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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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SERRA SAN BRUNO - Una compagine dalla evidente impronta berlusconiana, forgiata in particolare in funzione delle posizioni del consigliere regionale di Forza Italia Nazzareno Salerno e, in parte, anche di quelle del vice coordinatore provinciale dello stesso partito, Michele Ciconte.
Questa, in sintesi, sarebbe la motivazione alla base della rottura fra i due gruppi azzurri e la terza gamba dell’“asse civico”, quel “Laboratorio di Idee” guidato dall’ex consigliere comunale del Partito democratico Rosanna Federico che oggi, di fatto, si ritrova escluso dalla coalizione proprio per non aver trovato la quadra con gli alleati, durati in definitiva come tali per poco più di un mese.
L’intesa era stata ufficializzata con un certo entusiasmo attraverso una nota stampa datata 11 marzo 2016, con la quale si comunicava «la necessità di mettere da parte gli steccati politici e di privilegiare l’impegno civico di quanti intendano collaborare nell’interesse della comunità serrese». Una condivisione di intenti che non ha conosciuto però, almeno finora, l’epilogo previsto.
Ecco allora che proprio adesso – a poche ore dalla conferma ufficiale della notizia riportata già ieri dal Vizzarro sulla candidatura a sindaco di Jlenia Tucci – iniziano ad emergere le prime indiscrezioni riguardo alle dinamiche che hanno caratterizzato la lunga trattativa interna di quest'ultimo mese. Un estenuante tira e molla fra Nazzareno Salerno e i componenti del gruppo “Laboratorio di Idee” conclusosi però con un nulla di fatto. Proprio i “dissidenti” del centrosinistra, com’è noto, avevano avanzato la candidatura a sindaco di Alfredo Barillari. Proposta che, però, era risultata del tutto sgradita al consigliere regionale azzurro.
I particolari della vicenda, raccontati dallo stesso Barillari al Vizzarro, parlano di un consenso quasi unanime sul suo nominativo, tanto che anche alcuni consiglieri comunali uscenti, appartenenti all’ex amministrazione Rosi, avrebbero sposato appieno l’eventualità di una sua investitura come capolista. Salerno, però, avrebbe mantenuto una posizione ostile a riguardo, lasciando aperto uno spiraglio solo nel caso in cui lo stesso Barillari, già prima della presentazione ufficiale della lista, avesse aderito pubblicamente al partito berlusconiano.
«Sul mio nome c’era convergenza, anche da parte degli uomini più vicini a Salerno, ma è stato proprio lui ad opporsi. Avrebbe dato il suo assenso alla mia candidatura a sindaco solo se avessi deciso di entrare ufficialmente in Forza Italia». Un’imposizione che, secondo lo stesso Barillari, avrebbe portato dunque a far saltare la mediazione fra i gruppi col conseguente strappo fra “Laboratorio di Idee” e le due anime berlusconiane di un “asse civico” che evidentemente – proprio come per i dirimpettai della lista “La Serra” a trazione Pd – a questo punto di civico ha ben poco.
Oggi l’epilogo con l’ufficializzazione della candidata Jlenia Tucci, lanciata nell'agone elettorale attraverso una nota stampa siglata solo da Salerno e Ciconte, ma in cui viene specificato che «il dialogo con le forze sane della nostra terra rimane aperto anche a nuovi e qualificati contributi di esponenti della società civile e di altre forze politiche».
È facile allora che da qui alla consegna definitiva delle liste possano registrarsi nuovi colpi di scena, anche se lo strappo fra la quasi totalità dei componenti del gruppo “Laboratorio di Idee” e la coalizione di centrodestra sembra ormai insanabile, tanto che proprio Barillari starebbe lavorando, in extremis, per la definizione di una nuova lista autonoma.
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