, specie su fb e sui mezzi di informazione. Eppure alcune cose i più le hanno viste con i propri occhi. Difficile smentire, per esempio, che nel momento della nevicata da record, il comune fosse impreparato, nonostante l’allerta meteo continuasse da giorni. Impreparato perché non ha i mezzi, e questo non è colpa di nessuno, ma impreparato anche perché non ha preventivato e organizzato il pronto utilizzo di mezzi privati. Cosa che invece è avvenuta il giorno dopo della grande nevicata. E’ altrettanto innegabile, infatti, che il comune, dopo lo sbandamento iniziale, abbia messo in campo tutte le forze a disposizione, che purtroppo non sono molte. Forse è stato fatto in ritardo, ma è stato fatto. E’ vero dunque che da parte dell’amministrazione comunale, degli operai, degli Lsu, dei volontari della protezione civile, c’è stato un impegno corale e costante, quindi lodevole. La situazione è stata eccezionale, dunque lo sono state anche le difficoltà, ma l’impegno c’è stato, e va detto. Gli attacchi dell’opposizione, che possono piacere o meno nei contenuti, sono inopportuni perché infelici nel tempismo – prima si spala la neve, tutti, sul territorio, poi semmai si critica – e sono anche strumentali, ma è inutile negare che se il Pdl fosse stato all’opposizione, com’è successo in passato, avrebbe fatto lo stesso, se non peggio. E dunque il comune, che si è impegnato al massimo delle proprie possibilità, poteva anche evitare di autoincensarsi, di tacciare come irresponsabile qualunque voce critica, di spendere tempo ed energie in comunicati e conferenza stampa per dire che va tutto bene e che la macchina dei soccorsi ha funzionato al meglio. Non è così, è vero che c’è stato l’impegno, ma ciò che i cittadini hanno vissuto è un’altra cosa. Innanzitutto l’ambulanza è rimasta bloccata per la neve sulla rampa d’accesso dell’ospedale, e questo è un fatto documentato e non è smentibile neanche con mille comunicati fotocopia. Molte abitazioni sono state liberate solo due giorni dopo la nevicata, e in tante ci abitavano anziani soli. Anziani soli rimasti anche senz’acqua, perché le casse di acqua in bottiglia messe a disposizione dal comune se le sono accaparrate solo i più veloci e i più scaltri, nonché i più avidi, ma a chi ne aveva veramente bisogno, perché impossibilitato ad uscire di casa, nessuno ha portato una bottiglia d’acqua.
Tutto ciò non è colpa di qualcuno in particolare, ma vale per dire che un po’ di buon senso e di sobrietà nei comportamenti non guasterebbero, così come non guasterebbe una visione più ampia delle cose: nessuno ha rilevato, per esempio, che i media, dai tg nazionali fino a quelli di provincia, hanno snobbato completamente l’emergenza neve in questa zona, e ne hanno dato qualche accenno solo quando è arrivato l’esercito. E’ un territorio dimenticato, il nostro, eppure la politica, tutta, continua solo a parlarsi addosso. Forse l’emergenza neve è superata, lo si spera, ma con questa classe dirigente, con questa mentalità da bar, da tifo calcistico, sulle Serre continuerà a piovere (sul bagnato) ancora a lungo.
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