È arrivata con tre giorni di ritardo la pubblicazione all’Albo pretorio del Comune di Serra San Bruno dell’ordinanza con cui è stata disposta la distruzione di una carcassa canina. Si tratta proprio dell’animale avvistato, a metà della settimana in corso, sul cassone di un mezzo del servizio manutentivo dell’ente di piazza Tucci. Una fotografia del camioncino, con a bordo l’animale morto e in procinto di trasportare la stessa carcassa verso la piattaforma ecologica comunale dello stadio “La Quercia”, era stata pubblicata su Facebook da Alfredo Barillari, il consigliere comunale d’opposizione del gruppo “LiberaMente” che ne aveva poi denunciato il caso con un comunicato stampa.

La vicenda ha attirato l’interesse dei media e degli animalisti, ma la cosa che più in realtà aveva destato curiosità era che la procedura di distruzione del randagio non era stata messa nero su bianco in nessun atto amministrativo affisso a quella data all’Albo pretorio comunale. In maniera “retroattiva” è arrivato dunque solo adesso il provvedimento siglato dal responsabile dell’Area vigilanza dell’ente di piazza Tucci in cui emerge come la procedura sia stata effettuata secondo i crismi impartiti dalla normativa vigente in materia, alla presenza di un medico dell’unione operativa veterinaria dell’Asp vibonese.

Il veterinario sarebbe quindi «intervenuto il giorno 18 aprile 2018 in via Malta» dove avrebbe riscontrato la presenza di «una carcassa di cane di razza meticcia di anni uno circa, di proprietà sconosciuta, morto per cause non definite». L’animale – si apprende ancora dall’atto – sarebbe stato «posto in luogo protetto in attesa dell’intervento dei sanitari». A seguito delle procedure di rito, era stata ordinata «per motivi di salute di tutela dell’igiene e salute pubblica, la distruzione, mediante interramento e denaturazione con agenti disinfettanti, della carcassa animale».

La procedura di distruzione è avvenuta «ad opera del personale dell’ufficio tecnico comunale, sotto il controllo di personale della Polizia municipale e sotto la vigilanza del servizio veterinario dell’Asp, mediante interramento in terreno di proprietà comunale, lontano da corsi d’acqua e mediante denaturazione previo spargimento di calce viva». Il caso dunque, al di là della celerità o meno dei tempi di pubblicazione dell’ordinanza, sembra dunque destinato a sgonfiarsi.