Il Vizzarro.it - quotidiano online
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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Grazie alla volontà di un gruppo di ragazzi - Spadola's friends - la festa patronale in onore di San Nicola ha avuto il suo meritato calendario civile. Con lo spettacolo dei Sabatum Quartet - che si terrà in piazza Bruno Ionadi, questa sera, alle ore 21:30 - Spadola manterrà anche questa estate vivo il filone della musica popolare calabrese, dato che quest'anno - per vari motivi - non potrà ospitare il tradizionale evento “Spadola Loves Folk”.
La formazione etnico popolare guidata da Trieste Marrelli, nasce nel 2005 come progetto di promozione della tradizione musicale calabrese, e negli anni si evolve abbandonando il filone propriamente tradizionale, passando alla rivisitazione dello stesso e abbracciando anche il genere cantautorale.
Come raccontano gli stessi componenti della formazione musicale, l'esperienza dei Sabatum si traduce in poche righe: «È forse il gruppo più anomalo e originale nel suo genere. I motivi di questa originalità sono molteplici, ma possono essere racchiusi in due semplici caratteristiche: la prima è che il gruppo, vive l'esperienza della musica etnico-popolare, senza alcun dogma, la interpreta, la arrangia e la espone al pubblico, "traviandola" ma nello stesso tempo lasciando le caratteristiche originali del pezzo, qualora si trattasse di un brano tradizionale. Questa particolarità è data dalla provenienza e dalle esperienze musicali di ogni singolo artista. La seconda caratteristica è l'apertura artistica della band, i membri, infatti, in poco tempo, sono passati da quattro a sette, a testimonianza dell'evoluzione del progetto».
A due anni dalla nascita, il grande successo di pubblico e la consolidazione della band lanciano i Sabatum Quartet nel mondo discografico. Nel 2007 arriva così il primo lavoro “Margiu profumato”, subito apprezzato date le 2000 copie vendute in meno di un anno. L'anno successivo sarà la volta di “Esse Q” «che sancisce la consacrazione artistica della band».
L'album ricco di inediti, lontanissimo dal progetto degli albori, ha visto la partecipazione di Totonno Chiappetta e Peppe Voltarelli.
Il successo estero arriva nell'autunno 2008, con il tour argentino: cinque concerti tra Buenos Aires, Lanus e La Plata. Per il gruppo della valle del Savuto, all'attivo anche una partecipazione cinematografica nel film Emigranti.
Al via la stagione artistica 2014 a Chiaravalle, promossa dal Comune di Chiaravalle, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con l’Associazione culturale “Tempo Nuovo”, l’Associazione culturale “Dinamicamente” e il Gruppo folcloristico musico teatrale “Città di Chiaravalle”.
Primo appuntamento sabato 25 gennaio, ore 21, con Gigi Miseferi e la Band Larga, un trascinante e divertente viaggio negli anni ’30 e ’40 coinvolgerà il pubblico a ritmo di “Swing”. Tra una canzone e l’altra, esilaranti riferimenti comici all’attualità. Il titolo la dice tutta: “Dalle Lasagne al Brod…way”. Da piatti succulenti e ricchi al misero brodino, metafora addolcita nel sempre luminoso richiamo a Brodway quale auspicio per tempi migliori.
Questo il primo dei quattordici spettacoli che avranno luogo presso il teatro “Impero” fino al 9 maggio, nell’ambito della stagione artistica “Vivi…amo”, patrocinata dalla Provincia di Catanzaro, dal Consorzio di Metanizzazione delle Preserre, dai Comuni di Argusto, Brognaturo, Cardinale, Capistrano, Cenadi, Centrache, Gagliato, Monterosso, Olivadi, Palermiti, Petrizzi, Polia, Torre Ruggiero, San Nicola da Crissa, San Vito sullo Ionio, Simbario, Spadola e Vallelonga.
