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Sarà la sala convegni del 501 Hotel di Vibo Valentia ad ospitare oggi pomeriggio, con inizio previsto alle ore 17, il 2° congresso provinciale del Partito democratico.
“Il Pd che vogliamo”, questo il titolo della manifestazione, al termine della quale verranno eletti gli organismi provinciali del partito e, di conseguenza, verrà deciso il nome del nuovo segretario provinciale che dovrà succedere a Michele Mirabello.
All’iniziativa – che vedrà la partecipazione di sindaci, amministratori, dirigenti, simpatizzanti e semplici cittadini – il partito che, a livello nazionale, fa capo al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si presenta più che mai lacerato al suo interno: Enzo Insardà, infatti – espressione dell’area maggioritaria, quella in sostanza rappresentata dal deputato Bruno Censore – correrà da solo, mentre la minoranza ha deciso di non prendere parte al congresso. A ribadirlo è stato anche il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, intervenuto per il quotidiano 21Righe.it: «Ho incontrato di persona Lorenzo Guerini e Luca Lotti, ma anche a loro ho fatto presente che non ci sono le condizioni per prendere parte a questo congresso. Assieme a Francesco De Nisi, Antonio Lo Schiavo e Michele Soriano, abbiamo fatto presente che non parteciperemo ai lavori, anche perché si avallerebbe una logica di mera spartizione degli incarichi e delle poltrone. Tra l’altro – aggiungono i quattro esponenti della minoranza interna del Pd vibonese - non possiamo partecipare ad un congresso che non ha visto l’attività propedeutica dei circoli. In generale, a mancare, sono le condizioni di trasparenza e rispetto delle regole».
In chiusura, da Callipo un attacco a Censore: «Ha voluto anche in questa occasione forzare le cose spingendo per un congresso che si tiene prima del referendum, privilegiando così ambizioni personali e posizioni dei singoli anziché tutelare innanzitutto il partito nel suo complesso. Partito che purtroppo sarà ancora più spaccato di prima in una fase in cui se ne mette a rischio la ricostruzione e il rilancio, nonché l'impegno per il referendum di ottobre. La massima figura istituzionale del Pd in provincia, essendo lui parlamentare, dovrebbe operare in modo da creare unità e non spaccature insanabili».
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