SERRA SAN BRUNO – A parargli di un posto dove le ciglia degli alberi illuminano la mente, il riposo non è ozio e la spiritualità si respira a pieni polmoni è stata la psichiatra di origini serresi, Giuseppina Vellone, da tempo trapiantata a Verona che ha sposato Vittorio, un abile chirurgo veneto con la passione per il Meridione e la Calabria.

L’idea della Vellone è stata quella di creare una interfaccia tra alcune persone illuminate del Nord e i suoi conterranei, per creare un modello di ospitalità diffusa in un posto dove vive “l’essenziale”. Cosi, Don Martino Signoretto, missionario e Vicario episcopale per la cultura, l’università ed il sociale della Diocesi di Verona e l’ex sindaco di Castelnuovo del Garda, Maurizio Bernardi, sono giunti a Serra San Bruno in missione per conto della cultura e della solidarietà. «E’ un posto dove bosco e sacralità si sposano molto bene – spiega don Martino – dove la gente dimostra un senso di appartenenza viscerale, basta considerare la partecipazione nelle confraternite. Per noi del Nord è importante sentire questo».

«Sono un amministratore – racconta Maurizio Bernardi - che vuole trasformare il modo di amministrare in maniera partecipata da parte dell’intera comunità per mettere al centro famiglia, persona e modo di condividere i benefici di lavorare insieme. A Serra sono rimasto colpito, una partecipazione intensissima da parte di tutti, gli uomini in chiesa cantano, mentre da noi il maschio rimane in disparte. Ci siamo allontanati dalle nostre radici che è esattamente il contrario di quello che succede qua. Una cosa che bisogna portare avanti inserendo questa partecipazione a livello sociale facendo rete tra i Comuni. Noi ci abbiamo provato e ora siamo qui per condividerlo con altri e ne abbiamo parlato con gli amministratori locali di alcuni Comuni affinché ci possa essere la speranza che emerga una politica sana».  

Da missionario don Martino ha potuto constatare come in alcuni paesi del terzo mondo «attorno ad un monumento spesso si costruisce cultura e quindi turismo, cioè sviluppo. Qui si potrebbe costruire un itinerario storico e religioso che avvolga chiese, cittadini, Certosa e attività spirituale e che accolga il visitatore in un circuito turistico. Bisogna partire dalla base, i primi custodi dei beni storici e religiosi sono i cittadini». Il primo passo per create la rete tra i Comuni spiega Maurizio Bernardi «è l’applicazione del fattore famiglia comunale, una esperienza nata nel nostro comune che è partita dall’idea che la famiglia vada monitorata e riconsiderata sulla base della composizione familiare e del grado di bisogno. Un concetto che si presta ad essere applicato anche in un piccolo comune, funziona e lo abbiamo dimostrato. Questo potrebbe essere il punto di partenza per Serra ed i comuni del comprensorio, per percorrere insieme una strada di integrazione unitaria dell’azione amministrativa per riconoscere la centralità della persona e quindi della famiglia».