Sabato 1 febbraio, “The Beatbox live concert”. Molto più che un semplice tributo ai Beatles, la performance dei Beatbox si propone di far rivivere l’energia e il fascino del mitico quartetto di Liverpool, con esecuzioni fedelissime alle originali. A dare vita allo show: Alfio Vitanza, Mauro Sposito, Riccardo Bagnoli e Guido Cinelli.
Sabato 8 febbraio “Ed il sommo poeta disse a me" con la Compagnia teatrale pizzitana, per la regia di Silvano Murmura. In scena uno spettacolo brillante e divertente, liberamente ispirato al testo “La fortuna si diverte” di Athos Setti.
Sabato 15 febbraio, “Psychic Cabaret 2.0”, con Francesco Addeo, illusionista mentalista professionista, attivo in Italia e all'estero. In questo spettacolo incredibili esperimenti di psicocinesi, telepatia, chiaroveggenza e precognizione vengono proposti con l’immediatezza del cabaret e l'eleganza del teatro.
Sabato 22 febbraio, “Il magico Alivernini” con Alberto Alivernini, un graffiante cabarettista nei panni di un bizzarro prestigiatore oppure un folle illusionista nei panni di un comico raffinato, surreale e nonsense? Uno spettacolo misto tra comicità e magia senza mai capire dove finisca il mago e dove cominci il comico.
Sabato 1 marzo “Enoch Arden”, melologo per pianoforte e voce recitante, opera 38 di Richard Strauss su testo di Tennyson. Al Pianoforte Fabio Falsetta, voce recitante Edoardo Coen. Prima esecuzione assoluta per la Calabria.
Sabato 8 marzo, “Ella è simile a una dea”, omaggio a tutte le donne, kermesse musico-teatrale e letteraria, a cura di Ulderico Nisticò. Uno spettacolo questo a ingresso gratuito e offerto, data la speciale occasione, fuori abbonamento.
Sabato 15 marzo, “From Rome to Buenos Aires”, con Pietro d...Archi Ensamble, con Mario Stefano Pietrodarchi alla fisarmonica e bandenon. Seppur giovane, vanta una brillante carriera concertistica che lo ha portato nei maggiori teatri del mondo. Vincitore di prestigiosi premi, ha più volte rappresentato l’Italia in manifestazioni di alto profilo riscuotendo ampi consensi di critica e di pubblico.
Sabato 22 marzo “Per amore – Diario di un musicista”, con Alessandro Fortunato. Protagonista assoluto è l’amore ma si tratta di quell’amore che unisce due persone, bensì di un sentimento così radicato nella parte più profonda dell’animo di un musicista da guidarne inevitabilmente ogni suo passo: l’Amore per la musica.
Sabato 29 marzo, “Don Vincenzu, mastru Turi e l’imbenzioni e l’acqua cadda”, con “Compagnia Teatro Popolare” di Vibo Valentia e regia di Carmelo Genovese. I valori semplici di una volta, usi, costumi e tradizioni rivivono attraverso la rappresentazione di scene di vita quotidiana.
Mercoledì 9 aprile, “L’Italia s’è desta, un piccolo (falso) mistero italiano” con Dalila Cozzolino, testo e regia di Rosario Mastrota. Uno spettacolo vincitore già di numerosi premi. Protagonista è Carla, vive in un piccolo paese del Sud, “Tra il niente che la contraddistingue e il nulla che la attornia, Carla racconta la sua storia, del suo momento, del suo segreto”: un pomeriggio senza storia assiste ad un rapimento. In un paio di giorni la notizia invade le case: radio, televisioni e giornali assediano il piccolo paese…
Sabato 26 aprile “Me soggira si voli fari zita”, con la Compagnia teatro popolare Luna Gialla di Pellaro. In famiglia tutto si trasforma e gli equilibri vengono a cadere quando l’anziana suocera comunica di voler cambiare vita, di aver conosciuto dopo vent’anni di vedovanza un nuovo amore e di voler convolare a nozze.
