I frutti della nuova civiltà contadina stanno maturando nella Calabria tirrenica, tra il litorale di Nicotera e i paesi interni della Piana di Gioia Tauro. Sono frutti che crescono tra le maglie di una rete tessuta da tante piccole realtà, sono il risultato di una collaborazione che risulterà anacronistica solo a chi è assuefatto agli standard dell'agricoltura intensiva e della grande distribuzione. E il concime, la linfa che ha dato vita a questa “rinascita” della terra, ha un unico ingrediente: la partecipazione attiva e più condivisa possibile.
Non si tratta certo della consumata retorica buonista da salotto radical-chic, tutt'altro. “Sos Rosarno” è un'associazione costituita da tanti piccoli produttori, tutti accomunati dalla volontà di sottrarsi alla corsa al ribasso imposta dal mercato e dalla voglia di ritornare alla genuinità della terra. La cooperazione, poi, è il fondamento su cui viene costruita l'intera filiera delle coltivazioni biologiche certificate.
È una realtà consolidata, costruita su rapporti umani cementati nel tempo, ma la novità è che adesso questo ritorno alla terra sta diventando anche un motivo di attrazione turistica. Non sono pochi, infatti, i gruppi di visitatori che preferiscono toccare con mano la realtà in cui operano gli attivisti di “Sos Rosarno” piuttosto che abbandonarsi ai tour da riserva indiana che seguono i percorsi preconfezionati del turismo di massa. La possibilità di conoscere direttamente contadini e piccoli produttori, di scoprire le storie di antichi mestieri e di nuovi artigiani, di comprendere a pieno le attività di associazioni che lottano per la difesa del territorio, diventa così uno strumento di interazione, di scambio, che permette al turista di immergersi completamente, senza filtri né mediazioni, nella realtà a cui si approccia, e alle comunità locali di diventare il motivo centrale del viaggio, giocando così un ruolo da protagonista nello sviluppo del territorio. Uno sviluppo sostenibile, responsabile, solidale: requisiti su cui “Sos Rosarno” può senza dubbio contare, in virtù dei quali l'associazione ha avviato una proficua collaborazione con “Viaggi e Miraggi”, il tour operator che opera da quasi quindici anni sul territorio nazionale per la diffusione e il sostegno dei viaggi responsabili, che ha il suo punto di riferimento calabrese negli attivisti rosarnesi, a cui fornsice la direzione tecnica. Il viaggio, dunque, permetterà di vivere tutta la bellezza di questa galassia, di assaporarne l’accoglienza e soprattutto di sostenere concretamente gli attori sociali del territorio, imparando a conoscerne le difficoltà, fino a condividerne sogni e speranze.
I visitatori potranno assaporare “I frutti del sole”, i prodotti della cooperativa che lavora gli agrumi biologici della campagna “Sos Rosarno”, cominciata circa un anno dopo la rivolta dei lavoratori africani. «La solidarietà e la denuncia non bastavano più. E se era ancora vero – spiegano gli attivisti –, come dichiaravamo da anni, che i piccoli contadini avrebbero dovuto vedere nei lavoratori africani i propri alleati naturali, che una diversa politica di sostegno all'agricoltura sostenibile doveva far uscire i primi dal ricatto monopolistico della grande distribuzione, che li strozza imponendo prezzi bassissimi alla fonte, ed i secondi dal limbo dell'invisibilità, allora era ora di tentare l'alternativa creando canali di commercializzazione che consentissero la sopravvivenza ai primi e condizioni di lavoro degne ai secondi». Solo in questo modo, insomma, si poteva rompere il circolo vizioso della guerra tra poveri su cui proliferano il razzismo e l'emarginazione sociale. E solo così si potevano far rinascere i territori recuperando il tessuto economico e sociale locale.
Una delle tappe del tour solidale è sul Monte Poro, altopiano vibonese affacciato sul mare che è uno dei posti più noti in Calabria per la produzione di formaggi e insaccati. Qui si possono gustare i frutti del lavoro della famiglia Crudo, che esprimono il meglio della tradizionale pastorizia locale. Il latte utilizzato, come il caglio, la carne, il grasso, i budelli e tutto il resto, provengono esclusivamente da animali allevati in proprio dalla famiglia. E una quota del ricavato dalle vendite di tutti i prodotti vanno a sostenere azioni di solidarietà.
Stessa linea “politica” anche a “Terre di Vasia”, un'oasi tra le colline di Serrata, paesino di mille abitanti in provincia di Reggio Calabria, dove si producono biologicamente olio, miele, agrumi e marmellate e dove decine di bambini trascorrono dei periodi di vacanza avendo a disposizione mezzi e strumenti di una vera fattoria didattica. Dopo una giornata trascorsa tra la natura, con diverse attività di educazione ambientale e alimentare per i ragazzi, a “Terre di Vasia” si potranno incontrare e ascoltare anche i musicisti cantastorie Iaia Zamboni e Turi Mamone. Raccoglitore lui, naturopata lei, nel 1993 hanno deciso di tornare alla terra, hanno costruito la loro casa laboratorio in mezzo agli ulivi, a Serrata, e da quel momento hanno avviato un percorso in cui camminano insieme le loro due passioni: la terra da plasmare e la terra per nutrire corpo e spirito. Raccogliendo e lavorando le erbe hanno prodotto delle creme naturali, e oltre a ciò hanno messo su anche un laboratorio per la lavorazione dell'argilla.
Si passa anche per San Giorgio Morgeto, dove si possono visitare i laboratori artigianali di Simone Surace, giovane mastro vetraio, e di Aldo Mammoliti, appassionato custode della tradizione dei mastri cestai calabresi, e poi da lì a Cinquefrondi, a camminare nell'antico borgo recuperato solo con gli sforzi dei cittadini.
Nel tour solidale i suggestivi quartieri antichi di Nicotera, Giudecca e Baglio, fanno da contraltare ai fitti boschi delle Serre e alle viuzze di Riace, il paese dell'accoglienza, piene di suggestive botteghe artigiane. Poi non può mancare il sapore dolce e intenso della famosa cipolla rossa, coltivata a Briatico da Franco Bartuli, produttore biologico certificato che applica metodi che escludono qualunque trattamento chimico. Impossibile, inoltre, non assaggiare anche il marzolo di Ciaculli, una vera e propria eccellenza della produzione agrumicola pianigiana. Si tratta di un mandarino tardivo, consumabile dalla metà di febbraio per tutto marzo, caratterizzato da un ricchissimo bouquet di profumi e dal sapore intenso, che Antonio D'Agostino, ingegnere impegnato in diverse battaglie in difesa dei beni comuni nel Vibonese, coltiva nel fazzoletto di terra ereditato dai suoi avi. E alla fine della giornata, ci si può affacciare sulla Costa degli dei da un palco privilegiato, le “Terrazze di Martina” nel centro storico di Nicotera – qui Rosa e Giovanni hanno comprato diverse case abbandonate, recuperate riutilizzando i materiali già esistenti – dove gustare una cena africana, magari ascoltando la musica del cantautore-contadino Nino Quaranta, un altro dei protagonisti di questa rete solidale che si fa sempre più larga e, per questo, più forte.
(articolo pubblicato sul numero 114 del Corriere della Calabria)