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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
«Il Commissario Scura ed il Ministro Lorenzin intervengano al più presto affinché ai cittadini del vibonese sia garantito il diritto alla tutela della salute». A denunciarlo, attraverso un comunicato stampa, è stato l’ex consigliere regionale Alfonso Grillo. Una bocciatura che non lascia alcun dubbio sull'operato del governatore Oliverio in tema di sanità e sulla gestione delle aziende sanitarie calabresi, in particolare modo quella di Vibo Valentia.
«Ciò che sta avvenendo in questi giorni all'interno del Pd – spiega ancora Grillo – è davvero singolare, fa riflettere, non c'è giorno in cui non si assiste a critiche, denunce, accuse da parte di esponenti locali all'indirizzo del governatore della calabria Oliverio e del management dell'Asp di Vibo Valentia. Terreno di scontro la sanità Vibonese, e non solo. Senza entrare nel merito della guerra di posizione chiaramente in atto all'interno del PD, va dato atto specialmente ai consiglieri comunali del Pd, di aver avuto il coraggio di denunciare ciò che il sottoscritto afferma da tempo, e cioè l'esclusione del territorio di Vibo Valentia nelle dinamiche di sviluppo regionali. Trascuriamo, ma solo per questioni di spazio, ciò che sta accadendo in tema di turismo, di riorganizzazione dei servizi, di delocalizzazione di uffici periferici, di investimenti locali».
«Oggi il tema che ci sta più a cuore è la sanità – ha continuato Grillo –. Qui non c'è bisogno di essere degli attenti osservatori, o degli esperti in materia per comprendere lo stato disastroso in cui si trova la sanità calabrese, dove innumerevoli problemi, a partire dalle gravi carenze di personale, fanno sì che ai cittadini non venga garantito il diritto alla tutela della salute sancito dall'art. 32 della Costituzione Italiana. Nella nostra Regione ed ancor di più nella provincia di Vibo Valentia, non sono garantiti i Lea (livelli essenziali di assistenza) e si continua ad assistere ai cosiddetti viaggi della speranza. I cittadini vibonesi sono costretti, per potersi curare, ad emigrare, nel migliore dei casi, in altre provincie, ma spesso fuori regione. E così la Calabria risulta tra i primi finanziatori delle regioni cosiddette virtuose in campo sanitario: Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana ect. che mantengono l'eccellenza dei loro sistemi sanitari proprio grazie alla montagna di soldi, circa trecento milioni di euro, che la nostra regione paga annualmente per i cittadini calabresi che sono costretti ad emigrare in cerca di risposte sanitarie adeguate ai propri problemi di salute.
«E al danno si aggiunge la beffa – spiega ancora l’ex consigliere regionale – se si pensa ai costi sociali ed economici che ciò comporta per chi si deve spostare e vivere, anche per lunghi periodo di tempo, lontano da casa e dai propri familiari per affrontare gravi malattie. Parlando quotidianamente con la gente si nota una sorta di rassegnazione nei confronti di una situazione che sembra ormai senza speranza.
Anche tra il personale sanitario, che continua a dare risposte eroiche considerate le carenze degli organici, strutturali e tecnologiche, si percepisce una certa sfiducia, che spesso si trasforma in rabbia nei confronti di chi governa la sanità e non si preoccupa minimamente di creare le migliori condizioni per poter lavorare in modo da dare buone risposte all’utenza ed in sicurezza. Insomma il contesto generale in cui si trovano ad operare medici, infermieri e tutti i professionisti della sanità è pressoché allarmante, dicono gli addetti ai lavori, in quanto continua a regnare la disorganizzazione generale ed il clientelismo. Infatti, mentre la struttura ospedaliera cittadina ha gravissime carenze, un esempio su tutti: gli ascensori non a norma e costantemente guasti, situazione allarmante considerato che il reparto di ginecologia si trova su un piano diverso rispetto alle sale operatorie e ciò potrebbe rappresentare un problema molto serio in caso di emergenza ginecologica; mentre la gente non si può ricoverare per carenza di posti letto che sono in numero decisamente inferiore rispetto a quanto previsto dagli standard nazionali tenuto conto della popolazione residente; mentre nelle corsie gli ammalati non hanno un’assistenza qualificata per le note carenze di personale medico, infermieristico e soprattutto di operatori socio sanitari, l'attuale management guidato dalla Caligiuri sembra interessato solo ad occupare poltrone, utilizzando il criterio dell’appartenenza politica anziché del merito, in modo da assicurare a qualcuno un consenso politico con metodi da prima Repubblica, in piena sintonia con il governatore Oliverio che da quando si è insediato non fa altro che attaccare il Commissario Scura con l'obiettivo di spodestarlo per poter prendere il suo posto e mettere definitivamente le mani sul settore sanità. Certo è che se il governatore Oliverio ha intenzione di governare la sanità come il centro sinistra sta facendo nell'Asp di Vibo Valentia allora c'è da augurarsi che il buon Commissario Scura rimanga ancora a lungo al suo posto».