Venerdì 2 maggio, Concerto del pianista Stefano Spitale. Intensa la carriera concertistica, in veste di solista e camerista, che lo porta nel 2009 ad esibirsi presso l’Universidad Nacional de Bogotà in Colombia. Durante il suo Recital per pianoforte, o brani musicali sono stati ispirati da testi poetici o da miti antichi.
Sabato 9 maggio, “Qui gatta ci cova” con il Gruppo folkloristico musico teatrale “Città di Chiaravalle Centrale” e la regia di Salvatore Russo. I due protagonisti don Ciccio e la sorellastra Antonia sono i contendenti dell’eredità materna, poter stabilire una verità imparziale si affidano la legge. Come troppo spesso accade, la giustizia umana finisce per allontanarsi dalla reale essenza dei fatti e delle cose. Ma, ed è questa la vera morale della storia, c’è un’altra giustizia, la si chiama “fato”, “provvidenza” o “volontà divina”.
Per info e prenotazioni contattare lo 0967/92186. Il programma integrale della stagione artistica potrà ancora visionato collegandosi al portale www.teatrotemponuovo. it o www.comune.chiaravallecentrale.cz.it.
SERRA SAN BRUNO – Rocco Giancotti non ha ancora compiuto 10 anni. A dispetto della sua giovanissima età, però, è già alla sua seconda mostra di pittura. Dopo il successo della sua prima personale, che ha ospitato centinaia di visitatori a ridosso del Natale scorso, il giovanissimo artista serrese ha riproposto una seconda esposizione che proprio in questi giorni sta riscuotendo notevole interesse. “Illusione, inganno, realtà: il magico mondo dell’arte”, questo il titolo della personale che rimarrà aperta fino a stasera a mezzanotte nei locali di Palazzo Chimirri. Da più di due anni Rocco si diletta con tele e pennelli sotto la guida esperta di Nazzareno Vellone, noto artista serrese che sta forgiando il pittore in erba lasciando ampio spazio alla sua innata creatività. E di creatività Rocco ne ha parecchia: seppure si tratti sempre di un bambino, è evidente, passando in rassegna le sue opere, la sua capacità di assorbire, comprendere ed interpretare la società in cui sta crescendo. Gli innumerevoli stimoli a cui ogni bambino di questo secolo è sottoposto trovano in Rocco una via di fuga che, inevitabilmente, diventa espressione artistica. Così, nelle sue tele dipinte ad olio, si possono scovare segni e simboli che rimandano a suggestioni magari distanti dall’estetica apparente del quadro, si ravvedono attimi di realtà che, nella fantasia di un artista bambino, assumono contorni surreali, a volte eterei. Alcuni dei dipinti che hanno riscosso maggior interesse nella sua prima mostra sono stati riproposti – come il ritratto di Charlie Chaplin, che pare abbia ricevuto anche delle offerte di acquisto importanti – mentre moltissime sono le novità a cui invece Rocco ha lavorato in questi mesi e che ora sono esposte a palazzo Chimirri. Come si era già capito, le sue fonti di ispirazione artistica sono eterogenee e differenti tra loro, e adesso sono arricchite anche dallo studio della storia dell’arte: dai collage alla Rotella, alle nature morte con rimandi vagamente caravaggeschi, alle installazioni postmoderne che non ti aspetteresti da un bambino di questa età. Così al centro della mostra Rocco ha piazzato una sua singolarissima opera: un ritratto di Silvio Berlusconi a cui manca mezza faccia – perché, ci ha spiegato lui stesso, è uno che fa le cose sempre a metà – con un microfono puntato sul quadro – che simboleggia la pervasività e le devianze dei media di massa – e una sorta di altarino da cui spuntano delle scarpe da donna – rimando, quest’ultimo, alla società dell’immagine e dell’apparenza. E c’è anche molto altro nei quadri di Rocco, un piccolo artista tutto da scoprire.
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