I due, col volto travisato, hanno tentato di allontanarsi a piedi dall’esercizio commerciale sito in via delle Pace, innescando un inseguimento durato qualche centinaio di metri. Intenti alla fuga, sono stati poi definitivamente fermati dagli agenti – coadiuvati da altri colleghi della squadra mobile e della squadra volante accorsi nel frattempo sul luogo – all’interno di un appartamento dove avevano tentato di nascondersi. 

Gli stessi agenti hanno fatto irruzione nell’abitazione, risultata essere di proprietà di Liviu Daniel Sarig, nato a Bacau (Romania) classe 1998, riconosciuto durante le fasi dell’inseguimento, già agli arresti domiciliari e noto per precedenti reati dello stesso genere. Insieme a Sarig si trovava anche Francesco Antonio Pio Carnovale, classe 1994, nato a Vibo Valentia e ivi residente, anch’egli pregiudicato.

La perquisizione, condotta all’interno dell’abitazione ha permesso, inoltre, di rinvenire due pistole identiche a quelle utilizzate poco prima dai due rapinatori, un revolver calibro 38 cromato carico e la replica di una pistola semiautomatica calibro 9 per 21, con la canna otturata, ma priva di tappo rosso. Oltre alle armi sono state rinvenute anche svariate munizioni calibro 38 e alcuni capi d’abbigliamento perfettamente identici a quelli indossati dai due rapinatori. Il tutto è stato facilmente riscontrabile grazie al confronto operato con le immagini videoregistrate dal sistema di telecamere a circuito chiuso dell’esercizio commerciale.

Gli agenti hanno anche recuperato un sacchetto, all’interno del quale la banconista del bar, minacciata con le armi, aveva riposto l’incasso. Ma all’interno del sacchetto sono state rinvenute solo le monete – per un totale di circa 300euro – e non le banconote. 

Pertanto Sarig e Carnovale sono stati tratti in arresto in flagranza, per i reati di rapina aggravata in concorso e violazione della normativa sul controllo delle armi. Inoltre, il primo è accusato anche dei reati di evasione. Dopo gli adempimenti di rito, i due sono stati associati presso la locale Casa circondariale, dove rimangono  a disposizione dell’Autorità giudiziaria competente.