«Di fatto l'Asp di Vibo Valentia è un'azienda in liquidazione: ospedale Jazzolino in agonia, ospedali di Serra e Tropea ridotti a ospedali di comunità, assenza di posti letto, carenza di personale nei reparti, intasamento dei pronto soccorso per assenza di politiche sanitarie volte al potenziamento della sanità territoriale, alto tasso di ricoveri impropri, uffici amministrativi allo sbaraglio con il potere accentrato nelle mani del solo Direttore Amministrativo perché, nel frattempo, si è pensato bene di liquidare i direttori di distretto, evitando la sostituzione, in modo tale da svolgere il ruolo di controllore e controllato in barba a tutte le norme sulla incompatibilità degli incarichi, bilancio bocciato, delibere che non passano al vaglio preventivo del Collegio Sindacale, incarichi a legali esterni all'azienda conferiti senza alcun tipo di criterio prestabilito. Eppure i proclami non sono mancati, e ancora, dopo quasi tre anni di governo regionale, ci tocca ascoltare i "profeti dell'ovvio" accampare scuse per giustificare la loro manifesta incapacità amministrativa, e vedere ancora rimandato di un anno, forse, dopo che a tamburo battente non più tardi di qualche mese fa Oliverio è la Caligiuri avevano dichiarato che i lavori sarebbero partiti prima dell'estate».
Poi Grillo ha ulteriormente approfondito proprio la questione inerente al nuovo ospedale di Vibo: «Prima il problema idrogeologico, ora si scoprono i metalli pesanti, si troverà un'ottima scusa per rinviare ulteriormente. Dalla riunione di ieri appuriamo che entro il 14 luglio si presenterà il progetto definitivo e che i lavori saranno avviati a Gennaio 2018 e si concluderanno a dicembre del 2019, in piena campagna elettorale regionale. Intanto al cospetto dell'ormai obsoleto "Jazzolino" che, nonostante tutti i soldi spesi, non rispetta, da un punto di vista strutturale, i requisiti minimi previsti dalla legge, siamo qui a dire ai nostri figli che forse neanche loro avranno il diritto di essere curati in una struttura che si possa definire ospedale. Un quadro davvero triste, un disastro, davanti al quale non si può stare inermi. Il fallimento dell’attuale management aziendale è palese, dei "passi avanti" di cui parla il direttore generale in una ultima conferenza stampa nessuno se ne è accorto. Ritengo esisti una sola via d'uscita da questo limbo, rimuovere la dirigenza che: non solo non ha prodotto alcun risultato in un anno e mezzo di attività, è priva di strategie di rilancio, mette a rischio le professionalità esistenti minando la credibilità della sanità vibonese».
«Riguardo tale situazione – è la chiusura – investirò direttamente il Ministro della Salute on. Beatrice Lorenzin alla quale, tramite formale lettera, chiederò di valutare l'utilità di un commissariamento dell’Asp di Vibo Valentia, così come è stato fatto per la sanità regionale. Al Commisario ad Acta per il Piano di rientro ing. Massimo Scura chiederò, invece, tramite apposito incontro, di attivare i poteri sostitutivi per gravi violazioni nella gestione dell’azienda sanitaria vibonese. Personalmente mi attiverò immediatamente per creare un apposito osservatorio sulla sanità costituito da vari professionisti (medici, infermieri, avvocati, commercialisti, giornalisti, esperti in materia sanitaria ect.) che avrà, come dovere civico, il compito di vigilare sull’operato del management e segnalare ogni irregolarità alle autorità competenti».
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