Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Ha sempre parlato di zona grigia, don Ciotti. Lo ha fatto l’ultima volta due giorni fa, a Genova. “Il problema vero – ha detto – è la zona grigia del Paese, perché la forza della mafia non sta dentro, ma fuori dalla mafia, nella zona grigia costituita dalla politica, dal mondo dei professionisti e degli imprenditori”. Secondo don Ciotti, le zone grigie “sono anche nella Chiesa”. C’è una porzione di società, dunque, molto consistente, che fa da cuscinetto, da imbottitura esterna al malaffare, alla criminalità, a ciò che viene comunemente racchiuso nella definizione di mafia. Di zona grigia da colpire, d’altronde, molti magistrati parlano da anni. In Calabria qualcosa, timidamente, comincia a venire alla luce. A squarciare il velo sono stati molti uomini dello Stato coraggiosi, e da ultimo un colonnello dei Ros, Valerio Giardina, che ha condotto le migliori operazioni contro la ‘ndrangheta degli ultimi anni. Ora vedremo se verrà smentito, boicottato, isolato, o se le sue parole, frutto di indagini accurate, serviranno a fare luce su questa famigerata zona grigia. E non si faccia l’errore di pensare che sia un problema di una sola parte politica: la ‘ndrangheta è trasversale, in Calabria sta con chi vince, anzi con chi fa vincere. Ma la zona grigia esiste solo nei contesti metropolitani, o è presente, con un maggiore grado di inabissamento, anche nel profondo della provincia calabrese?
Prendiamo Serra, che domani ospiterà un evento importante, non solo una cerimonia, ma una manifestazione in memoria delle vittime innocenti delle mafie destinata a lasciare il segno. La manifestazione di Libera arriva in un momento particolare, difficile. Serra ha assistito ad un delitto, quello di Pasquale Andreacchi (sequestrato, picchiato selvaggiamente e ucciso con un colpo di pistola in fronte), che, con ogni evidenza, è stato catalogato, un po’ da tutti, come omicidio di serie b. Caso archiviato, nessuno che fa chiasso, un ragazzo massacrato, nessuna giustizia. La zona grigia tace, e chi tace fa parte della zona grigia.
Ma Serra vive un momento particolare anche dal punto di vista politico, ammesso che le questioni a cui si accenna rientrino davvero in questo ambito. Il 29 novembre in Consiglio comunale i vertici dell’amministrazione cittadina hanno affermato che la giunta Rosi è il meglio che si potesse esprimere; meno di un mese dopo, il 22 dicembre, all’improvviso, un assessore che era stato votato a furor di popolo, Bruno Zaffino, viene estromesso dalla giunta con una motivazione banale, solo formale. Nel Consiglio successivo, giovedì 1 marzo, il sindaco comunica l’avvicendamento in giunta, quindi Zaffino prende la parola e dice: “Sindaco, devi avere il coraggio di sviscerare tutta la verità, perché la verità la sai tu, la so io e la sa tutta la maggioranza”. Da allora pesa sulla massima istituzione cittadina un silenzio imbarazzante, inquietante. Anche perché Zaffino era stato cercato, tesserato e candidato. Si aggiunga uno strano annuncio che, col senno di poi, non può che aumentare i dubbi: in una convention elettorale, alla presenza di Scopelliti, l’allora coordinatore provinciale del Pdl Valerio Grillo aveva annunciato che la lista – che poi avrebbe vinto – sarebbe passata al vaglio della prefettura. Invece ciò non è successo, lo ha confermato il prefetto.
Ebbene, quelle parole di Zaffino sono una macchia su tutta la comunità, perché lasciano intendere che dietro la vicenda potrebbe esserci qualcosa di oscuro, di segreto, di inconfessabile. Ma nessuno, dell’amministrazione comunale, da allora ha detto una parola per smentire, per chiarire, per dissipare le nebbie sulla faccenda. E’ tutto molto grigio insomma. Tra l’altro – è un dettaglio che non c’entra nulla, ma che non si può non ricordare, guardando ai temi della manifestazione di domani – il Consiglio comunale, su proposta della minoranza, aveva deciso all’unanimità di affiggere in municipio la targa con la dicitura “Qui la ‘ndrangheta non entra”. Sono passati quasi 4 mesi, e di quella targa neanche l’ombra.
Il Comune ha dato il patrocinio alla manifestazione di Libera, bene: si dia seguito anche alle parole di don Ciotti, si restituisca credibilità alle istituzioni democratiche. Si faccia, in concreto, luce sulle ombre che in molti, troppi, fanno finta di non vedere.
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